Lifting

Le dimissioni di Veltroni hanno avuto una eco esagerata.

Una decisione “normale” è stata lanciata dalle agenzie di stampa come “straordinaria”. La crisi di credibilità della attuale classe dirigente non ha molte alternative.

Uòlter in versione “sepoffà”

Si esce di scena o, caparbiamente, si resta. Del resto un “vaso di decompressione a termine” nel quale far confluire la protesta si è già delineato, ed è straordinariamente funzionale per consentire ai soliti noti di rifarsi il lifting per poi tornare rinvigoriti “più che pria”. Anche perchè, nel frattempo, gli italiani non saranno cambiati. Hanno solo bisogno di essere illusi per un po’. Alcuni si sentiranno importanti nell’illusione che “uno conta uno”. Altri si sentiranno confortati nell’illusione che Monti li stia salvando dal fallimento. E se nel frattempo qualcuno decide di uscire di scena, suscita inspiegabilmente interrogativi paradossali. La Segreteria nazionale di Democrazia Atea

Sin qui l’ottimo intervento di Democrazia Atea. Personalmente però devo confessare un grave limite: non riesco ad ammettere come Uòlter l’amerikano, quello che ha straziato il glorioso giornale fondato da Antonio Gramsci (proprio il grande Antonio Gramsci, politico e intellettuale finito in galera per le proprie idee) sia riuscito a tradurre il motto vincente di Obama (Yes, we can: Sì, noi possiamo!) nel debolissimo e impersonale “Si può fare”. Il vigoroso slogan di Obama ridotto così, in una parola romanesca, democristiana “sepoffà”, “ma sì, vediamo, in un modo o nell’altro sepoffà”.Lo stesso Veltroni appare in misteriose foto come la seguente, con un pupazzetto in mano. Gliel’avranno regalato quando ha perso le elezioni! 0.000000 0.000000