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Nella mia speciale agenda nella quale segno i film da attendere con ansia, questo c’è da un bel po’.
I motivi? Il romanticismo visibile già dal poster, la presenza di una coppia bella e particolare, la promessa di un nuovo (500) giorni insieme al quale molti lo hanno paragonato, la vittoria al Sundance il gran premio della giuria U.S. Dramatic.
Scopro qualche giorno fa che il film è in realtà arrivato in Italia mesi (anni?) or sono e che me lo sono fatta scappare.
Con il senno di poi tutta questa frenesia non è poi così giustificabile perché gli ingredienti che mi aspettavo (vedi sopra) ci sono tutti, sì, ma manca quel qualcosa a rendere unico e indimenticabile il film, che, senza rovinare troppe sorprese, riesce comunque a salvarsi grazie a un finale particolarmente malinconico.
La storia è quella di un boy che meets a girl. Lei è inglese, in scambio/studio a San Francisco, lui è un promettente designer. Si piacciono, si innamorano, vivono spensierati. Il problema? Il problema sta che per stare insieme qualche mese in più la ragazza non esce dagli Stati Uniti allo scadere del suo visto vedendosi così negare la possibilità di mettere di nuovo piede nel Paese. Parte così non solo una lunga trafila burocratica, ma anche una dolente relazione a distanza, che, se mai qualcuno l’ha provata, è fatta di chiamate perse, incontri via web mancati e un affievolirsi lento lento dell’interessamento per l’altro che ormai sembra non più far parte della propria vita. Tra pause, altre relazioni e perfino un matrimonio i due continueranno a perdersi e ritrovarsi in 5 lunghi anni, fino a quel finale, come detto parecchio malinconico e criptico.
Le musiche doc (come tradizione indie vuole) sono perfette, così come i vestiti (wow) e la fotografia luminosa. Anche gli attori se la cavano, lei (Felicity Jones) più di lui (Anton Yelchin) e c’è pure spazio per una piccola comparsata dell’allora non ancora così conosciuta Jennifer Lawrence. Cosa non va allora? Non va che manca qualcosa, qualcosa che renda unico il prodotto come invece ha saputo fare con leggerezza e frizzo (500) giorni e con una sceneggiatura più originale Ruby Sparks. Il tutto diventa e resta così una commedia indie e romantica, che va bene, certo, ma poteva essere anche migliore.
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