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Like dolce vita

Creato il 24 febbraio 2016 da Eleeenoire @eleeenoire
LIKE DOLCE VITAC’erano una volta la Dolce Vita, la fontana di Trevi, gli anni ‘50.
“Marcello, come here!”
C’erano una volta le boutique di Valentino e Fendi che tanto facevano sospirare le giovani americane dai gusti raffinati mentre le ragazze italiane indossavano gonne a ruota sedute sull'assolata Trinità dei Monti. L’Italia era così, moda, architettura, antico splendore e nuovi fervori.
Fendi e Valentino hanno saputo, meglio di chiunque altro, trasmettere questi messaggi al mondo intero. Entrambe le Maison possono vantarsi di avere una storia d’eccezione, da favola: se da una parte Valentino Garavani fece pratica da Dessès e da Guy de La Roche, dall’altra le sorelle Fendi lavorarono fianco a fianco della madre Adele nel suo laboratorio di pellicceria. E così mentre Valentino imparava le ultime tecniche della confezione e della molteplicità dei ruoli del creatore, le sorelle Fendi riscoprivano antiche tecniche di pelletteria.
LIKE DOLCE VITA
Queste iconiche Maison spiccano sulle altre portando con se il loro tratto distintivo che le rende uniche e riconoscibili tra mille: Valentino ed il suo rosso, le sorelle Fendi con le loro pellicce e pelletterie dall’infinito pregio. Valentino si innamorò del rosso ad una serata dell’operà a Barcellona: tutto era rosso ed affascinante; da quel momento decise di realizzare la sua personalissima sfumatura: una via di mezzo tra il carminio, il porpora ed il cadmo. Le poltrone dell’operà non furono più le stesse, da quel momento. Le sorelle Fendi, d’altro canto, seppero portare avanti -come tratto distintivo- quella qualità ed artigianalità del passato che impararono dalla madre: le loro pelli, infatti, sono lavorate a mano da trenta artigiani secondo le antiche tecniche del passato.
Valentino e Fendi si diffusero in un soffio, come a voler portare lo stile italiano nel mondo: dapprima furono rapporti molto stretti con personalità importanti del mondo dello spettacolo e della politica poi passarono sulla bocca di tutti. Questi stilisti non rimasero legati alla propria italianità, impararono altre lingue per potersi interfacciare con celebrità del calibro di Jackie Kennedy e altre note dive hollywooddiane, sovente protagoniste delle loro campagne pubblicitarie più iconiche. E così, mentre si cucivano abiti, borse e pellicce, e tutti i capi di sfilata venivano ultimati, una giovanissima Silvia Venturini Fendi prendeva lezioni di inglese a Roma  prima di raggiungere le sorelle al lancio della loro ultima collezione.

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