Ci eravamo già occupati poche settimane fa della riforma del codice stradale. Ora il tema torna all’ordine del giorno. Martedì prossimo inizierà infatti l’iter legislativo per l’approvazione delle proposte lanciate dall’Anci (l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), le quali mirano a rivoluzionare le norme di circolazione stradali.
La prima proposta che salta agli occhi è l’imposizione del limite massimo di velocità di 30 km/h nei centri urbani, ad eccezione, però, delle principali arterie di scorrimento. La proposta non è certo una novità. È da tempo che se ne discute e addirittura qualche città ha già mosso i primi passi. Risultato? Un disastro. A Roma, per esempio, gli autovelox posizionati attorno al Colosseo, dove era stato posto un limite di 30 km/h, sono stati spenti: chiunque passava di lì infatti veniva multato. In altre città esistono già numerose strade con un limite più basso di quello previsto per i centri urbani ma farlo rispettare è veramente difficile, se non impossibile.
Oltre al limite di velocità, nella proposta dell’Anci si trovano altri punti alquanto interessanti in favore dei ciclisti. Per esempio si pensa all’obbligo di lasciare libero da auto parcheggiate il lato destro delle strade e dedicarlo quindi alle piste ciclabili; oppure si pensa di far ricadere l’onore della prova, in caso di incidente, al conducente del mezzo più pericoloso, l’auto quindi. Oppure ancora c’è la proposta di far cessare l’obbligo, per i ciclisti, di utilizzare le piste ciclabili, che, mi chiedo, verranno quindi lasciate esclusivamente ad uso e consumo dei passeggini?
Se infine, in una strada a senso unico, vi vedrete giungere un ciclista contromano, niente paura: non siete ubriachi né voi, né il ciclista. Gli utenti a due ruote potranno infatti circolare a doppio senso anche nelle strade a senso unico, persino se molto strette. Nella proposta non è infatti prevista alcuna larghezza minima della strada.
Non disperate. Tra le proposte dell’Anci se ne trovano anche alcune razionali come quella, per esempio, che abolisce il divieto di parcheggio delle bici all’interno dei cortili condominiali.
Ora, sono tutte proposte che a mio avviso non incoraggiano affatto la viabilità dei ciclisti nelle aree urbane. Anche sapendo che potrò circolare contromano, anche sapendo che le auto hanno un limite teorico di 30 km/h, oppure ancora, anche sapendo che in caso di incidente l’onere della prova non spetta a me in quanto ciclista, non sarò certo più invogliato di prima a muovermi su due ruote. Quello che servirebbe per incoraggiare le persone a muoversi in bici sarebbero delle piste ciclabili ramificate che permettano di raggiungere qualsiasi luogo della città senza dover essere obbligato a circolare tra automobili, che esse vadano ai 50 Km/h o ai 30.
Profilo di Ivan Lagrosa
Nato nel 1994, studente di Economia e commercio, da sempre appassionato di giornalismo. Mi interesso principalmente di economia e di politica nazionale. Le mie passioni sono la musica, la scrittura e il nuoto.
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