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L’inizio del film ci ha fatto temere il peggio. Guerra Civile con soldati che recitano a memoria i discorsi del Presidente presente in penombra e successiva scena all’interno della Casa Bianca con Lincoln che si accoccola di fianco al figlio minore dormiente. Poi, fortunatamente, il pericolo del solito-film-di-propaganda-USA-melenso-e-prevedibile viene sfatato. L’ottima sceneggiatura di Tony Kushner (è vero che il Presidente sognava spesso una nave e che intratteneva gli interlocutori con aneddoti; è vero che Thadeus Stevens chiamava “rettili” gli avversari politici) si concentra infatti sul pragmatismo politico del 16° Presidente degli Stati Uniti d’America (più ottimo avvocato che idealista) e sul percorso d’approvazione del XIII emendamento (quello dell’abolizione della schiavitù) attraverso promesse di incarichi e, più in generale, corruzioni. Sullo sfondo il dramma famigliare della perdita di un figlio in guerra, l’intenzione del primogenito ad arruolarsi, le crisi di una first lady che mal sopporta la Casa Bianca, i cerimoniali e il peso delle continue responsabilità.
Da una parte abbiamo una sceneggiatura completa, quasi perfetta, fatta di dialoghi misurati e articolati che ben ricostruiscono il clima socio-culturale del tempo nonché l’estrema complessità di una rivoluzione di portata storica; dall’altra, invece, una regia giustamente accademica che però tende a sfruttare artifici retorici (v. scene di cui sopra) più azzeccati per una figura ascetica che per un politico sì lungimirante ma cinico e, è il caso di dirlo, baro. Ne nasce dunque una frizione che non ci permette di gridare al capolavoro, ma va comunque rilevato come il film abbia il grande pregio di insegnarci che cosa sia realmente la politica. Da sottolineare, infine, la prova maiuscola di Tommy Lee Jones, culminante in una scena di mirabile delicatezza.
P.s. Come con ogni grande film, durante la visione si schiudono in noi numerosi interrogativi, e qualche importante considerazione sulla situazione italiana del 2013, politica e culturale. Grazie al cinema, che come sappiamo crea consenso e senso di appartenenza, sappiamo praticamente tutto sulla storia politica americana (da Lincoln a Nixon passando per JFK e Roosvelt) mentre non sappiamo quasi nulla su Mazzini, Cavour, De Gasperi. Sarà per la nostra mancanza di abitudine al ricordo di un Politico vero che gran parte delle persone in sala ha dormito per quasi tutta la durata della pellicola?
Voto: 8,5 su 10
(Film visionato il 26 gennaio 2013)
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