Però dalle strade e dalle piazze di molte città sta venendo un segnale diverso, quello che si è andati troppo oltre in questo gioco al massacro del Paese. Non ci sono folle oceaniche, ma proteste diffuse, il sentimento di repulsione verso un’oligarchia avida e incapace che si è fatta persino commissariare dalle banche si sta coagulando, acquisisce certezze e fa crescere la rabbia, la reattività: Gaetano Ferrieri che da diversi mesi sta scioperando contro la casta, senza scontri finora, è finito a terra assieme ad altri dopo un parapiglia con alcuni con i funzionari. Ed è stato colto da un malore. Ferrieri è rimasto a terra qualche minuto, i manifestanti hanno urlato «vergogna» per gli spintoni della polizia. Ferrieri è stato poi portato via dagli agenti.
Questo dà la misura di una protesta che monta e che diventa meno esitante di giorno in giorno: dai precari agli studenti cresce la consapevolezza di essere vittime presenti e futuri dei meccanismi finanziari, in altri si fa più acuta la reazione all’evidente truffa delle promesse, in altri ancora si spalanca una realtà senza futuro. E quella che sta cercando di uscire dalla cancrena di Berlusconi premier, con i suoi riti e le sue attenzioni, giorno dopo giorno sembra rappresentare l’ Italia del passato, vecchia e con i tratti del falso ringiovanimento chirurgico e legislativo che ormai sembrano cicatrici. Un Italia che fa vergogna per ciò che attiene al Cavaliere e alla sua corte arrogante e disorientata, ma senza appeal per la parte restante.
Mentre cresce una protesta in cui non c’è un vero senso di liberazione perché ci si rende conto che molto del male è già stato fatto, ma piena di rancore per le illusioni di palta regalate, forse anche per esserci caduti, per non essere stati difesi. Una miscela esplosiva, una volta che dovesse mancare una via d’uscita.