“Come potrò piacere alla gente senza un po’ di sport?”
G. Pascoli
Quando si parla di Gary Lineker non si parla soltanto di un giocatore di calcio, uno degli attaccanti inglesi più forti e importanti fra gli anni ’80 e ’90 ma anche di un uomo il cui DNA è composto principalmente da Fair Play. Non è un caso infatti che in quasi 20 anni di carriera Gary non sia mai stato ammonito in una partita (caso raro per un giocatore), rispettando diligentemente le regole del calcio e gli avversari. Nato a Leicester il 30 novembre 1960 i genitori gli danno come secondo nome Winston in memoria dello statista Churchill che nacque nel medesimo giorno di Lineker. Proprio a Leicester inizia la sua carriera da attaccante con la squadra locale, le Volpi del Leicester City.
Nel girone F gli inglesi soffrono abbastanza per colpa della sconfitta 1-0 col Portogallo e di un acquoso pareggio per 0-0 col Marocco. Ma è con la Polonia che Gary parte in quinta e in stato di grazia come un pennello su una parete rinascimentale segna una incredibile tripletta. E’ grazie a lui che la squadra di Robson accede agli ottavi di Finale dove incontra un mediocre Paraguay. 3-0 la sentenza finale con una doppietta di Lineker. In due gare ha già segnato 5 gol, una delizia per la Regina.
L’avventura inglese però termina presto. Ai quarti c’è l’Argentina di Maradona, ostacolo non da poco. Grazie o per colpa di un leggendario gol di mano (la Mano di Dio) ed un secondo e immenso gol su azione personale (definita da tutti la rete del secolo) di Maradona, l’Inghilterra si arrende al 2-1 conclusivo. Rete inglese del solito Lineker che è l’unico giocatore di Robson assieme a Beardsley a segnare al mondiale. Sono 6 in totale le segnature e Gary si aggiudica il titolo di capocannoniere della competizione. Se gli inglesi escono a testa bassa Lineker invece ha gli elogi della patria. Viso sorridente, fisico non straripante e pallone di cuoio incandescente fra i piedi, Lineker si prepara per il dopo Messico a lasciare momentaneamente la Regina per vestire la maglia dei blaugrana. E’ il Barcellona a chiamarlo e nei 3 anni spagnoli Gary segna parecchi gol ma per due occasioni il titolo di Pichichi (miglior marcatore della Liga) viene vinto da Sanchez con i blancos. In ogni caso la formazione dell’allenatore Luis Aragones conquista una Coppa del Re nel 1988 battendo 1-0 il Real Sociedad e l’anno dopo, alla guida del grande Cruijff vince anche la Coppa delle Coppe a Berna contro la Sampdoria di Vialli e Mancini 2-0.Intanto ci sono stati gli Europei di Germania 1988 ma la nazionale, pur avendo oltre alo stesso Gary validi elementi quali Tony Adams (clicca qui per leggere la sua storia) e Viv Anderson (clicca qui per leggere la sua storia) esce malamente dal Gruppo B con 0 punti dopo le sconfitte con l’Irlanda, l’Olanda e la Russia. Con la vittoria nella Coppa delle Coppe si conclude il breve ciclo in Spagna e Gary ritorna in patria con la maglia degli Spurs del Tottenham dove incontra Terry Venables che lo allenò al primo anno nei blaugrana. Lineker mantiene intatto il suo lucido e candido gioco nell’area di rigore, preparandosi ai Mondiali di Italia ’90. Al suo secondo mondiale Gary ha 29 anni e va per i trenta, sa che probabilmente sarà il suo ultimo mondiale e cerca di dare il meglio di se. Nel Girone F segna un gol con l’Irlanda (1-1), pareggia con l’Olanda di Van Basten e Gullit (0-0) e vince con l’Egitto (1-0) uscendo incolume e acciuffando così gli ottavi di finale. Il Belgio di Scifo non è più ai fasti dell’edizione precedente dove arrivò in semifinale e viene sconfitto dalla formazione di Robson.
Ai quarti di finale è il Camerun del grande Milla (clicca qui per leggere la sua storia), rivelazione della competizione che da filo da torcere agli inglesi fino ai tempi supplementari dove con un rigore di Lineker (il suo secondo rigore dopo il pareggio del 2-2) passa alla semifinale del mondiale dopo ben 24 anni da quell’Inghilterra ’66 e dalle performance straordinarie di Charlton e Hurst (clicca qui per leggere la sua storia). Ma se in quella occasione gli inglesi vinsero la successiva finale con la Germania questa volta gli inglesi si arrendono alla corazzata tedesca di Matthaus, Brehme e Klinsmann nella spietata dinamica dei calci di rigore: 5-4 il risultato finale dopo 1-1 momentaneo con un gol di Lineker. “Il calcio è un gioco semplice: 22 uomini rincorrono un pallone per ’90 minuti e alla fine vincono i tedeschi”, dirà Gary in una storica intervista come se fosse un Churchill che afferma la “precisione del popolo tedesco”.L’Inghilterra vede sfumare la prestigiosa finale a Roma ma può ancora riscattarsi per un terzo posto, se solo non incontrasse l’Italia di Baggio, Baresi e di uno storico Schillaci. Con il 2-1 azzurro Gary si deve accontentare di un inutile quarto posto. Nella stagione successiva con i biancoblù del Tottenham Lineker e un giovane Gascoigne come centrocampista formano un’ottima ossatura e trascinano la squadra alla vittoria della FA Cup (la Coppa d’Inghilterra) dopo aver vinto in finale 2-1 ai tempi supplementari contro il Nottingham Forest. Nel medesimo anno anche la Charity Shield conquistata ex-aequo con l’Arsenal dopo lo 0-0 finale. Sono le ultime scintille della grande Gary Lineker che abbandonerà l’Inghilterra per approdare a fine carriera in Giappone con il Nagoya Grampes Eight. Neppure con gli Europei di Svezia 1992 Gary trova la vittoria tanto sperata con la maglia della sua nazionale. Anche in questa edizione, come la precedente del 1988 non supera il girone. Pareggia 0-0 con la Danimarca di Laudrup, stesso risultato con la Francia e infine una sconfitta con la Svezia ed una sostituzione durante la gara per l’inserimento di Smith, voluta dall’allenatore Taylor pongono un’amara conclusione di Lineker con la nazionale inglese.
Dopo un grave infortunio al ginocchio appende le scarpe al chiodo nel 1994. Diventa opinionista sportivo, uomo gaffe nell’occasione di Montpellier-Schalke 04 di Champions League 2012 dove scambiò preghiere islamiche in campo di Ait Fana e Younes in occasione della vittoria dei francesi per “mangiate d’erba” e marito della bellissima modella Danielle Bux in un matrimonio italianissimo a Rovello, sulla costa amalfitana, nonché baronetto del Regno Unito. La carriera di Gary pare non fermarsi mai, pur con le scarpe al chiodo sembra continuare a correre e correre sui campi della vita e i suoi record ancora oggi non vengono infranti. E’ il giocatore inglese che ha segnato più gol nei mondiali (10 in tutto) e in due gare di calcio (4 reti alla Spagna nel 1987 e 4 reti alla Malesia). Adesso c’è un piccolo grande spagnolo che sta bucando le reti meglio di Lineker, è Messi di cui elogerà l’estro. “Vederlo giocare mi fa capire quanto fossi una merda in campo”.I tempi cambiano e Gary è troppo umile per ammettere la sua importanza di giocatore: negli anni ’80 è stato un grande campione per la sua epoca. Ha alle spalle un premio Fair Play come giocatore più corretto in campo e la leggenda di chi il calcio oltre a farlo lo plasma a suo piacimento. E proprio di piacere si parla quando leggi la notizia che Lineker ha preparato l’inno inglese per i prossimi Mondiali di Brasile 2014 con l’ex Take That Gary Barlow. Il calcio è si sudore, sì agonismo, sì competizione ma è soprattutto, come insegna Gary Lineker, mero e semplice divertimento.
Post correlati:
- Scifo, genio fiammingo tra Magritte e Van Damme
- Roger Milla, il ruggito (e il sorriso) di Chaka
- Ardiles, il piccolo Mercurio che conquistò il grande…
- Gary Locke nuovo manager degli Hearts
- Hurst, l’uomo che sussurrava ai fantasmi