Giovedí 27 Giugno - LINGUA. Ciò che rende bella la vita (odio_via_col_vento)
Avevo gia affrontato questo argomento qualche anno fa su questo blog, ma lo riprendo perchè continua a stupirmi. È possible che l’inglese – di cui ho sempre ammirato la sintesi nel dire con una parola ciò che in italiano ne richiede tre, per la sua quasi totale assenza di subordinate, per la sua sintassi quasi "senechiana" – è possible dico io che abbia così tante parole per indicare la stessa cosa?? Where is the… toilet, loo, lavatory, privy, ladies, bathroom, restroom, little room, facilities, powder room, W.C., convenience: da quando lavoro al museo questa domanda mi è stata rivolta in almeno dodici modi diversi (ma pare che Beppe Severgnini ne abbia contati almeno trentatrè...) a seconda della provenienza geografica di chi fa la domanda. Ma anche della classe sociale ('dimmi come parli ti dirò chi sei...') che in Inglese -forse più che in altre lingue- non si può parlare di linguaggio senza parlare di classe. Secondo Kate Fox, antropologa autrice del divertente quanto istruttivo Watching the English, libro di sociologia sulle abitudini di vita degli inglesi, la middle class/ upper middle class (quella a cui appartiene Kate Middleton per intenderci) usano la parola loo o lavatory; toilet è usato dalla working class/ lower middle class, e bathroom dagli americani (e dai turisti, aggiungo io). Assolutamente affascinante. E se lo sconcertato forestiero (in questo caso la sottoscritta) impiegato nel settore pubblico (altrimenti detto customer service) che si trova ad affrontare le incredibili ramificazioni dell’Inglese, non è già un linguista di suo, finisce - come dice Severgnini- per diventarlo presto. Per motivi di sopravvivenza (aggiungo io). E tutto perchè agli anglosassoni non piace chiamare il bagno con il proprio nome...