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costretta al riposo (da un inspiegato virus?), Marie, che nella vita fa l’atleta professionista, se ne va a stare a casa del fidanzato arciere, Bobby. tra una scopata e l’altra, la nostra, s’inoltra nel mistero legato alla scomparsa della precedente inquilina dell’appartamento del ragazzo, svanita nel nulla inspiegabilmente, ma con qualche traccia lasciata dietro di sé. poi c’è il ragazzo di quest’ultima, devastato dal dolore ma in fin dei conti non così tanto: sarà proprio con lui che Marie inizierà (oltre che una liaison) a scoprire particolari sempre più misteriosi, particolari che hanno a che fare con Ley lines, rituali antichi, pozzi, streghe e appestati…
I. cunnus diaboli: fertilità
protagonista assoluto è il Corpo- quello di Marie, o, più in generale, quello femminile, nel rispetto della solida e ispiratissima vague europea recente. ma non il corpo scientificamente misurato, manomesso, allenato o curato, bensì il copro nel suo significato più arcaico di generatore di vita. la cinepresa, infatti, insiste perentoriamente sul corpo di Marie, sui suoi dettagli anatomici: quando le vengono le mestruazioni, quando fa l’amore con il ragazzo, anche quando si ferisce correndo nel bosco. un corpo rappresentato senza mediazioni o abbellimenti estetici, ma solo mostrato nella straordinaria bellezza della sua imperfezione.
II. ogni inizio, una nuova fine
la progressiva decadenza cui va incontro il fisico di Marie, è il segnale evidente della necessità di rinnovamento. basta allenamenti forzati, primati, record, competizioni, obiettivi da raggiungere sacrificando sé stessi; niente più chiusura ermetica né ipocrita dabbenaggine; basta anche il controllo vigile di una madre iper-protettiva (ma non repressiva). Marie vuole cambiare vita, ricominciare tutto daccapo, rinascere. ma l’opportunità per cambiare, contrariamente a quel che ritiene, non deriva dal trasferimento a casa di Bobby (il fascinoso arciere), anche se- a una lettura più approfondita- la casa di quest’ultimo si dimostrerà essere proprio il trampolino di lancio più adatto: per iniziare di nuovo, con innocenza e purezza, in un paesaggio dove finalmente si potrà vedere il sole.
titolo originale: Linkeroever un film di Pieter Van Hees2008
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