Che Luigi Pirandello sia uno di mostri sacri della letteratura italiana non si discute. Le Novelle, Il Fu Mattia Pascal, Sei Personaggi in Cerca d'autore, L'Umorismo - e chi più ne ha più ne metta. Leggere le sue opere quando, a quindici anni, ero in piena crisi adolescenziale mi ha spalancato le porte di un mondo completamente nuovo in cui la realtà ha tante facce tutte ugualmente vere e in cui non ha senso cercare di piacere a tutti (nel mio caso alle compagne di scuola) perchè tanto il modo in cui gli altri ti vedono (come una secchiona occhialuta) non è necessariamente il modo in cui si è, come ci insegna Vitangelo Moscarda in Uno e nessuno e Centomila...
Ma vedere una commedia di Pirandello in inglese, i cui personaggi invece che in siciliano parlano con un accento irlandese (espediente che serve a mantenere la vena di cattolicesimo della commedia, cosa difficilmente ottenibile con il prgmatismo dell'anglicanesimo ammettiamolo...) mentre vendemmiano uva in Sicilia al ritmo di musica gitana è a dir poco surreale. Ma funziona, ed la produzione di Liolà che ho visto ieri ad un National Theatre con la mia dolce metà è stata incredibilmente divertente e leggera. E il teatro strapieno di persone di tutte le età dimostra che la magia di Pirandello non finisce mai di incantare. Anche in inglese...






