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Pesate (possedete la bilancia?) 3 etti di zucchero e gr. 125 d’acqua; versate l’uno e l’altra in una casseruola della capacità di circa 1 litro; mettete a fuoco; e fate dare un bollo affinchè lo zucchero, sciogliendosi, faccia dell’acqua un dolcissimo sciroppo.Pesate gr. 70 di buon caffè (ma…di vero caffè, e di buona marca, e che, anche, sia stato da voi stesse macinato per evitare il pericolo che il droghiere…) e mettetetelo nell’apposito recipiente della vostra macchinetta da caffè espresso o filtrato. Pesate gr. 225 d’acqua; fatela bollire per 2 minuti; versatela sulla polvere; filtrate; e il buon caffè ben carico e ben profumato che avrete ottenuto, unitelo allo sciroppo affinchè si faccia, così anche per bene dolcificato. Coprite la casseruola con il suo coperchio (il profumo non deve spandersi per l’aria) e mettete al fresco. Tosto che il caffè sarà raffreddato, unite una bustina di vaniglina pura (il droghiere la vende) e gr. 125 di alcole da liquori; mescolate; ricoperchiate di nuovo la casseruola; lasciate riposare fino al giorno appresso; imbottigliate; ed eccovi pronto un nuovo liquore da offrire dopo un pranzo o durante una serata; ed un liquore che vi procurerà, certamente, un vero diluvio di elogi.
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Di elogi che voi però dovrete, non già alla Petronilla, ma bensì alla sua vecchia, alla sua cara amica Giulia che, nel preparare, e persino nell’ inventar liquori ha, come v’ho detto, una sua tutta speciale…specialità.
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Tanto speciale, ch’ella m’ha infatti promesse altre ed altre delle ricette per liquori prelibati del suo vasto repertorio; ma quelle…quelle le leggerete dapprima sulle “Domeniche del Corriere” che…verranno; e poscia – con tutte l’altre varie e che pure verranno – nel terzo volumetto delle sue ricette che fra qualche anno, spera, si augura e si ripromette presentarvi. LA PETRONILLA Milano, Agosto 1937-XV