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Lisario o l’Erotismo Barocco di Antonella Cilento

Creato il 20 maggio 2015 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Lisario o l’Erotismo Barocco di Antonella Cilento

É l'epoca barocca, in tutto il suo essere estremamente vario e complesso, quella che si svolge davanti agli occhi del lettore di Lisario o il piacere infinito delle donne, ultimo romanzo, edito da Mondadori e finalista al premio Strega 2014, della scrittrice Antonella Cilento, che con grande maestria stilistica dipinge un vero e proprio quadro vivente della Napoli dei Viceré, delle rivolte popolari, delle epidemie di peste e delle carestie. Questo è lo sfondo, mai relegato a cornice accessoria ma sempre ben in primo piano, delle vicende, altrettanto complesse, dei protagonisti del libro: Belisaria Morales, detta Lisario, muta per un intervento mal riuscito, che, ragazzina, pur di sfuggire alla condanna di un matrimonio organizzato dai suoi genitori con un vecchio "notabile napoletano, senza denti, e col fiato marcio" cade in un sonno che dura mesi dal quale è chiamato a svegliarla Avicente Iguelmano, un medico spagnolo fallito, giunto a Napoli con una reputazione professionale da ricostruire.

È a questo punto della narrazione che l'ossessione del dottore sul "piacere infinito delle donne" e sul mistero che dietro di esso si cela emerge in tutta la sua gravità e trova libero sfogo nell'intimità del corpo di Lisario, che fa da cavia alla sua particolare cura, poco riconducibile ai dettami della scientificità medica. E l'esito positivo degli esperimenti fa sì che Iguelmano conquisti non solo la stima dei nobili genitori di Lisario, ma anche, come riconoscente gratitudine, la mano di quest'ultima; la quale, dunque, si ritrova ad essere, suo malgrado, sposa e paziente dello scienziato ossessionato.

In una sorta di parallelismo continuo tra la rivolta che monta per i vicoli di Napoli e la ribellione della stessa Lisario alla sua condizione, si arriva a momenti di massima intensità culminati nella rivolta di Masaniello da un lato e nella Lisario che cresce e, già moglie, scopre l'amore sano, vero e fecondo ma non per questo di facile e serena fattura del pittore Jacques Colmar. In un susseguirsi a volte eccessivo di avvenimenti spesso tragici, raccontati anche attraverso dialoghi in lingua napoletana che conferiscono al testo allo stesso tempo una particolare veracità e una mobilità stilistica, l'autrice ci permette di gettare lo sguardo sulla condizione femminile dell'epoca, non solo negli strati alti della società ai quali appartiene la protagonista, ma anche in quelli più bassi che fanno da contorno alla stessa vita di Lisario.

Da Lisario, come da nessuna donna dell'epoca, nessuno pretende o si aspetta grandi cose: sin da bambina il suo unico compito dovrà essere quello di sposare un uomo che riesca ad accudirla. Ma la diversità che la caratterizza si manifesta sin da subito non tanto nella sua particolarità fisica, nel suo essere muta, quanto nel suo essere riuscita, all'insaputa di tutti, ad imparare a leggere e a scrivere: si abbandona già da piccola al fascino della letteratura racchiusa nella ricchissima libreria del padre, rimanendo avvinghiata alle avventure di Cervantes o alle novelle del Boccaccio ed affidando i suoi pensieri più reconditi, le sue angosce e le sue paure ad una destinataria d'eccezione, ovvero direttamente alla "Signora Santissima della Corona delle Sette Spine Immacolata Assunta e Semprevergine Maria", attraverso lettere che, come dei punti fermi, spesso pure divertenti, costellano la narrazione e danno voce a lei che voce non ha, permettendo al lettore di conoscere anche il punto di vista della stessa Lisario sullo sviluppo della storia.

Una storia imperiosa, che per ambientazione, stile e trama è quanto di più barocco si possa immaginare: la Cilento ci costruisce, senza soluzione di continuità, una narrazione visionaria, quasi tridimensionale, in cui ritroviamo le urla della rivolta, gli odori acri e pungenti dei vicoli di Napoli, i colori cupi, magistralmente espressi nella pittura caravaggesca che qui fa da canovaccio all'esperienza artistica dei pittori spagnoli e fiamminghi, protagonisti per nulla marginali del testo. Una fantasia e un intreccio, dunque, che sembrano non avere fine e che sfociano in una pluralità di piani di lettura dell'intero testo, conferendo particolare originalità a questo romanzo storico in chiave femminile.


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