Lista nascita ad alto contatto

Da Jessi

Tornando a casa dall’ospedale

Qualche sera fa sono andata alla riunione del nido della mia bimba ‘grande’ accompagnata dalla piccolina, di due mesi e mezzo. C’erano due mamme in gravidanza che si sono intenerite e due mamme che si sono guardate con il panico negli occhi: in loro, il ricordo dei primi mesi ha risvegliato terrore e angoscia.

In una prima versione di questo post avevo trascritto le loro parole, ma mi facevano male e le ho cancellate, in un gesto catartico.

Penso a quanta violenza e quanta solitudine abbiamo sistematizzato nelle nostre vite per allontanarci così tanto dai nostri bambini.

Da quella sera non ho smesso un attimo di pensare a quelle mamme- e ai loro bambini. Mi sono chiesta se non sia possibile prevenire tanta sofferenza, tanta solitudine, tanta angoscia.

Ho pensato, intanto, di raccontare quello che ha aiutato noi in una lista nascita pratica e allo stesso tempo un po’ irriverente. Contribuite con la vostra esperienza, se vi va.

LISTA NASCITA AD ALTO CONTATTO

Chiedete, regalatevi, cercate di trovare:

1

Un corso preparto, uno di quelli seri. In ospedale spesso si offrono corsi per gestanti. Per lo più, da quello che ho sentito, si tratta di esercizi di respirazione, tra sole mamme e ostetriche, al mattino. Niente di male, forse sono utili, ma un vero corso pre-parto, secondo me deve avere qualcosa di più.  Ad esempio, dovrebbe includere:

I papà. I papà sono importanti al corso pre-parto, essenziali. Al nostro partecipavano e il loro sostegno si è sentito, dopo, in modo insostituibile. Ricordo una sera in cui un papà manager è arrivato di corsa dal lavoro, dopo aver attraversato la regione intera, e si è seduto tra noi. Da solo, perché la moglie era ammalata. Un momento di orgoglio per tutti i papà e di grande stima e simpatia da parte di tutti… Sono i papà che si alzeranno con noi la notte o che ci lasceranno dormire qualche ora in più, che ci sosterranno di fronte alle critiche o sapranno usare la fascia e le canzoni per gli addormentamenti più difficili. Co-genitorialità è una parola che va poco di moda, ma i papà, per fortuna, già la conoscono bene.

Un buon corso non può limitarsi agli aspetti fisiologici della nascita, e dovrebbe includere il sostegno di una psicologa. Un approccio psicologico empatico, mai giudicante o critico, mai rigido e che aiuti ad affrontare tutte le emozioni complesse articolate e fluide del parto e del post partum e metta tutti ben in guardia su come regolarsi con i parenti invadenti (a questo punto, potranno non mancare litigate tra i coniugi sulla suocera, ma meglio prima che dopo!)

Utilissima la presenza di una consulente per l’allattamento. Nel nostro ospedale l’allattamento viene seriamente ostacolato da pratiche di accoglienza che si possono definire antiche (o fuorilegge), ma sapere come le cose funzionano ha aiutato molte di noi ad affrontare gli ostacoli con successo. Al contrario, in alcuni ospedali dove l’allattamento si promuove (anche troppo, cioè con metodi che non ascoltano le mamme), il risultato è che alcune mamme si attaccano al biberon appena fuori dalle rigide regole dell’ospedale! Nel nostro caso, la consulente è rimasta a disposizione delle mamme anche dopo il corso e, gratuitamente, è sempre stata raggiungibile per telefono oppure, due volte la settimana, al centro, dove era possibile anche incontrare altre mamme.

All’ostetrica chiederei di parlare anche dei rischi del parto vaginale e poi del parto cesareo: arrivare impreparate o consapevoli può fare una grande differenza in questi casi.

Se possibile, ogni incontro per genitori dovrebbe prevedere uno spazio bimbi per i fratellini più grandi, ma forse chiedo troppo.

Secondo me, sarebbe utile anche discutere di comunicazione con i bambini, ma qui entro in conflitto di interessi!

Ho anche visto iniziative pre-parto dedicate ai nonni: chi le ha organizzate la sa davvero lunga!

2

Includete nella lista nascita tutto quello che serve per la nanna: lenzuolini, lettino e… lettone, che è un buon modo per fare tutti sonni lunghi e tranquilli (nei limiti del possibile). Esistono anche culle appositamente disegnate per essere affiancate al lettone, se preferite (Side-Bed). Se avete più figli, può essere utile avere almeno un letto in più in cui rifugiarsi se la situazione si fa troppo affollata. Per sapere come funziona il sonno dei neonati, potete inziare a leggere qualcosa, facendovi consigliare, ad esempio, da altre mamme.

3
Iniziate ad informarvi su tutto quello che serve per il trasporto: per la scelta, data la varietà di suggerimenti e proposte, io ho deciso di basarmi su questi criteri:

Qualità dell’ovetto, l’elemento che userete anche in auto, perché secondo me la sicurezza va al primo posto.

Manovrabilità del passeggino: il nostro si guida davvero con un dito, considerate che spesso capita di non averne di più a disposizione.

Leggerezza della navicella*: la navicella omologata per l’auto serve solo in caso di viaggi molto lunghi, altrimenti potrete usare, fin dalla nascita, l’ovetto in auto e una cesta porte-enfant per le passeggiate. E’ molto probabile, inoltre, che dopo poche settimane risulti poco interessante per il neonato passare tanto tempo sdraiato! Per entrambe le mie bambine, prima della fine del primo mese, siamo passati all’ovetto perché sdraiate piangevano di noia.

*Faccio subito una considerazione: tutto il lessico dei prodotti dell’infanzia vi apparirà- e non a torto- una cosa extraterrestre, ma presto entrerà nel vostro vocabolario- che lo vogliate o no.

4

Tutto quello che serve per la pappa: idealmente, basta la mamma almeno fino al sesto mese. Se non scegliete l’allattamento al seno, vi serviranno un sacco di utensili, ma, soprattutto, la pazienza e la testa per non dimenticarli a casa quando uscite.

Se allattate e avete bisogno di essere sostituite ogni tanto, può essere utile un tiralatte (anche a pila, facilmente trasportabile), che può servirvi per lasciare un pasto al bambino, ma anche a voi per tirare il latte quando siete fuori casa. Prepararsi prima, trovare un gruppo di sostegno, avere sotto mano i numeri delle consulenti della Lega del Latte può aiutarvi ad arrivate preparate alle prime difficoltà, alle ricorrenti critiche, alla cultura del distacco sempre molto diffusa.

Sull’allattamento, consiglio due libri: “L’allattamento come relazione. I genitori raccontano“  e “Allattare è facile!” Qualunque sia la vostra scelta, è importante secondo me studiare la fisiologia e la psicologia dell’allattamento: si possono fare tante scelte diverse, ognuna adatta a voi, alla vostra famiglia, alle vostre esigenze, ma è importante scegliere con consapevolezza, per cercare di andare incontro anche alle esigenze dei bambini e non solo a quelle degli adulti e della società con le sue regole non sempre a misura di bambino. E’ importante, soprattutto, capire quanto il nutrimento nei primi mesi non sia solo ‘cibo’, ma contatto, relazione, attaccamento, cura, amore: sempre secondo me, la scelta del tipo di latte è in qualche modo secondaria al modo in cui lo si offre, alla consapevolezza con cui lo si fa.

5

Vorremmo tutti trovare ascolto, ascolto attivo se possibile. Un ascolto attento, partecipe, non giudicante. D’altra parte, la vita dei neogenitori non è per niente facile: il sonno che non basta mai, il tempo che ha imparato a volare o rallentare a ritmi mai visti prima, i media che parlano solo di crisi*. Invece, per quanto abbiate da raccontare, c’è sempre qualcuno che risponde al posto vostro. E per quanto abbiate sofferto, c’è sempre qualcuno che ha un mal di denti più doloroso del vostro TC. Pazienza! Vorrà dire che ci saranno più occasioni per esercitare noi stessi l’ascolto, capacità che ci sarà molto utile, da subito, con i nostri bambini.

*A questo proposito, secondo me, prima o poi ci diranno anche il nome del genio della sociologia che ha inventato questa nuova versione del più antico ‘Panem et circenses’…

6

Cosa serve per il bagnetto? Un telo di cotone, per rendere accogliente il lavandino, il posto più fermo, sicuro e comodo per i bambini e… per i genitori alle prime esperienze. Dopo, andrà benissimo un riduttore da usare nella vasca dei grandi. I prodotti? Biologici, naturali. E non solo quelli per il bagnetto… c’è chi ritiene che una casa pulita sia quella in cui si sono versati litri di prodotti tossici, io non condivido questa definizione e cerco di scegliere prodotti naturali.

7

Una buona dose di ironia (io non ne ho tanta, ma bisogna attrezzarsi): è noto infatti che i neogenitori sbagliano per definizione, qualsiasi cosa facciano troveranno qualcuno che li rimprovera, che avrebbe fatto diversamente e che, per il solo fatto di avere figli che sono sopravvissuti, si sentono dei grandi pedagoghi.

8

Una dose di pazienza in più se avete figlie femmine: verrete criticati se comprate dinosauri e macchinine. E troverete quasi solo proposte in rosa, fiocchettini e elettrodomestici. Succede lo stesso per i bambini, in realtà, cui si propongono solo giochi che promuovono la forza fisica e l’aggressività. Sta a chi si prende cura di loro iniziare a proporre una cultura libera da stereotipi.

9

Regalatevi un tappeto grande, su cui fare yoga insieme ai bambini. Yoga è una parola antichissima che significa una cosa semplice: legame. Da quando l’ho fatto con la mia bimba grande, mi è stato chiaro quanto questo legame possa essere non solo un fatto intimo, di unione con se stessi, ma anche un gioco per imparare a stare vicini ai propri bimbi.

10

Cercate un corso di massaggio neonatale: è stato provato che il massaggio stimola lo sviluppo cerebrale dei neonati, ma lo consiglio soprattutto perché sostiene il rapporto tra genitori e bambini, vi fa passare lunghi minuti occhi negli occhi e vi regala dei sorrisi indimenticabili (oltre a qualche consiglio pratico e naturale per far passare le coliche e i momenti di noia o di stress dei bambini).

11

Se vi piace stare in acqua, potrete cercare un corso di acquaticità neonatale. Soprattutto con i primi figli, si hanno molte paure, ma vi assicuro che dopo che avrete imparato a ‘lanciarlo’ e ‘tuffarlo sott’acqua’ saprete anche tenerlo in collo (in sicurezza) con una consapevolezza diversa, con una maggiore fiducia nei vostri gesti: tenere un bambino in acqua lo fa tornare leggero.

12

Chiedete una cosa semplice come il cuscino per l’allattamento o la fascia: vi permetteranno di tenere il bambino in braccio e, contemporaneamente, leggere, scrivere, camminare, giocare con i fratellini più grandi. Tenere i bambini vicini il più possibile non è solo una necessità del bambino o una scelta ideologica, ma è un grande strumento di conoscenza: a poco a poco, nessun progresso vi sfuggirà e nessun pianto vi sembrerà uguale all’altro. Una proposta che voglio provare subito è quella di far sperimentare la fascia anche alla sorellina.

13

Può essere utile una sdraietta, in alcuni momenti. Ad esempio, la mia bimba piccola la usa per farci compagnia a tavola oppure durante i giochi con la sorella. Abbiamo scelto una sdraietta in stoffa, semplicissima, che dondola seguendo il movimento delle bimbe ed è facile da trasportare. Se preferite, esistono anche modelli di sdraiette che si muovono, parlano, cantano, cullano il bimbo e non so che altro.

14

Un libro di poesie per bambini. Leggere prima di leggere è un’esperienza molto importante per i bambini. Leggere insieme genitori e bambini significa qualcosa di più. E i libri più belli sanno parlare ai genitori delle loro paure più profonde, quelle di cui nessun altro oggi ci dice nulla.

15

Una tata. A volte può essere d’aiuto consultare una persona più esperta: che sia un’ostetrica, una cosulente del latte, una babysitter o un’altra mamma. Ricordo però che proprio ad una figura deputata al sostegno è legata la nostra prima ‘crisi’ da neogenitori: questa consulente, al telefono, non faceva che rimproverarci. Ci diceva che avremmo dovuto chiamarla prima, avremmo dovuto fare in modo completamente diverso, che l’allattamento era fondamentale e rischiavamo di comprometterlo definitivamente…. in realtà, abbiamo proseguito per altri 20 mesi, nonostante le difficoltà iniziali, anche grazie al fatto che quella consulente non l’abbiamo chiamata mai più. Ecco, una figura di sostegno alla genitorialità può dirvi che avete sbagliato qualcosa, ma non può farvi sentire sbagliati, soprattutto dal momento che la state chiamando proprio perché avete scelto di mettervi in discussione e di chiedere aiuto e quindi, già solo per questo, siete sulla buona strada.

16

Amiche. Con figli o senza, le amiche sono insostituibili. Sono quelle che trovano tra le amiche delle amiche delle amiche quella che ha avuto il vostro stesso problema e sa consigliarvi come risolverlo. Sono quelle che dopo una lunga telefonata vi sanno dire quanto pesa essere lontane. Sono quelle che perdete per strada, il perché non si capisce. Sono quelle nuove, che arrivano dal web ma sanno essere vere.

17

Una connessione ad Internet. E’ noto che in rete si trova di tutto: servirà a mettere in crisi le proprie conoscenze e magari cambiarle, oppure a scoprire che ci sono milioni di persone che la pensano come noi, comunque la pensiamo. Se vogliamo, la rete ci aiuta a vincere tante paure, a riscoprirci e a imparare tante altre cose, basta imparare ad usarla, senza farsene usare (cosa quanto mai difficile, almeno per me).

18

E’ importante trovare il coraggio di mettersi in discussione, imparare. Un tempo, la competenza dei genitori passava dall’esperienza in famiglie allargate e, anche per questo, tendeva a rimanere più o meno la stessa. Oggi, ci sono molte ricerche e molte proposte diverse: trovate quella che più vi convince e studiate. Ascoltate e criticate. Ma senza andare in crisi, senza sperare di diventare genitori perfetti.

19

Tempo: fatevi regalare tempo, tempo da qualcuno che possa occuparsi della casa al posto vostro, da qualcuno che possa parlare con voi al telefono se è lontano, da chi può fare con voi una passegiata.

E regalatevi tempo, tempo per allattare senza correre da nessun’altra parte, tempo per guardare il vostro bimbo negli occhi, tempo per annusarne l’odore, tempo per imparare a riconsocervi a pelle.

20

Non vi servirà molto altro, anzi, sono sicura che si possa fare a meno anche di tanto di ciò che trovate in questo elenco. Ma state sicuri che se vi dedicherete ai vostri bambini con pazienza e ascolto nei primi mesi, imparerete presto a sapere da loro cosa vogliono.

Non il vostro tempo, di qualità o meno.

E’ una richiesta pressante, profonda, un bisogno vero, urgente, famelico, vorace.

I nostri bambini hanno bisogno di noi. Genitori presenti a se stessi e agli altri con autenticità e profondità.

Per questo è tanto difficile: ad essere veri, oggi, si perde presto l’abitudine. Ricominciare con i bambini può essere di grande aiuto. E’ di aiuto fare come loro, essere curiosi e sempre disponibili ad imparare qualcosa di nuovo. Ma, soprattutto, ad imparare da loro, dai figli, perché è di questi nostri bambini che siamo genitori, non dei bambini degli studi scientifici o di quelli dei manuali o di quelli dei nostri sogni. Una neomamma, con il braccio il neonato, ha detto: “Anch’io ho otto giorni, oggi.”

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