Sul sito d’ispirazione neonazista “HolyWar”, è stato pubblicato un elenco di 163 nomi in cui compaiono le più svariate categorie di professionisti quali filosofi, storici, letterati, economisti, giuristi, tra cui molti noti intellettuali. Riguardo alle alte professionalità Italiane, compaiono i cattedratici di 26 atenei d’Italia.
Sulla comparsa di questi elenchi sarebbero in corso accertamenti della digos e della polizia postale. Già nel Febbraio scorso, il sito “holywar”, insieme a un altro portale neonazista, “stormfront”, era finito nel mirino degli agenti dopo la pubblicazione di un’altra lista, in cui venivano riportati 78 cognomi di pisani ebrei.
Nel mirino di questa organizzazione neonazista, antisemita, le Università hanno tutte sedi in Italia: Roma, Trieste, Torino, Udine, Venezia, Milano, Pavia, Bologna, Ferrara, Modena, Reggio Emilia, Genova, Firenze (la presenza di quattro docenti dell’ateneo del capoluogo toscano è indicata oggi su “Il Corriere Fiorentino”), Pisa, Perugia, Urbino, Macerata, Napoli, Chieti, Cassino, Lecce, Bari, in Calabria e a Palermo.
Ma non è finita, esiste un’altra lista, sempre pubblicata sul loro portale, con i nomi di altre personalità accusate di essere “complici” di Israele: tra gli italiani, direttori di giornali, editorialisti, cronisti, semiologi, filosofi, scrittori, deputati, parlamentari europei, esponenti della comunità ebraica.
E qui è la volta di giornalisti e saggisti come Giuliano Ferrara, Alain Elkann o Carlo Panella. Su quali misure, a questo punto, le autorità intendano prendere contro il ‘Holy war’ e se vi sia un reale allarme per la sicurezza delle persone elencate, c’è il massimo riserbo.
E, come se non bastasse, questi fanatici hanno sul loro portale anche un elenco di 1.650 cognomi di famiglie italiane di origine ebraica.
I cognomi sono raggruppati sia in ordine alfabetico che in base alla provincia dove sono più diffusi. I patronimici, definiti “i cognomi degli ebrei e dei falsi convertiti”, sono raccolti in liste diverse per ciascuna delle zone ritenute a maggiore diffusione.
Insomma, c’è da preoccuparsi per l’ostinazione di questi gruppi ad alto contenuto “Fobico” nazionalista, che stilano meticolosi elenchi, e che inneggiano ad un nazismo da seconda guerra Mondiale tanto da invitare, sempre sul loro sito, i “simpatizzanti, a scaricare dalla rete un film di propaganda antisemita uscito in Germania nel 1940!