Magazine Diario personale

Listography 11- Sembro nata per lagnarmi

Da Doppiogeffer @DoppioGeffer
Sì, lo so, non si può avere tutto dalla vita; piatti pronti, porte aperte, sorrisi e gentilezze da tutti....però ci son situazioni che lasciano l'amaro in bocca.
Lo dico come consumatrice, individuo, studentessa e lagnosa DOC.Cioè, ormai ho quasi venticinque anni, son vaccinata, ho diritto di voto, ho la patente, prossimamente su questi schermi pure una laurea....e voi solo ADESSO, solo ORA......
MI FATE I LEGO CON LE PRINCIPESSE DISNEY?
Ma io vi odio con  tutto il cuore!
Ho passato anni e anni della mia vita costruendo castelli "fatati" con i mattoncini della stazione dei pompieri che aveva mio cugino! Pomeriggi interi a cucire gonnelline per quegli "omini" dei Lego senza sesso e senza capelli, mesi e mesi raccattando tutti quegli sparuti fiorellini bianchi che voi buttavate nelle confezioni (giusto per far peso) per poter creare almeno un centrotavola....e adesso che son adulta mi fate i Lego Friends e la carrozza di Cenerentola da montare?
Siete cattivi.
Ok, effettivamente il bello dei mattoncini è sempre stato il poter creare la qualsisi con i soliti 500 pezzi...però dai, pensarci prima?
Oh, per me sarebbe stato tempo risparmiato 
per fare altri giochi.
Sì, quand'ero piccola giocavo con tante cose. Cose costruite da me, cose trovate in giro,cose acquistate, cose regalate....di tutto.
Ed anche lì dove il giocattolo era perfetto ed "altamente tecnologico" (almeno, lo era per gli anni '90) io usavo tutta la mia fantasia.
Fantasia che, per la cronaca, mi sta lentamente abbandonando a causa dell'età, dello studio, dello stress e del pc.
The Life In A Year
11° Listography- Your favorite toys played whit as a child per gli amici che mi stanno seguendo, si parla dei giochi con cui maggiormente giocavo da bambina.

1) Barbie:Avevo il camper di Barbie, la casa di Barbie (purtroppo non quella con l'ascensore ma quella a valigetta), la spider rosso fiammante di Barbie, la vespa di Barbie, il servizio da dodici Barbie con annesse posate in metallo, il frigorifero di Barbie con tanto di cibo...
e poi 2 Shelly, un Tommy (fratellino di Ken) 2 Ken (uno dei quali rinominato Nick), 2 Skipper, una Barbie di colore, Barbie dentista con tanto di sedia e spazzolino per i denti, Barbie sciatrice olimpionica, Barbie con i trucchi nella gonna,  Barbie Sirena con coda che cambia colore, due Tania e....e basta.
Tutto il resto, dal vestito da sposa a le loro avventure, era frutto delle mie manine e della mia mente.
Tagliavo loro i capelli e/o facevo loro la tinta con i pennarelli Carioca; cucivo vestitini (storti) e aprivo negozi di abiti negli scatoloni di cartone...e poi, da brava bambina qual ero, le mie Barbie erano tutte fighe; karateke, dirigenti d'azienda di giorno, cantanti/attrici di sera e con dei fidanzati pirla (Nick e Ken) buoni solo per esser menati. Più precisamente, menati e lanciati in aria.
2) Polly Pocket:

mettiamo in chiaro una cosa; voi che avete reso le gloriose Polly Pocket delle Barbie versione mignon siete delle brutte persone. Davvero.
Le Polly Pocket, quelle VERE di quand'ero bimba io, erano più piccole di una clips per la manicure; composte da busto e arti (quest'ultimi incollati tra di loro) facilmente divisibili, potevano solo esser piegate a 90°. Eppure, erano uno dei miei giochi preferiti. Ne avevo circa dieci con annesse "case-cofanetto" e con loro davo vita ad un'intera città dove io ero il sindaco.

3) I personaggi degli ovetti Kinder:

poichè ero una bimba parecchio golosa e molto brava nelle compravendite (es: "se io pulisco camera mia, tu mi compri una confezione da tre di ovetti Kinder?"), avevo e ho ancora oggi un bidoncino metallico (precisamente quello dei pandori) pieno di questi personaggi; i coccodrilli, le tartallegre, i fantasmi, i leoni vestiti da egiziani ecc ecc, più i personaggi degli ovetti di cioccolato di marche sì poco conosciute, ma contenenti personaggi come Topolino, Minnie, Paperino...oppure quelli contenenti i personaggi di Asterix e Obelix.
Insomma, erano e sono talmente tanti che, nei pomeriggi in cui non giocavo con la Barbie o con le Polly Pocket, perdevo mezza giornata per costruire la loro città con le scatole delle scarpe, posizionare ognuno di loro negli appositi quartieri d'appartenenza, creare una storia, fare le voci e....e rimetterli a posto.
4) Bambolotti vari:
Cicciobello "che non fa un cazzo", i gemellini "che se li allontani l'uno dall'altra iniziano a piangere e non la finiscono più fino a quando non levi loro le pile o li sbatti violentemente contro il muro" e Giulia, una bambola che non aveva nemmeno gli occhi che si chiudevano se la sdraiavi perchè erano DIPINTI.

5)Cucina:

pentolini e pentolette, padelline e finti alimenti riempivano il tavolo della cucina di mia nonna. Avevo il "frullatore", il mattarello, il fornellino..tutto. Ma, non contenta di ciò, obbligavo la suddetta nonna ad impastare pasta di sale o acqua e farina in modo da "cucinare" delle torte.
Torte che, modestia a parte, potevan avere solo due gusti: al latte (la pasta lasciata così com'era) o al cioccolato (pasta di sale più fango del giardino).
Benedetta Parodi si poteva metter di lato.
6) Venditrice di gioielli/ gioielliera:
quand'ero piccola trovai il portagioie di mia madre dove custodiva tutte le collanine (non d'oro) di quand'era ragazza e fu subito amore con tanto di supporto da parte di mia nonna che ripeteva "ma cosa potrà mai farci la bambina?".
Già, cosa potevo mai farci? Niente...le smontavo e le rimontavo a mio piacimento usando i denti da latte ancora rimastimi in bocca come pinze per chiudere gli anellini.
E una volta ricostruite secondo il mio personalissimo gusto, mi posizionavo in cucina doveì, con l'ausilio di mio cugino, davamo il via alla vendita di gioielli stile "Arrarrarra" dei Fichi D'India.

7)Esploratrice:

con la scusa di star all'aria aperta, mia nonna mi spediva in giardino per non combinare grossi guai. Perciò, non sapendo come dar fondo alla mia fantasia, con quattro sedie, un vecchio lenzuolo e delle mollette mi costruivo l'accampamento dove "custodivo" l'acqua potabile (borraccia dell'asilo), il cibo (pacchi di biscotti fregati in cucina), la mappa (carta geografica strappata dall'Atlante DeAgostini) e le armi per esplorare "la giungla".Già, mica scema, io esploravo quella "giungla" armata di coltello (coltellino per tagliare il GranaPadano), frusta (corda intrecciata) e arco (canna di bambù con una lenza legata a gli estremi) con annessa faretra (ottenuta da un vecchio tubo chiuso alla base con un calzino).
La pala per girare le zolle di terra messa di lato, un limone tagliato in due per "curare le eventuali ferite" e via, mi arrampicavo su gli alberi per spiare i leoni, dissotterravo tesori, combattevo contro gli indigeni...
8) La scienziata (pazza):
secondo voi perchè mi ritrovo a sputar sangue amaro su gli ioni a comune che DEPRIMONO la dissociazione dell'acido? 
Perchè non ho nulla da fare? No. Io son buttata in quel sotto girone dell'Inferno, conosciuto come dipartimento di Chimica, perchè da piccola giocavo a far la scienziata pazza.
Un vecchio camice di papà addosso, un libro di biochimica preso dalla sua libreria, occhialetti protettivi compratimi per l'occasione, microscopio regalatomi per un Natale, bicchieri di plastica e profumi, detersivi, saponi, shampoo, bagnoschiuma, alcolici, bibite di vario genere....
tutto veniva da me mescolato, guardato e analizzato.Prendevo un fiore? Lo pestavo fino a quando non gli facevo uscire "il succo" e poi mettevo questa poltiglia dentro un bicchiere per vedere che reazione scaturiva con l'acqua/il sapone/la prima cosa capitatami sotto mano.
Trovavo una pietra? Cercavo di capire se, immersa nel Tavernello, si sarebbe sciolta e/o colorata.
A fine esperimento, ovviamente, annotavo tutto in un quaderno senza sapere che, quasi vent'anni dopo, avrei odiato i quaderni di laboratorio.
E no, non ho mai ricevuto il Piccolo Chimico.

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