Magazine Diario personale

Listography 6- Eppur si muove (il mio cervello)

Da Doppiogeffer @DoppioGeffer
Sembra facile, e invece non lo è quasi mai.....lo canterai, lo scalderai  dal freddo e il gelo e lotterai, sì lotterai perchè sia vero....no no gente, non me ne voglia Cé ma queste strofe oggi vanno estrapolate dal loro contesto.Niente allarmismi, non son tornata in campo come single incallita con qualche spruzzo di acido muriatico contro il genere maschile.Diciamo che mi viene di dedicare queste dolci parole allo studio e a ciò che ne deriverà.Come molti di voi avranno letto nell'ultimo post, in questo mese sono oberata dagli impegni accademici che, speriamo, un giorno lontano mi potranno permettere di dire:
<<Ecco, mi son spaccata il cuscinetto cellulitico che tengo a fine colonna vertebrale, ma porca spatola! Ne è valsa la pena dato che faccio un lavoro che mi piace!>>.
Perciò, ho salutato tutti voi lettori fissi/occasionali/passati per sbaglio promettendovi di ritagliare un lasso di tempo non troppo lassativo per aggiornare il blog, eclissandomi così dalle scene e dai template.
Ovviamente, manco a farlo apposta, dopo due giorni da quel saluti e baci, paga le tasse e taci, è uscito....
The Life In A Year
cioè
6° Listography: Your Past Jobs.Che no, non vuol dire "il tuo passato con Steve Jobs e i suoi prodotti" ma, in maniera papale papale,  significa "i tuoi lavori passati".
Ecco, fare la figlia vale come lavoro? No, perché la sottoscritta ha si dato servizi per privati e comunità, ma non ha mai ricevuto ciò che in teoria equivale ad uno stipendio. Ovvero, dicendolo chiaro e tondo, ho fatto dei lavoretti ma non son mai stata realmente pagata.
Perciò, sic stantibus rebus e stinnastipirifunny, io elencherò ciò che ho fatto. Ma non li chiamerei lavori, sia chiaro.
1) Babysitter.
Cioè,leggendo le listography delle altre blogger, questo "mestiere" è stato fatto da TUTTE, alla faccia delle liceali americane che il sabato sera tengono a bada dei marmocchi pestiferi mentre i loro fidanzatiquarterback tentano di entrare dalla finestra per poter avere finalmente una casa libera dove pomiciare come si deve pur avendo in mano ancora il pallone da football (ma non è che lo usano come borsellino per i condom?) post allenamento per l'ultima gara del campionato dove uno che fa da manager sarà in tribuna e lo troverà così bravo nel gioco da dargli una borsa di studio alla faccia di tutti i nerd che si son fatti venire il callo dello scrittore e la gobba da sgobbone. Ok, fine film. 
Che poi, sostanzialmente, che ne so io di come sia il fare da tata in casa altrui visto che per me il babysitteraggio è stato spiaggia.
Oh sì, ho fatto la "babysitter" con costume, infradito, pareo e poppante pronta a scaricarmi addosso circa 5 chili di cacchina verde Hulk. Con l'olio Johnson Baby spalmato ovunque per un motivo qualsiasi meno che per lo stare ferma sotto l'ombrellone a prendere il solleone soprattutto dato il fatto che quella dolce infante dai capelli neri e gli occhioni verdi aveva il vizietto di correre, con quelle gambine paffute e il costumino di Hello Kitty, verso la prima onda anomala che vedeva.
E no, non fui pagata. Erano conoscenti di famiglia, potevo mica dir loro "ehi tu, guarda che ho in mano un pannolino di tua figlia e so come usarlo! Sgancia la grana e qui nessuno si farà male!" ?
2) Hostess  AHahahahahahahahahNO,scusate, è che se ci penso ancora mi vien da ridere! Intanto mi pare giusto dirvi che questa brillante carriera fatta di ballerine con mezzo tacco e camicia bianca immacolata risale a prima del pareo con rigurgito di formaggino Mio.
Già, se a 17 anni ho babisitterato, a tredici mi misero a fare la hostess. Esatto, a tredici anni. Puro e semplice sfruttamento minorile mascherato da "prove tecniche di lavoro" e "progetto scolastico".
In pratica, invece di stare in aula a cazzeggiare, pensare a Cesare Cremonini o ad imparare qualcosa che potesse poi servirmi al liceo e/o all'università, la nostra insegnante-referente di classe ci spediva a fare da hostess durante dei convegni di gente a noi completamente sconosciuta, oppure durante rappresentazioni teatrali e/o in una sottospecie di museo visitato esclusivamente da turisti stranieri a cui, ovviamente, dovevamo parlare in inglese.
Anzi no, specifico: a cui dovevamo TRADURRE DAL SICILIANO I NOMI DEGLI OGGETTI ESPOSTI.
Della serie "This is cantarano...come minchia lo dico cantarano? Armoire? No, questo è francese!".
Logicamente, non fummo nè pagate nè ricevemmo voti extra.
3) PR
Per un brevissimo periodo la sottoscritta vendeva prevendite per le serate in disco organizzate da un gruppo d'amici.
Dunque, per un brevissimo periodo, la qui presente aveva una rubrica telefonica lunga più della Salerno-ReggioCalabria, girava con la borsa tenuta a metà braccio così come si fa quando si deve tener fermo il cotone dopo le analisi al sangue, vestiva in maniera impeccabile e riusciva a vendere prevendite anche alla prof zitella della sezione C. E io frequentavo la sezione A, giusto per spiegarvi la mia bravura nelle vendite che manco Mastrota ci può.
Logicamente, entro un certo range di prevendite sapientemente distribuite entravo gratis, con un altro range avevo consumazione illimitata e da un tot in poi venivo pagata. Non so perchè ma mi fermavo sempre alle consumazioni.
4) Buttadentro
Sempre nel periodo "Lunedì sera alla discoteca, martedì sera alla discoteca, mercoledì che mal di testa ma sono andata alla discoteca...", quando non si sapeva come tenermi a bada mi si appioppavano dei lavoretti. Il fotografo della situazione mi lanciava la sua reflex e mi buttava a centro pista per provare l'ebrezza di scattar foto a gente completamente ubriaca che mi obbligava a fare lo stesso scatto 40VOLTE fino a quando non venivano in maniera decente tutti e 30 i deficienti con la camicia aperta, mi mettevano alla cassa per controllare le liste, mi mandavano a prender da bere per tutti....il solito. Tra questi, ho avuto il piacere di fare la BUTTADENTRO.
Mentre Igor l'armadio a 3 ante e gli altri bodyguards controllavano pista ed ingresso in modo da allontanare i molesti, io venni posizionata davanti la porta del privè con tanto di cartellina contenente i nominativi dei pochi eletti che potessero entrare lì dove la musica non spaccava i timpani.
Perciò, con l'elenco alla mano e conoscendo più o meno tutti gli habitué, dovevo riuscire a far entrare chi ne aveva il "diritto" senza cedere alle insistenze di chi invece non aveva il privilegio del privè.
Com'è ovvio che sia, una sera fui talmente diligente da non far entrare il VIP chiamato per la serata, proprio perchè il suo nome non compariva nella lista.
5) Volantinaggio
Oddio, fu solo per due giorni e sempre per la discoteca.
Però diamine, che scarpinata! Che lingua felpata a furia di spiegare tutte le modalità della serata ai negozianti a cui chiedevo se potevo appendere la locandina dell'evento sulla loro vetrina, che piedi gonfi, che freddo boia perchè fine Dicembre, che nervi contro i vecchi rompiballe.... No, dai, l'unica cosa che ricordo è il freddo boia.
6) Fotografa
Sì, è vero, ho detto che in disco mi capitava di far le veci del fotografo ufficiale. Ma, da cinque anni a questa parte e tre compatte passate da sotto le mie mani, sono io la fotografa UFFICIALE della band del mio moroso.
In cinque anni tondi tondi di concerti (e ne ho saltati soltanto 4) ho collezionato la bellezza di 20000 fotografie solo per loro.
Foto di tutti i componenti, foto di ognuno di loro preso singolarmente, foto dall'alto, dal basso, di fronte e di lato, foto sfocate e foto perfette, foto mentre starnutiscono e foto mentre son talmente presi dalla musica da non accorgersi nemmeno che io son salita sul palco per far una foto levando la visuale alle solite quattro ragazzine scalmanate che a fine serata vorrebbero tanto fermarsi a parlare con qualcuno di loro.
Foto, foto, foto ovunque foto. Chiunque entri nella loro pagina Facebook e sfogli i loro album di foto, troverà le mie foto (salvo due o tre).
Aggiungiamo a questo "mestiere" l'esser pure la fidanzata groupie più anziana, e vi verrà facile capire quanti soldi guadagni ad ogni serata: ZERO PATACCA.
Però lo faccio con tanto piacere. Almeno, io lo faccio con piacere ma se poi si riuniscono e mi vogliono ricompensare con un 70-300mm non m'offendo!
7) Studentessa
Dicono che fare lo studente sia di per sè un lavoro.
Addirittura alcuni sostengono che in alcuni paesi, forse lì dove vive il Mago di Oz o lì dove ha residenza lo Stregatto, gli studenti vengano PAGATI per studiare.
Io, sinceramente, a parte qualche piccola gratifica da parte dei miei (tipo: "sei arrivata quarta alle selezioni per le olimpiadi matematiche? Allora ti regalo un paio di occhiali da sole") non ho mai visto il becco di un quattrino.
Anzi, i soldi in questo caso son usciti copiosamente e per questo spero tanto di ritrovarmi a Marzo con qualche pensiero in meno e qualche "soldino" in più.
Per questo vorrei tanto riuscire a "licenziarmi" da questo mestiere il più presto possibile sebbene varie cose si stiano mettendo tra me e la "buona uscita".
Ma chi vivrà (e studierà) vedrà, no?
Ecco, questi sono i miei "lavori passati".
Detto ciò, colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro che nell'ultimo post m'han mandato i loro più sinceri auguri ed in bocca al lupo e dar loro anche due notizie, una buona ed una cattiva;
la prima, quella buona, è che Mister Arancia TuttonasoPocopene non è un'arancia transgenica. Egli era formato da due diverse "parti" della stessa famiglia (mandarancio per la testa e arancia per il corpo) che son state da me unite.
La seconda notizia, ahimè, è che a poche ore dalla pubblicazione di quel post Mister Arancia è stato brutalmente mangiato dai miei genitori.
Ne danno il triste annuncio i mandarini suoi nipoti, la signora Aringa sua amica fedele e i piccoli kumquat. Si dispensa dalle visite e dai fiori che non marciscono, zagare comprese.

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