
Nella foto che vedete (con la quale rispondo tardivamente a un Tag di Arim che era su Facebook) stavo leccando lo zucchero dalla tazzina del caffè.
E ho provato spudoratamente a negare di essere la colpevole di una impronta di manina da seienne con vernice rossa sul muro del nostro garage. A cui avevamo accesso la sottoscritta seienne, il fratello dodicenne e i suoi due genitori. Ed è stata l'unica volta-che ricordi- in cui fui punita: per la bugia, non per l'atto in sè (che geniale non era, sia chiaro).Perchè ero monella E impunita.
Sono convinta che la mia "impunità" mi abbia fatto crescere con meno paure e timori, più forte e sicura: quando sbagliavo, gli errori erano privi di conseguenze dolorose ma non di spiegazioni e nuove comprensioni. Non credo potrò mai essere abbastanza grata ai miei genitori per avermi insegnato, nella pratica e non solo in teoria, che davvero gli errori sono possibilità. (sì, sono andata fuori tema. Voi non odiatemi però. E raccontatemi la vostra)






