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Little alien

Da Paterpuer @paterpuer
Questo post è in qualche modo off topic, non si parla di mio figlio. Si parla però (in qualche modo) del suo papà
Io al MomCamp 2011: un papà in mezzo a un mammodromo colorato, I'm a little alien, sì, non capivo se ero un pesce fuor d'acqua o nel bel mezzo del mio elemento naturale.
A pochi passi dal luogo del raduno ho cominciato a sentire un po' l'emozione, lo confesso. Tanta gente, sorrisi, la proverbiale paura adolescenziale di essere impacciati.
Mi son piaciute l'energia e la solarità di chi c'era.
Vista coi miei occhi quest'esperienza mi ha sorpreso. Il mondo dei genitori blogger mi piace moltissimo perché trovo persone che sanno scrivere bene e la cantano giusta. Eserci di persona mi ha fatto toccare con mano le cose in comune: voglia, forza, entusiasmo, determinazione.
Il giorno dopo leggo tanto entusiasmo nei blog di chi ha partecipato, leggo anche quelche post che sa di occasione mancata.
Perché? È questa benedetta determinazione delle donne che - secondo me - dipinge i resoconti ombrosi, quella determinazione che ha fatto sì che moltissime (uso il femminile perché tanto l'unica declinazione maschile tra le relazioni era la mia) mamme abbiano interpretato il tema ("il futuro delle mamme online e non solo") come ipotesi di un futuro professionale tracciato grazie all'attività di blogger. Molte già lo fanno del resto. Il tema in sé però non comportava in maniera automatica questa strada. Di fronte a un tema aperto il senso di insoddisfazione è frutto della determinazione a proseguire un'attività che - evidentemente - entusiasma e che molte vogliono scegliere come mestiere. Quasi una ricerca di indicazioni più pratiche, più operative; quasi come se il tema del MomCamp fosse già stato superato con un balzo: noi sappiamo quale futuro vogliamo, aiutateci a costruirlo. Ben più di un interrogarsi sul futuro!
Lancio l'idea per il prossimo passo: workshop?
Alcuni degli interventi mi hanno fatto risuonare qualcosa, altri meno. Ciò che però mi ha fatto risuonare l'anima al completo sono state le persone. Un po' pesce fuor d'acqua lo ero (le mamme online giustamente rivendicano un'identità di genere che nel quotidiano è difficile da esercitare, a partire dai congedi per maternità) ma rimanere in posizione defilata mi ha lasciato il tempo per sentire le cose e percepirne la bellezza.
C'è un piccolo movimento, c'è un'epoca che ha un nuovo protagonista, c'è una tecnologia che è stata interpretata al meglio. Spero solo che all'inevitabile incontro con le aziende i protagonisti di questo movimento arrivino preparati, solidi e tenaci. Le aziende dal canto loro  hanno ancora tanta strada da fare, quelli del marketing, quelli della comunicazione, gli amministratori delegati... Chissà che non si possa ipotizzare un MomCamp 2012 in cui le aziende vengono a chiedere cosa e come vogliamo i prodotti.
Mi sento di dover ringraziare col cuore chi ha organizzato il tutto, chi c'era e chi ha dispensato sorrisi. Io per parte mia, tanto a mio agio con un microfono in mano, tanto prudente senza, ho vissuto una bella giornata e spero che tutta quell'energia si trasformi in forza. Una forza che andrà a beneficio sia di chi non c'era ma è comunque parte del gioco, sia di tutti gli altri. Un'organizzazione sociale che consideri la maternità un fatto sano e reale della vita è un miglioramento per tutti, nessuno escluso.
Essere l'unico maschio relatore (ma non l'unico partecipante registrato), essere un'anomalia, è stato un piacere, ma al di là dei dati oggettivi che mi vogliono quale altra metà del cielo, io c'ero perché mi sento parte di una categoria più ampia, che è quella dei genitori che si affidano alla rete per parlare, condividere e confrontarsi.

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