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Live! Ascolti record al primo colpo

Creato il 19 marzo 2012 da Giuseppe Armellini
Live! Ascolti record al primo colpoSolo un demente come me può trovare un aggancio tra l'ultimo film recensito, l'incredibile One-eyed Monster e questo Live! (il punto esclamativo non glielo regalo certo io, è sempliccemente così).
Sì perchè nemmeno a farlo apposta sono uno l'esatto contrario dell'altro. Il primo è assurdo, improbabile, senza senso ma riesce comunque a risultare vero, genuino e credibile, il secondo vorrebbe essere vero, genuino e credibile mentre in realtà si rivela un pastrocchio finto ed improbabile come raramente se ne vedono.
Il soggetto, attualissimo, specie nell'anno di uscita del film (2007), riguarda l'inesorabile deriva del reality show, la ricerca dell'audience ad ogni costo, il trash che si lorda del sangue, della tragedia, per risultare più appetibile.
Sì, perchè la responsabile dei programmi di una grande tv americana, l'insopportabile Katy -un'ancora più insopportabile Eva Mendes- insieme alla sua troupe sforna un'idea geniale: un reality show nudo e crudo in cui 6 persone giocano alla roulette russa (peraltro senza far girare il tamburo ogni volta, ossia morte certa di uno). E' uno spettacolo ovviamente unico che mette in palio un fracco di soldi, roba per la quale avere solo il 16% di morire alla fine è un rischio da poter correre in effetti. Lo show, non si sa accettato da chi, SI FARA' , il morto ci sarà ma almeno lo spettatore avrà la sua gratificazione personale con un'altra morte, questa non da copione, ma immensamente più giusta.
Il problema di Live! non è la trama, anzi, questo è un soggetto che messo in mani più esperte e mature avrebbe portato probabilmente a risultati straordinari.
Il problema di Live! è che sia tutto tremendamente finto.
Finto è il modo di girarlo, tutto in mockumentary, quando non ce n'era il minimo bisogno. Questo era un film da regia classica, non scherziamo, che ci sia un operatore che segue la Mendes anche quando va al bagno a ruttare è una cosa assolutamente priva di senso (tra l'altro c'è un montaggio iniziale pieno di ellissi temporali, vera kriptonite dei mockumentary). In più, a differenza degli altri finti documentari, non ci viene nemmeno svelato il motivo di tale scelta.
Finte sono le interpretazioni, specie quella della sopracitata Mendes, esagerata all'inverosimile, a dimostrazione che anche per recitare ruoli senza classe bisogna aver classe.
Finti sono tutti gli orrendi inserti delle interviste ai protagonisti. Tra l'altro è davvero incredibile che dobbiamo sorbircele tutte e per intero, vera e propria cartina di tornasole che dimostra l'assoluta, ripeto assoluta, mancanza di idee che sta alla base del film. E tremendamente finti, per restare in tema, sono anche i vari talk show di presentazione al programma.
Finta, soprattutto, è l'intera architrave del film, ossia il dover credere che in un paese teoricamente civile come gli Stati Uniti lo Stato possa accettare un programma dove si uccide sine dubio un individuo, peraltro in modo così cruento. Sarebbero stati molti gli escamotage per evitare questo, fare uno show clandestino, ambientare il film in un lontano futuro distopico o in un paese meno civilizzato, trovare un reality con qualcosa sì di pericoloso e forse anche mortale ma non l'esecuzione sicura di un concorrente in un modo così efferato. Come può lo spettatore credere alla vicenda che ha davanti agli occhi? A uno show visto da centinaia di milioni di americani ambientato negli anni 2000 in cui tra vallette e lustrini si fa saltare il cervello di un uomo?
Con i parenti che stanno lì in prima fila in apprensione vedendo il loro amato caro con una pistola sulla tempia?
Sì, è vero, questo è un film autoriale sulla deriva dei reality, la scelta quindi è stata ottima ed incisiva.
Ma per favore...
Gli ultimi 20 minuti sollevano un pochino la pellicola, ovviamente con la roulette russa un minimo di tensione c'è sempre, impossibile negarlo. Ma anche qua l'assoluta mancanza di idee di cui sopra porta a uno schematismo davvero incredibile. Per 5 volte, inquadratura per inquadratura, abbiamo lo stesso iter. L'odioso presentatore che chiacchiera, il filmato del protagonista, la pistola che arriva, il piano di ascolto sui parenti, la pistola alla tempia, lo sparo (a salve o no), la cabina di regia dove arrivano i dati dell'auditel, il regista che con la voce di Peter Griffin ordina di mandare la musica.
Sempre uguale.
Sempre.
Ma il nostro crogiolo di finzioni deve ancora presentare le sue due carte migliori.
Il ragazzo si fa saltare la testa e muore sul colpo in un bagno di sangue.
L'ultimo quindi è salvo.
La gente inizia ad applaudire, c'è la standing ovation.
(riga vuota per il velo pietoso, anzi 2)
Per fare certi film serve maturità, credibilità, tatto e non sprezzo del ridicolo.
Poi alla fine c'è l'altro omicidio.
Meno male direte, il finale risolleva un pò.
No, prima dei titoli appare
IN MEMORIAM
con la data di nascita e di morte della protagonista
e forse per la prima volta nel film si desidera che l'ennesima pessima finzione in realtà non sia tale.
Sperando che i parenti della Mendes non leggano.
( voto 4,5 )

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