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Livello 32

Creato il 19 giugno 2011 da Eldacar
LIVELLO 32
Festeggiare il compleanno, non è mai stata la mia specialità. In linea di massima, un compleanno, significa un altro anno passato e in alcuni casi, bilanci di qualche tipo. Non è il mio problema, ma comunque si tratta di tempo che va via e, nello specifico, di meno tempo per fare cose. E le cose da fare sono sempre tante e più si va avanti più, almeno per me, aumentano. Mettiamoci pure che non mi piace stare al centro dell'attenzione e il cerchio si chiude. Intendiamoci: non mi piace stare al centro dell'attenzione quando finiscono per mettermici, quando decido io mi piace e come, ma è un'altra storia. In ogni caso, non porto nel cuore ricordi particolari di feste significative e trovo traccia di avvenimenti più o meno rimossi con regolarità, solo nelle fotografie o nei discorsi di altri. Per capirsi: per me ogni giorno è buono per uscire a cena, stare con gli amici e con la mia famiglia. Le riunioni comandate, dove tutti devono essere felici per forza, mi fanno girare le palle. Il 19 giugno come il 25 dicembre sono due date qualsiasi del calendario. Quando arrivano, c'è solo l'amara constatazione che non sono più un ragazzino, anche se mi ci sento tanto quanto tanti anni fa.
Spremendo le meningi a fondo, ricordo una torta alla frutta che fu causa di una mega scazzata con mia mamma: solo gli sfigati avevano la torta alla frutta e davanti ai miei compagni di classe (mi pare avessi 6 anni) mi era stata di fatto rovinata la piazza. La seconda cartolina è quellao dei 18 anni. Non tanto per la maggiore età, quanto perchè giugno del '97 fu un mese particolare: ho festeggiato con un braccio rotto, con un gesso preso durante Fiordicalcio, un torneo di calcio giovanile organizzato ai Castelli Romani, che sarebbe dovuto diventare il nuovo Viareggio (le Primavera più forti d'Italia, squadre straniere etc.). Dopo 2 minuti, contro la ancora viva e vegeta Lodigiani, doppio miracolo da un metro con la stessa mano su un doppio missile di non mi ricordo chi (andato poi dopo all'Inter). Applausi a scena aperta e un dito girato al contrario nel guanto. Una parata che ha aperto la strada agli anni successivi di pellegrinaggi calcistici tra Nocera, Frosinone e via dicendo, prima di approdare al giornalismo e ai videogiochi. Ricordo anche quel giugno, anche perchè incontrai quella che poi per i 10 anni successivi è stata la donna con cui ho passato la vita, fino alla successiva ricorrenza "salvata", quella dei 30, in lacrime in un ristorante dopo una separazione che, a conti fatti, è stata invece la cosa migliore accaduta negli ultimi 5 anni a livello personale, visto poi quel che è uscito fuori. E pensare che per un po' di tempo, ero perfino arrivato a mettere in dubbio alcuni punti fermi della mia vita e determinati valori e persone.
Questo per dire cosa? Non lo so, in realtà, ma questo 19 giugno è sicuramente particolare: sono da solo a casa, a Varese, con tante cose da fare e poco tempo per pensare. Però sereno e questa è sempre una buona cosa, che mi andava di condividere. E il merito è della mia famiglia e della donna che mi sopporta tutti i giorni, da un bel pezzo. Tra l'altro, la foto in apertura è stata fatta ad hoc, per la serie "32 ma sono sempre il solito pirla di 15 anni fa", quindi la posa rock è volutamente biNbominkia. Lo spiego, perchè a quanto pare alcune persone hanno bisogno dei disegnini per intendere alcuni concetti semplici fino in fondo (giusto oggi ho zappato un paio di tardoni da Facebook, nel nome del nuovo trend: non posso innervosirmi perchè la gente è stupida). Grazie a tutti quelli che mi hanno fatto gli auguri, già che ci sono. Parlo di quelli sinceri, ovviamente. Quelli finti, che so benissimo da dove arrivano, sono stati già neutralizzati con una sana grattata di balle.
Aloha!

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