Questa storia dovrebbe essere spiegata e raccontata nei particolari ai cremonesi. Hanno diritto di sapere e di poter dire no a certe favole che diventano trappole, come il teleriscaldamento.
L’Aem, il Comune e l’Aler sapevano che il teleriscaldamento costava troppo. Anche da prima che l’Aem fosse patrimonializzata e i servizi di Aem gestioni inseriti nella holding LGH, lo sapevano, ma non hanno reso noto un problema drammatico e nulla hanno fatto per eliminarlo, dato che non poteva essere risolto. Cremona ha così conosciuto il volto peggiore delle istituzioni, ostile ai cittadini, loro nemiche, ferocemente avverse, fino a imporre ai più deboli bollette gigantesche e impossibili da pagare.
Sin da prima dell’ingresso di Cremona in LGH, l’Aem aveva potuto allacciare il teleriscaldamento alle case popolari, in parte di proprietà dell’Aler e in parte del Comune. Il Contratto di quartiere finanziato dalla Regione e realizzato a Borgo Loreto risale alla giunta Corada (Ds), come altri allacciamenti di condomini popolari al teleriscaldamento (ad esempio in via Borroni, Largo Pagliari). Dagli anni 80 funziona il teleriscaldamento, attivato per usare (giustificandolo con una teoria dannosissima) il calore dell’inceneritore. E negli anni Duemila l’Aem si trovava a fatturare bollette enormi. Ai clienti che si rivolgevano agli sportelli Aem di viale Trento Triente veniva proposto il teleriscaldamento come “ecologico” ed “economico”. Economico a determinate condizioni: che la rete di tubature non disperdesse troppo calore, e che il numero delle persone allacciate fosse elevato. Così non era. Cremona non è città adatta al teleriscaldamento, non ha densità abitativa sufficiente, il numero dei condomini allacciati non basta.
Non a caso l’ex sindaco Bodini, all’inizio degli anni Duemila, proponeva oltre al progetto di centrale a turbogas dell’Aem e EdF a servizio dell’acciaieria anche la riduzione dei camini, cioè lo spegnimento di un certo numero di caldaie e l’allacciamento di nuovi condomini al sistema di teleriscaldamento. Così si sarebbe ottenuto un “bilancio ambientale positivo”: le emissioni della centrale a turbogas di Spinadesco sarebbero state superate dalla cessazione delle emissioni di caldaie a Cremona. A Spinadesco l’idea non è piaciuta. La centrale non è stata costruita e l’acciaieria ha acquistato all’estero la corrente elettrica.
Il teleriscaldamento così non si è diffuso a sufficienza per coprire i costi di gestione, che comunque non avrebbe mai coperto. Chi aveva assegnato un alloggio popolare lo trovava già collegato al teleriscaldamento e non sapeva che fare per evitare spese eccessive. Anche recentemente sono arrivate le bollette dei costi di dispersione di calore a chi era già distaccato. Il calore trasmesso dall’inceneritore alle quattro centraline cittadine e al punto di smistamento condominiale veniva e viene disperso e pagato da tutti gli utenti.
Ma Aem sapeva perché fatturava, e ancora sa, e ancora fattura al Comune. Quando il cliente residente in una casa popolare non era in grado di pagare, la bolletta arrivava in Comune e l’amministrazione pagava per evitare il distacco, ai tempi di Corada sindaco.
Non erano soldi dati agli indigenti, ai disabili, alle persone in difficoltà, ma all’Aem per coprire i costi del teleriscaldamento. Costi di gestione troppo elevati, inadeguati per gli alloggi Aler o per gli appartamenti popolari del Comune. La casa erp (di edilizia residenziale pubblica, o alloggio popolare), esiste per sostenere le persone in condizioni economiche e sociali fragili, senza rete di aiuto da parte di parenti e amici. Se in un’abitazione assegnata per queste caratteristiche arrivano bollette spropositate, da 300 euro ogni due mesi se non addirittura da 900 per il solo consumo di acqua in estate, quando il canone d’affitto è poco più di 20 euro, il disoccupato, l’invalido, l’onesto precario con problemi di salute o figli a carico, come fanno a pagare? Il dramma è esploso durante la recessione attuale, che per un più 0,1% del Pil nell’ultimo trimestre viene fatta passare per “ripresa”. Potenza dell’ottimismo.
L’assurdità del sistema del teleriscaldamento è stata confermata dall’ultimo consiglio comunale. Ferdinando Quinzani ha presentato una mozione per adeguare le tariffe al reddito, proprio quel che aveva proposto Ettore Manes durante l’ultima assemblea del comitato Antisfratto, ma lo stesso comitato sostiene la proposta a livello nazionale. E la mozione Quinzani è stata approvata dal consiglio comunale di Cremona, che ha così ha ammesso che era stata commessa una clamorosa ingiustizia: allacciare il teleriscalmento alle case popolari.
Il presidente dell’Aem era Giuseppe Tiranti, il sindaco Gian Carlo Corada, il presidente dell’Aler era un leghista. All’interno del cda dell’Aler, per anni, nessuno ha denunciato all’opinione pubblica una situazione insostenibile per i cittadini in crisi economica. L’Aler a propria volta, anzi, ha presentato il conto agli assegnatari, chiamare a pagare bollette molto al di sopra delle loro possibilità.
Questo è uno stato sociale capovolto. Ricche aziende e un Comune silenzioso hanno lasciato che le bollette svuotassero i conti correnti dei più poveri. Quando il centrosinistra ha perso le elezioni, nel 2009, nulla è cambiato. Anzi sono maturate le conseguenze per danni ancora più pesanti, sino al verificarsi di numerosi distacchi: e intere famiglie e persino malati terminali non hanno più potuto riscaldarsi. Altro che minimo vitale del servizio idrico. Non pochi hanno dovuto vivere senza riscaldamento perché istituzioni e aziende private di servizi pubblici devono avere “i conti in ordine” anche a danno dei conti dei cittadini.
L’Aem gestioni e Lgh non hanno rispettato per niente i referendum sulla gestione dell’acqua. Quel 7% di remunerazione del capitale investito non è stato tolto, bensì sostituito da un 6,5% circa dovuto al fondo Foni, che contiene un fondo creato proprio per evitare alle aziende di pagare il rischio morosità come tale, indipendentemente da ricchezza o povertà, case private o comunali o dell’Aler. Quel fondo non è stato usato. Non sappiamo a quanto ammonti. Solo grazie all’iniziativa prima di lotta (occupazione della sede Aem) poi di trattativa attuata dal comitato Antisfratto, l’Aem per salvare la propria immagine, tanto cara anche al Comune, che dell’Aem ha avuto molto bisogno per effettuare vari investimenti: autosilo Massarotti, polo tecnologico, acquisto delle azioni di Centropadane a prezzo non fissato da alcun advisor.
Le contraddizioni e il cattivo funzionamento del teleriscaldamento sono state spiegati, analizzando le bollette, da un giovane, Filippo Locatelli, già un anno fa. Sono state confermate dall’esperto di gestione dell’energia Elia Sciacca. Cattivo funzionamento o no, gli importi erano e sono troppo elevati: una casa popolare sommersa da bollette simili non è più popolare.
——————————————————- cliccando qui ( consiglio comunale 17 03 2014 ) si può aprire il resoconto del consiglio comunale del 17 marzo, che contiene la mozione Quinzani approvata all’unanimità con la sola astensione della Lega Nord e con una modifica per garantire l’accertamento delle reali condizioni di povertà da parte dell’assessore Amore.