Quella che segue è un'intervista all'autore sul nuovo romanzo ( che abbiamo presentato ieri, vedi QUI) e sullo scrivere. Parlare con Franco Forte della parola scritta è un piacere. Primo perché è uno che non fa finta di sapere, ma che sa. Secondo, perché è estremamente diretto, semplice e sintetico nelle sue risposte (in altre parole, uno che potrebbe, ma che non se la tira). Grazie Franco, è stato un piacere parlare con te.
LMBR:Premetto che, romance a parte, io amo i generi e la letteratura così detta popolare. Se scrivo che sei un autore di stampo anglosassone che si muove all'interno di vari generi popolari, ti arrabbi?
Franco Forte: Per niente, anzi ti ringrazio, perché lo considero un complimento. Ritengo infatti che gli anglosassoni siano sempre stati capaci di raccogliere le istanze del pubblico e dare ai lettori quello che desiderano, appassionandoli e divertendoli, non come da noi, dove la nomenclatura paludata ha sempre bocciato come letteratura di serie B le opere a larga diffusione, costringendo la critica a parlare bene solo delle opere più oscure e incomprensibili, e quindi allontanando la gente dagli scrittori italiani (non per nulla siamo il paese più esterofilo che ci sia). La conseguenza è che da noi si pubblicano più romanzi tradotti che in originale, perché i lettori se ne fregano della critica che parla e argomenta sempre e solo su se stessa, e vogliono leggere per divertirsi. Gli anglosassoni, che l’hanno capito da tempo, operano su questo terreno, e si accaparrano tutto il mercato, proprio come succede nel cinema. Quindi, se mi dai dello scrittore “anglosassone” io non me la prendo, anzi, ti ringrazio.
LMBR: Per scrivere un romanzo storico parti dall'ambientazione, da un fatto, o da una vicenda "privata" dei tuoi protagonisti? Franco Forte: Parto da un’idea. Che generalmente, nei romanzi storici, può essere riassunta nel nome di un grande condottiero o di una battaglia famosa. Per questo ho scritto di Gengis Khan, di Annibale e Scipione l’Africano oppure della battaglia di Legnano, e sto scrivendo di Nerone. Raccontare di periodi poco noti o di personaggi poco conosciuti può essere controproducente, se non si innesca una storia di un certo tipo, come per esempio una grande epopea di un’epoca, come ha fatto Ken Follett con “I pilastri della Terra” e come, molto più modestamente, ho cercato di fare con il mio nuovo romanzo, “I Bastioni del Coraggio”.
LMBR: L'incipit, per te, che momento è? Quelle prime dannatissime parole che sono quasi tutto ti saltano in mente da sole?Franco Forte:L’incipit è fondamentale, perché deve catturare il lettore e portarlo dentro la storia, fare in modo che si immerga nella lettura e non ne esca più. Se si sbaglia questo passaggio, allora si rischia di mandare all’aria tutto il resto del lavoro. Per questo tendo a curare molto i miei incipit, che di solito nascono in una fase successiva alla stesura del romanzo, quando cioè ho tutto pronto e so come si sviluppa esattamente la storia. Andare d’istinto e di creatività a volte serve, ma di solito porta a dover riscrivere tutto, alla fine, perché ci si rende conto che le dinamiche sono cambiate. Nel mio romanzo “La Compagnia della Morte”, per esempio, il prologo è un estratto delle 50 pagine finali dedicate alla battaglia di Legnano, in modo da portare subito il lettore nel climax impressionante di quello scontro, per poi fargli tirare un po’ il fiato e, con un flashback quasi cinematografico, tornare indietro, per spiegare come si è arrivati a quel punto… lasciando nel lettore la voglia di capire come andrà a finire la battaglia.
LMBR: Milano. Hai scelto un periodo alquanto cupo per ambientarci “I Bastioni del Coraggio” (anche se hai un predecessore piuttosto famoso.) L'ambientazione storica, qui così ruvida e drammatica, è un altro personaggio del romanzo?Franco Forte:Certamente. Anche se la mia storia si svolge 100 anni prima dei Promessi Sposi a cui alludi, anch’io, come il grande Manzoni, ho sfruttato l’ambientazione nel Ducato di Milano di metà del 1500 per creare i contorni della mia vicenda e dare spessore, verosimiglianza e una connotazione drammatica a tutta l’opera che altrimenti sarebbe stato difficile raggiungere. Milano è la mia città, ne ho già scritto in diversi romanzi, ma adesso ho scoperto un periodo storico affascinante e misterioso, di cui si è scritto pochissimo, nonostante personaggi di prima grandezza come Carlo Borromeo, e intendo sfruttarlo ancora per un po’, con altre idee mirabolanti che presto vedranno la luce.
LMBR: Adatti il tuo modo di scrivere al periodo storico? Come?Franco Forte:No, questo no, lo considererei un errore. Non scriverei un libro con il linguaggio di “I Promessi Sposi”, se lo ambientassi nel 1600, perché sarebbe obsoleto. Credo che un buon romanziere, oggi, dovrebbe (come fanno gli anglosassoni) contestualizzare un periodo storico accuratamente indagato con il linguaggio moderno, attraverso l’uso di personaggi che possano rappresentare anche istanze più attuali e vicine al nostro modo di pensare, pur con la massima coerenza con l’ambientazione temporale scelta.
LMBR: Come ti documenti prima di iniziare un nuovo romanzo?Franco Forte:Leggendo molto, frequentando biblioteche e archivi storici. Sfrutto Internet, invece, solo per le nozioni più generaliste, perché di solito il materiale che si trova sul web è poco attendibile e un po’ confusionario. Per esempio, cercando
informazioni su Annibale e i suoi parenti, ho trovato in un apparentemente molto documentato sito web la notizia che la sorella di Annibale era sua cugina… Dato che un romanziere non può essere troppo disinvolto, quando si tratta di documentarsi su ciò di cui dovrà scrivere, preferisco basarmi sulle opere degli storici ufficiali, piuttosto che sulle notizie messe insieme dagli Indiana Jones informatici.
LMBR: Come delinei i personaggi? Se riesco facilmente a immaginare come tu possa identificarti con i protagonisti maschili, come lavori a quelli femminili? Ti innamori delle tue eroine mentre scrivi?Franco Forte:La domanda potrebbe essere rivolta a qualsiasi scrittore o scrittrice. Ognuno lavora a modo suo, nella descrizione e nell’identificazione, affidandosi più o meno inconsciamente alle persone che si conoscono o che si sono conosciute in altri libri, in film o in televisione. Io cerco sempre di caratterizzare molto i personaggi, perché credo che sia importante diversificarli e dare loro una precisa identità, proprio come succede nel mondo reale, dove nessuno di noi è del tutto simile agli altri (per fortuna). E naturalmente sì, mi innamoro perdutamente delle mie eroine, quando le descrivo e le faccio vivere e agire. Soprattutto mi sono innamorato delle donne energiche e vitali che ho inserito ne “I Bastioni del Coraggio”, dove credo di avere espresso dei personaggi femminili molto realistici e moderni, pur calati in un contesto storico dai toni forti, che le assorbe completamente. Ma loro riescono sempre a tornare a galla, e con la forza e la determinazione tipica delle donne (che io ammiro molto), alla fine raggiungono i loro obiettivi, spianando chiunque cerchi di mettersi sulla loro strada.
LMBR: Questo sarà il primo romanzo di una trilogia: hai già presente trame e personaggi dei prossimi due romanzi? Qualche briciola in anteprima, ce la dai?Franco Forte:Naturalmente ho già tutto scalettato e pronto solo per essere scritto, anche se in questo momento sono presissimo da un altro romanzo, che farà parte della Storia di Roma di Mondadori, e che riguarda un personaggio davvero pazzesco: Nerone.Preferisco non fare anticipazioni sui prossimi romanzi che seguiranno a “I Bastioni del Coraggio”, però posso assicurare che le emozioni non mancheranno, e che i rapporti fra i personaggi, vecchi e nuovi, si faranno sempre più intricati e controversi.
LMBR: Anche nei prossimi due romanzi ci sarà una storia d'amore?Franco Forte: Le storie d’amore sono le storie della nostra vita, sono i momenti che più toccano e colpiscono tutti noi, quindi come poterne prescindere, in un romanzo? Quello che faccio io è rendere un po’ complicate, frizzanti e al peperoncino queste grandi storie d’amore, per condurre al lieto fine il lettore dopo averlo portato sulle montagne russe. E’ così che ci si diverte di più!
LMBR: Oggi, in quasi ogni romanzo, di quasi ogni genere, c'è una storia d'amore, o una storia di attrazione più o meno fatale. Leggendo molti thriller, mi sono sempre chiesta perché autori come Lee Child o Robert Parker o Robert Crais o Barry Eisler (e potrei continuare fra i miei preferiti) sempre inseriscano una storia d'amore nelle loro trame - non che mi dispiaccia. Credi che una love story nel plot serva solo a far vendere di più o che sia utile a scavare meglio nei personaggi, a descrivere in modo tangenziale i loro sentimenti?Franco Forte: La seconda che hai detto, che risponde benissimo alla tua stessa domanda. I personaggi sono il cardine di ogni storia, e se costruisci un personaggio a tre dimensioni, che erompe dalla carta per ergersi nell’immaginazione del lettore in tutta la sua consistenza, allora non puoi farne un essere asessuato e privo di sentimenti, immune all’attrazione fisica e sentimentale. Sarebbe un’ameba, non un essere umano! Per cui, qualsiasi romanziere deve fare i conti con questo, e più è bravo più le storie d’amore che riguardano i suoi protagonisti sono naturali e ben amalgamate con il contesto, senza apparire pretestuose o ficcate dentro a forza.
LMBR: Penso che nessuno, meglio di te, curatore dell'antologia "365 racconti erotici per un anno", possa rispondere a questa mia curiosità: una storia d'amore è raccontata diversamente se a scrivere è un uomo o una donna? E una scena erotica, o di sesso? (sembra, traslata, la famosa domanda a Tiresia...)Franco Forte: Se parliamo di storie d’amore, allora sostanzialmente direi di no, non vedo grosse differenze tra quello che potrebbe scrivere una donna e quello che racconterebbe un uomo, a parte naturalmente i normali cambi di prospettiva. Se invece parliamo di sesso… be’, in questo caso cambia tutto. La maggior parte delle volte, l’uomo tende più alla pornografia che all’eros, si sente più coinvolto fisicamente che intellettualmente, mentre con la donna
il gioco è più sottile, più mentale, e quindi genera maggiori sorprese, è meno prevedibile, meno volgare e più vicino alla sensibilità romantica che a quella carnale. Poi, naturalmente, ci sono le eccezioni, da una parte e dell’altra.
LMBR: Hai scritto romance ai tuoi inizi di autore. Si è rivelata una lezione utile?Franco Forte: Ho scritto quello che ai miei tempi si chiamava “rosa”, soprattutto racconti e romanzi brevi per riviste femminili, per imparare un mestiere, e l’esperienza è stata fondamentale per farmi capire che i sentimenti fra le persone non sono solo escamotage letterari, ma ingredienti preziosi da sfruttare per le proprie ricette letterarie. Ancora oggi, quando scrivo un thriller, uno storico o una spy story, ricordo la lezione del romance e sfrutto ciò che mi serve per i miei scopi.
LMBR: Ho letto che a gennaio uscirà una tua nuova spy story, è vero?Franco Forte:Sì, è il secondo volume basato sul personaggio di Stal, di cui la Dino De Laurentiis Company ha opzionato i diritti di sfruttamento cinematografico. Un personaggio molto particolare e molto difficile da gestire, che rappresenta un po’ il summa di tutta la mia capacità di autore d’intrattenimento e d’azione. E che per certi versi mi assomiglia molto…
LMBR: Fammi una previsione da esperto: quanto tempo dai ancora a tutti 'sti vampiri sexy e superdotati? (e a proposito, Franco Forte e paranormal, vanno d'accordo?)Il primo romanzo dedicato al detective Stal
Franco Forte: I vampiri mi auguro durino ancora a lungo, visto che la mia casa editrice, la Delos Books, li pubblica! A parte gli scherzi, credo che nonostante la moda del momento, siano sempre creature affascinanti, e quindi oltre i generi letterari e oltre i trend del mercato. Per ciò che riguarda il sottoscritto, non ho mai avuto l’ispirazione giusta per cimentarmi in questo genere narrativo, sennonché… anticipo un mezzo segreto: presto uscirà il primo libro di una storia di vampiri che ho scritto a quattro mani con una collega autrice. Una serie davvero tosta, che spero possa piacere. Ma non dico, per il momento, con quale pseudonimo abbiamo deciso di firmarla, né quale sia l’editore. Altrimenti che paranormal è?
Grazie Franco.Vorrei farti ancora molte domande, ma me le tengo per una prossima intervista.Non vedo l'ora di leggere i Bastioni del Coraggio.
VIVIENNE
E a voi, interesserebbe leggere questo romanzo? Vi piacciono i romanzi storici?