C’è questa abitudine strana di voler sapere a tutti costi quali saranno gli argomenti che una (prof) metterà nella verifica (compito in classe).
Ora, un momento, è chiaro che se ti do una verifica sulla prima guerra mondiale è giusto che tu lo sappia e che sappia che, in quella verifica, non ci sarà più la rivoluzione francese o non ci sarà la vita del generale Armando (firmato) Diaz.
Non che io creda che uno si debba dimenticare la Rivoluzione francese soltanto perché è programma dello scorso anno, eh! Però capisco anche come non si possa studiare (ah ah ah) e ricordarsi contemporaneamente tutto, che ci debba essere una circoscrizione degli argomenti, eccetera eccetera. Ma, appunto, circoscriviamo gli argomenti (la prima guerra mondiale, il fascismo, cose così). Perché qui si vuole che io circoscriva le virgole.
Sappiamo bene che i virgulti chiedono che cosa ci sarà nella verifica soltanto pro forma; sappiamo che, anche se date le stesse domande della verifica come compito a casa, una settimana prima, risponderanno col culo (scusate il francesismo) e il giorno della verifica faranno schifo. Sappiamo. E loro sanno che noi sappiamo. Però chiedono: questo ce lo mette nella verifica?
Cosa, la didascalia dell’assalto al palazzo d’Inverno? Ma… no, credo di no.
E questo ce lo mette nella verifica?
Cosa? La definizione di totalitarismo? Eh, certo!
E questo ce lo mette nella verifica?
Cosa? L’elenco dei partecipanti alla marcia su Roma? Ma… No, non credo, però almeno ricordare che… eccetera.
Si va avanti così per un’ora. Cioè si andrebbe avanti così per un’ora se io non spiegassi che invece di fare domande a membro di cane, possono impiegare il tempo a studiare. C’è la verifica sul fascismo? Studi il fascismo. E che è? Mica ti do i volumi di De Felice! Ti do cinque o sei facciate ampiamente arricchite da immagini, grafici, fotografie. Ti do cinque o sei facciate che ti sto spiegando da due settimane, per le quali abbiamo visto sette piccoli documentari, fatto tre mappe concettuali, le interrogazioni orali, eccetera eccetera.
Poi dai la verifica, fanno schifo, e loro ti dicono: ma io credevo che questo non lo avrebbe chiesto.
Basta. Da domani si fa così: c’è la verifica.
Su che cosa, prof?
Su storia.
Ma… storia cosa, prof?
Storia. Voi studiate tutto.
Ma… chiede tutto, prof?
Sì, tutto.
Ecco, si fa così. Così si abituano a studiare.
Così, quando sono al Politecnico per l’esame di storia dell’arte, non ti telefonano dicendo: sui preraffaelliti non ho risposto perché credevamo tutti che non li chiedesse.