All'interno della montagna, Thorin e gli altri nani sono alla ricerca dell'Archengemma, ma ogni tentativo risulta infruttuoso. Intanto il Re sotto la montagna inizia a subire l'influenza dell'oro che vi è nascosto nelle viscere del suo regno. La sua unica preoccupazione e proteggerlo ed accumularlo. Preoccupazione tale da disconoscere la parola data agli abitanti del lago e da rifiutare le offerte di pace da parte degli elfi.
Le armate delle tenebre si stanno radunando di fronte alla Montagna Solitaria. Orchi e goblin vogliono la testa dei nani e sono disposti a tutto per ottenerla.
E' evidente che questa trilogia è meno riuscita rispetto a quella del Signore degli Anelli. Un piccolo libro come Lo Hobbit non poteva essere trascinato così a lungo e ne ha patito le conseguenze. Si concludono in qualche modo tutte le vicende messe in gioco da Jackson, lasciando evidente spazio per approfondirle nella Extended Version i Blue Ray che uscirà l'anno prossimo, ma su tutto spicca la battaglia delle cinque armate. Una battaglia caotica e meno definita rispetto a quello già vista. Certo più tattica, certo meglio resa sullo schermo, ma, a volte, con movimenti di camera troppo rapidi che causano perdita di definizione dell'immagine.
Certe forzature narrative sono utili per il pubblico più disattento e dalla memoria meno ferrea per realizzare collegamenti con quello che succederà in futuro. Allo stesso tempo allungano ancora un po' il brodo e risultano abbastanza inutili per gli altri.
La figura di Alfrid suggerisce in sale risate amare. A me, personalmente, ha fatto riflettere sulla tristezza del genere umano. Nel film c'è solo uno come lui, tutti gli altri sono personaggi generosi e virtuosi. Nella realtà le proporzioni tra le due categorie di persone sono ben diverse e, credo, purtroppo, che in una situazione di tale emergenza la maggior parte si comporterebbe come il Vice Governatore di Ponte Lagolungo. Mette addosso una gran dose di amarezza.
Il cast non cala di una virgola in quanto a qualità recitative rispetto ai capitoli precedenti ed anche chi ah avuto poco spazio prima riesce a ritagliarsene in questo. Martin Freeman si conferma un attore dotato e le sue espressioni nei panni di Bilbo Baggins sono impagabili. Evangeline Lilly è brava. Oltre che essere bella, ed i panni dell'elfo Tauriel la esaltano ulteriormente, ha espressività e capacità recitative. Attendiamola l'anno prossimo in Ant-Man per vedere se confermerà il suo trend ascendente e vedere se non diventerà un'altra Kate Beckinsale od una Jessica Biel qualsiasi. Per carità tutte di gran bellezza, ma che tendono a perdersi durante la strada.
Tirando le somme. La trilogia dello Hobbit è troppo lunga, alla fine si parlerà di più di nove ore per un libro che non è che un quinto del suo successore. Forse due film, come in origine pensato il lavoro, sarebbero stati gusti. Le case di produzione, però, guardano per prima cosa agli incassi e con un cast, tecnico e artistico come quello qui in gioco, non potevano altro che aspettarsi incassi stellari anche sulla lunga distanza. Una trilogia che non vincerà Oscar come la precedente, ma che è, indiscutibilmente, un successo economico.
Titolo originaleThe Hobbit: The Battle of the Five Armies
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneNuova Zelanda, USA
Anno2014
Durata144 minuti (versione cinematografica) [1]
Colorecolore
Audiosonoro
Rapporto2.35:1
Generefantastico, avventura, epico
SoggettoJ. R. R. Tolkien (romanzo)
SceneggiaturaPeter Jackson, Fran Walsh, Guillermo del Toro, Philippa Boyens
ProduttorePeter Jackson, Carolynne Cunningham, Fran Walsh, Zane Weiner
Casa di produzioneNew Line Cinema, Metro-Goldwyn-Mayer, Warner Bros., WingNut Films
Distribuzione(Italia)Warner Bros.
MontaggioJabez Olssen
ScenografiaDan Hennah
CostumiAnn Maskrey, Bob Buck
- Martin Freeman: Bilbo Baggins
- Ian McKellen: Gandalf
- Richard Armitage: Thorin Scudodiquercia
- Evangeline Lilly: Tauriel
- Lee Pace: Thranduil
- Luke Evans: Bard l'Arciere
- Benedict Cumberbatch: Smaug
- Orlando Bloom: Legolas
- Ken Stott: Balin
- Graham McTavish: Dwalin
- Aidan Turner: Kíli
- Dean O'Gorman: Fíli
- Mark Hadlow: Dori
- Jed Brophy: Nori
- Adam Brown: Ori
- John Callen: Óin
- Peter Hambleton: Glóin
- William Kircher: Bifur
- James Nesbitt: Bofur
- Stephen Hunter: Bombur
- Billy Connolly: Dáin II Piediferro
- Mikael Persbrandt: Beorn
- Ian Holm: Bilbo Baggins (anziano)
- Cate Blanchett: Galadriel
- Christopher Lee: Saruman
- Hugo Weaving: Elrond
- Sylvester McCoy: Radagast
- Stephen Fry: Governatore di Pontelagolungo
- Ryan Gage: Alfrid
- John Bell: Bain
- Peggy Nesbitt: Sigrid
- Mary Nesbitt: Tilda
- Manu Bennett: Azog
- John Tui: Bolg
- Conan Stevens: Custode delle celle segrete di Dol Guldur
- Nick Blake: Percy
- Timothy Bartlett: Maestro Worryworth
- Fabrizio Vidale: Bilbo Baggins
- Gigi Proietti: Gandalf
- Fabrizio Pucci: Thorin Scudodiquercia
- Daniela Calò: Tauriel
- Marco Foschi: Thranduil
- Giorgio Borghetti: Bard l'Arciere
- Luca Ward: Smaug
- Massimiliano Manfredi: Legolas
- Carlo Valli: Balin
- Bruno Conti: Dwalin
- Stefano Crescentini: Kíli
- Corrado Conforti: Fíli
- Roberto Stocchi: Dori
- Luigi Ferraro: Nori
- Edoardo Stoppacciaro: Ori
- Andrea Tidona: Óin
- Edoardo Siravo: Glóin
- Francesco Sechi: Bifur
- Antonio Palumbo: Bofur
- Mauro Magliozzi: Bombur
- Roberto Draghetti: Dáin II Piediferro
- Vittorio Congia: Bilbo Baggins (anziano)
- Cristiana Lionello: Galadriel
- Omero Antonutti: Saruman
- Luca Biagini: Elrond
- Bruno Alessandro: Radagast
- Massimo Lopez: Governatore di Pontelagolungo
- Franco Mannella: Alfrid
- Manuel Meli: Bain
- Erica Necci: Sigrid
- Arianna Vignoli: Tilda
- Oreste Baldini: Percy
- Carlo Reali: Maestro Worryworth