Oramai si può tranquillamente affermare che John Ronald Reuel Tolkien (3 gennaio 1892 – 2 settembre 1973) ha creato un genere letterario, banalmente definito dai più come fantasy, ma che in realtà è ascrivibile alla nobile stirpe dei poemi epici dei grandi Autori greci e latini, discendente anche dal filone mitologico celtico, vichingo e teutonico.La prima trasposizione sul grande schermo delle opere di Tolkien ad opera del regista neozelandese Peter Jackson è avvenuta con la trilogia “Il Signore degli Anelli” (“La Compagnia dell’Anello”, “Le Due Torri”, “Il Ritorno del Re”).Jackson negli ultimi anni sta affrontando la traduzione filmistica del racconto di Tolkien precedente al “Signore degli Anelli”, prodromico a quest’ultimo, “Lo Hobbit”. Anche in questo caso il libro dello scrittore britannico è trasmutato in una trilogia cinematografica. Lo scorso anno è stato distribuito nelle sale di oltreoceano ed europee “Lo Hobbit - un viaggio inaspettato”(recensito in questa stessa Rubrica), mentre in questi giorni agli amanti del genere è proposto “Lo Hobbit - la desolazione di Smaug”.Sensibilmente differente da Il Signore degli anellie dal primo episodio de Lo hobbit, per narrazione e diversificata presenza dei personaggi, “La desolazione di Smaug” è senza dubbio migliore del precedente, per qualità dell’immagine –in un insuperabile HD – fotografia rafforzata da colori vividi e fluorescenti, affascinante scenografia ambientata sempre fra le montagne e le foreste neozelandesi e, infine, le battaglie lunghe, avvincenti e particolareggiate.Il mezzo uomo Bilbo Baggins sostituisce Frodo, mentre i nani sono i veri protagonisti delle avventure raccontate, seppur gli elfi con Legolas non mancano di dare il loro robusto contributo alle lotte, insieme al mago guerriero Gandalf il Grigio. Dalla parte del Male, oltre gli orripilanti orchi e, sullo sfondo, l’occhio del malvagio Sauron, compare il grande drago Smaug, descritto con le fattezze classiche tramandate dalla tradizione favolistica europea, oltre e nel rispetto delle leggende nordamericane.In attesa che nel 2014 esca la terza “puntata”, secondo la consolidata tecnica dello spezzettamento della narrazione che, oramai, i cineasti fantasy pedissequamente seguono (al pari di Twilight saga, Harry Potter, Shadowhunters ), con finali che non sono finali, godiamoci ancora una volta il frutto del portento creativo ed intellettivo del duo Tolkien- Peter Jackson.Fabrizio Giulimondi






