Tutto è bene quel che comincia bene, soprattutto se comincia come l’anno scorso, che poi finì pure meglio. La vittoria della Juve sul Parma alla prima giornata era difficile da pronosticare, tanto che la Snai ha chiuso le puntate una settimana fa per un flusso anomalo di scommesse sull’1, pagato alla pazza cifra di 1,05.
Cambia poco dallo Juve-Parma 2011/12: a parte l’assenza – e ce ne dovremo fare una ragione – di Capitan Parrucchino, l’unica novità è che loro hanno un nano in meno e noi uno in più, e già sembra che quello loro fosse parecchio meglio. Per il resto, tutto uguale. Il trenino svizzero è sempre più trenino e sempre più incazzato coi poveri ducali. Che gli avranno fatto non si sa, sta di fatto che anche a questo giro gli è toccato di purgarli. Sempre a casa nostra, sempre lui per primo, che le tradizioni vanno rispettate.
Il terzino più pazzo del mondo ci aveva già provato nel primo tempo. S’era infilato in area dopo un rimpallo tra Paletta e Secchiello, trovando sulla sua corsa l’opposizione fallosa di Antonio “Al” Mirante, ex erede designato di Buffon subito dopo l’indimenticato Fabien Carini. E per una volta che c’era un rigore sacrosanto, limpido, di quelli che manco De Lamentiis, Mazzarri, Mourinho e Allegri avrebbero detto niente, ecco che il replay subito ci svela che il buon Licht era partito giusto quel paio di metri in fuorigioco. Eeeeeeh vabè, cose che capitano, che ci vuoi fare. Una volta a noi, un’altra volta… a noi.
Ma siccome, appunto, le tradizioni vanno onorate, a Vidal non gli pareva carino intromettersi tra Lichtsteiner e il potere della superstizione, e nemmeno scatenare la furia bersaniana di Donadoni segnando un rigore bbbeggognoso, per cui dopo un esame di coscienza e un consulto con Carrera ha deciso di calciare con le infradito. Allo Juventus Stadium sorge un solo interrogativo: perché ai piedi educati di Giovinco e Pirlo sono stati preferiti quelli cubici e marmorei del guerriero Arturo? La risposta nella prossima puntata di Mistero.
Nel secondo tempo, dopo aver giochicchiato per 45 minuti, si è deciso finalmente che era il momento di farla finita. Asamoah (“pallone d’oro tra due anni”, sostengono i miei compari di divano dopo due bocce di vino), che è ufficialmente un toppleier, regala a Stefan il gol dell’1-0, l’arbitro di porta e Mirante regalano a Pirlo il raddoppio. La palla era dentro o fuori? Muntari l’ha vista dentro, Buffon non lo sa, ma se l’avesse saputo non l’avrebbe detto.
E così, mentre già ci danno dei ladri, siamo primi, tirati a lucido per un campionato da favoriti. Per ora giochiamo bene, ma si vedono gli stessi pregi e gli stessi difetti dell’anno scorso: belli come Matri, efficaci come Giaccherini. Restiamo sintonizzati su radiomercato in attesa del top player. Io, di “grande gambione”, ne ho visto uno solo, sceso ieri in campo. Non nel nostro purtroppo ma al Franchi, dove mi sa che resterà. Vabbè. Intanto godiamoci le buone notizie: Asamoah è forte vero, Lucio è già rotto. Avanti così.
Francesco Giambertone