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Lo sapevi che..? Storia dell’Ospedale psichiatrico di Siracusa: l’incuria e il triste abbandono dei malati

Creato il 11 febbraio 2015 da Giornalesiracusa

20080515-lillo-rizzo-02Lo sapevi che..?

Gli ospedali psichiatrici vennero istituiti in Italia dal XV secolo e denominati “manicomi” o “frenocomi”. A partire dal 1900, con il notevole incremento dei malati, si iniziò a proporre una legge alla quale tutti gli ospedali psichiatrici del paese potessero far riferimento rispetto al proprio regolamento interno.

Il 19 ottobre del 1924 venne istituita presso la sala del Consiglio Provinciale di Bologna la Lega Italiana di Igiene e Profilassi Mentale, allo scopo di portare idee innovative e trasformare la funzione dei manicomi. Tra i principali punti proposti vi era quello di restituire a tali strutture la propria funzione curativa piuttosto che detentiva.

Tra il 1922 e il 1937 furono istituiti numerosi istituti. A Siracusa il primo ospedale psichiatrico venne costruito nel 1934, sotto il dominio del regime fascista  e del Governo Mussolini. Nacque in Contrada Teracati, al tempo zona di villeggiatura e costò 7 milioni di lire.

La stampa dell’epoca, a cui venne messo il bavaglio dalle limitazioni del Governo, descrisse la nuova costruzione come “simile ad un’amena villetta, circondata da semplici reti metalliche”. All’interno dei manicomi le finestre erano presenti solo nei reparti meno problematici, come se l’aria o la luce del sole fosse di diritto solo per i pazienti meno disturbati. I padiglioni erano circondati da recinti rivestiti di rete metallica, ad eccezione dei reparti per i malati “più gravi”, circondati invece da muri alti tre metri.

Ben presto ci si rende conto che i propositi curativi dell’ospedale psichiatrico verranno rapidamente abbandonati. Se prima dell’inaugurazione del manicomio siracusano erano stati istruiti al ruolo di infermieri ben 109 uomini e 53 donne, col passare del tempo le loro figure si ridurranno sempre di più e saranno assegnate ad altri istituti, lasciando i malati (per la maggior parte abbandonati qui dalle famiglie), ancora più soli di fronte al proprio destino.

Di fronte alle condizioni in cui riversano questa e le altre strutture di internamento, il Governo fascista, che ne ha prima promosso la costruzione, risponde con la più totale indifferenza.Intanto, nel 1943 l’ospedale viene requisito  dal comando alleato e gli oltre 400 ricoverati momentaneamente ospitati dall’ex Caserma “Cassonello” di Noto.

Nel marzo del 1945 l’unità ospedaliera fa ritorno in contrada Teracati trovandosi di fronte al duro lavoro della ricostruzione, e il numero dei ricoverati dall’inizio degli anni 50 si incrementa arrivando alle 800 unità. Aumentano di pari passo anche le difficoltà, numerosi infermieri e addetti alle pulizie vengono riassegnati ad altre strutture, i pazienti sono sempre più trascurati e il governo, che nel frattempo è cambiato, abbandona quasi del tutto i manicomi italiani. Per l’ospedale psichiatrico di Siracusa le conseguenze sono gravissime. Tra il 1970 e gli anni 80 un alto numero di pazienti perde la vitavolontariamente o per cause mai accertate”, tra il degrado e l’indifferenza più totale. Il personale si riduce a due infermieri per 50 malati a struttura e un solo addetto alle pulizie.

Finalmente agli inizi degli anni 90, quando la situazione è ormai allo stremo, verranno denunciate le vergognose condizioni dell’ospedale e questa volta il governo agirà. L’associazione “Comitato dei cittadini per i diritti dell’uomo”, organizzerà un’ispezione presso l’istituto di contrada Teracati. L’ospedale psichiatrico di Siracusa verrà chiuso nel 1998.

Roberta di Maria


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