«La nascita ufficiale di Fiat Chrysler Automobiles, con il suo debutto al New York Stock Exchange, rappresenta un momento storico». Così John Elkann, presidente del nuovo gruppo, ha salutato la quotazione di Fca a Wall Street. Poi ha aggiunto: «Io e la mia famiglia siamo orgogliosi di aver coronato un progetto a cui aveva lavorato molto mio nonno, ma il rapporto con Torino ne esce rafforzato».
Il logo della compagnia dominava la facciata neoclassica dell’edificio, accompagnata dalla bandiera americana e italiana proprio nel Columbus Day, il giorno in cui gli Stati Uniti ricordano Cristoforo Colombo e celebrano il contributo che il nostro paese ha dato al successo degli Usa. Per strada la gente faceva la fila per fotografare le auto del gruppo, parcheggiate davanti all’ingresso. Ferrari, Maserati, Jeep, Fiat 500, Alfa Romeo, Ram: tutta la gamma più popolare.
«A partire dalle fondamenta e dalle aspirazioni di Fiat e di Chrysler – ha commentato Elkann – oggi si apre una fase completamente nuova, che ci consentirà di affrontare da protagonisti il futuro. È una grande sfida che siamo pronti ad accogliere con determinazione». Marchionne è sceso nel dettaglio: «La quotazione di oggi a Wall Street è il culmine del lavoro che abbiamo fatto negli ultimi cinque anni e mezzo per raggiungere un’unione straordinaria. Fca ha stabilito un percorso di crescita aggressivo, sulla base degli obiettivi annunciati durante l’Investor Day del 6 maggio».
Quindi Marchionne ha aggiunto: «La strada che abbiamo scelto non è quella più facile. Abbiamo abbracciato lo spirito d’avventura, quello che servirebbe all’Italia. La quotazione di Fca, come tante pietre miliari, è soprattutto un nuovo inizio».Poi ha dato un consiglio al premier Renzi: «Scelga tre cose e le realizzi, per rilanciare l’Italia». Sul suo futuro, invece: «Resterò fino alla realizzazione di questo piano, poi avremo una successione ordinata».
«Non ci sono – ha aggiunto Elkann – principi ereditari». L’esordio è stato positivo. Pochi minuti dopo l’apertura il titolo è salito a 9,19 dollari, cioé +5,63%, dopo un primo prezzo iniziale di 9 dollari. Poi ha rallentato per chiudere a 8,965, quando Marchionne ed Elkann, accompagnato da moglie e figli, hanno suonato la campanella per chiudere le contrattazioni.
Rispondendo alle domande sugli obiettivi del nuovo gruppo, Marchionne ha detto che «la Fiat è stata data per morta diverse volte, e invece insieme alla Chrysler è più vibrante che mai. Gli obiettivi che ci siamo posti non sono una passeggiata nel parco, ma credo che li raggiungeremo». Ha ribadito quello di vendere 150.000 Alfa Romeo negli Usa a partire dal 2015, e mezzo milione di Jeep in Cina.
L’importante ora è navigare il 2014 e il 2015, «anni in cui avremo bisogno di cash». Marchionne non ha escluso che Fca «emetta equity o ricorra al debito, se lo riterremo necessario per superare eventuali rallentamenti del mercato», ma ha aggiunto che i titoli dell’auto sono sottovalutati e Chrysler «non condivide il pessimismo delle ultime previsioni» dei concorrenti come Gm e Ford.
Paolo Mastrolilli
Per approfondimenti visita La Stampa