Appurato che a Montegranaro nulla sapevamo della centrale a biogas di Torre San Patrizio, rimane da capire perché. In effetti, neanche io ne ero informato e, non fosse stato per l’incontro più o meno fortuito con un cittadino di Torre che mi ha edotto ne sarei tutt’ora all’oscuro. Anche a me, come a molti altri immagino, era scorso l’occhio su qualche articolo di giornale dedicato all’argomento su pagine diverse da quelle della cronaca strettamente locale montegranarese e, appunto per questo, catalogati erroneamente come collegati alla questione di Campiglione o Montegiorgio. Credo, quindi, che il cittadino comune come me abbia delle scusanti. Ma chi è preposto per mandato, e riceve per questo uno stipendio, alla tutela della cittadinanza non può addurre giustificazioni di sorta né può essere credibile se afferma di non essere stato informato: era suo preciso dovere informarsi e prestare attenzione. La mancanza di informazione denuncia soltanto una carenza organizzativa. E lo stesso vale per chi fa politica dai banchi dell’opposizione. Anzi, per questi ultimi, l’attenzione alta è un preciso dovere.
Dopo il primo post pubblicato sull’Ape la scorsa settimana e l’articolo apparso subito dopo sulla stampa mi sarei aspettato una reazione. Non c’è stata. Il silenzio regna sovrano e pare soltanto di udire da lontano il suono aspro di uno scacciapensieri, anche se credevamo non appartenesse alla nostra tradizione. Silenzio dagli amministratori, silenzio dagli oppositori, silenzio dalle associazioni, silenzio. Ma perché questo silenzio?
Eppure la questione appare seria. I dati che abbiamo parlano di una centrale nata non a servizio di un’azienda agricola ma di un’azienda agricola nata a servizio di una centrale. Parlano di liquami sparsi nell’ambiente in attesa dell’entrata in funzionamento degli impianti. Parlano di cariche batteriologiche allarmanti a ridosso di centri abitati e in prossimità di coltivazioni destinate al consumo umano. E se anche la sinistra che governa la regione, che dovrebbe essere (almeno noi che l’abbiamo votata lo vorremmo) più attenta a questi problemi, avalla tutto questo e, anzi, lo incentiva, rimangono forti perplessità sulla reale ecologicità di questo modo di produrre energia. Abbiamo gli strumenti per capire da soli quali siano i rischi corriamo e quindi siamo in grado di opporci. Perché chi ci rappresenta suona lo scacciapensieri?
Luca Craia