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Cos’è lo schema corporeo?
E’ il frutto dell’elaborazione delle esperienze vissute che schematizzate, assimilate e classificate formano la coscienza che ognuno ha di sé.
Piaget affrontò l’argomento dl punto di vista psicogenetico. Il bambino possiede fin dalla nascita dei meccanismi riflessi automatici scatenati da stimoli che provengono dal bambino (enterocettivi) o dal mondo esterno (esterocettivi) e che determinano un comportamento istintivo ed innato.
Il ripetersi di questi movimenti impostano i primi schemi motori che all’inizio non hanno uno scopo o un fine, ma una volta che sono assimilati, il bambino tende a ripeterli per ottenere le sensazioni già provate.
I bambini piccoli che si osservano le mani o che cercano di afferrarsi i piedi quando sono sdraiati e che fissano intensamente le mani muoversi nello spazio stanno “scoprendo” e “imparando” il proprio corpo. La mamma che indica le parti del corpo del piccolo, le nomina le bacia e le accarezza, provoca nel bambino sensazioni piacevoli e positive che verranno riconosciute come buone e oggetto d’amore. La mamma così facendo aiuta il bambino a scoprire il proprio corpo.
Avete visto cosa succede la prima volta che il vostro bambino si vede allo specchio?
Intorno ai 6 mesi si fissa concentrato e intorno agli 8 se è seduto davanti allo specchio allunga le mani e si tocca, perché non ha ancora interiorizzato la propria figura.
Un ulteriore passo avanti avverrà intorno ai 2 anni, quasi 3, quando chiudendo un cerchio, disegnando, dirà “Sono io!”, definendo la propria identità.
Ovviamente le tappe della definizione del proprio corpo non sono così rigide, alcuni bambini si disegnano prima e per altri ci vorrà un pochino più di tempo, ma le tappe fondamentali sono queste.
A 3 anni possiamo dire che il bambino si disegna in forme circolari, la testa ha naso, occhi e bocca, e a volte sono presenti delle linee che partono dalla testa e rappresentano gambe e braccia. Crescendo il disegno si fa più elaborato, gli arti non partiranno direttamente dalla testa, ma vi sarà lo “schizzo” di un busto al quale saranno attaccati gli arti.
Sempre intorno ai 3 anni il bambino conquista alcune abilità psicomotorie che lo portano ad acquisire una prima presa di coscienza del proprio schema corporeo.
Il bambino riesce a stare in equilibrio su un piede solo o riesce a padroneggiare il corpo in modo da poter dare spinte agli arti inferiori (calciare una palla) senza bisogno di rincorsa. Salta con due piedi un ostacolo. La coordinazione oculo-manuale è al massimo della sua ricettività. Il controllo visivo è in espansione come la motricità fine della mano. Inizia la presa di coscienza della prensione delle dita (pollice-indice), anche la precisione del movimento polso e avambraccio aiutano la motricità fine.
Possiamo infine dire che le tappe di sviluppo dello schema corporeo mettono in evidenza la percezione fisica di sé in rapporto al proprio relazionarsi con il tempo e lo spazio circostante.