Succede spesso, dato il gran numero alunni che sono passati nelle mie classi, ma anche quelli che ho conosciuto nelle altre, di raccogliere istantanee del presente e del passato: disegnano una mappa di scuola cambiata, non tanto per i bambini che la frequentano, ché i bambini restano bambini, quanto nella qualità dei rapporti umani, in particolare nel rapporto insegnante alunni.
Mi premeva andare via, ma i suoi ricordi hanno cominciato a fluire trattenendomi, se mi avesse afferrato per un braccio sarei scivolata via, ma le parole a volte sono peggio della forza. E più delle parole ancora, mi ha catturata l'espressione del volto mentre raccontava un giorno in particolare.
Si era assentata da scuola e al rientro la maestra fece fare il classico compito sulla spiegazione del giorno prima, riguardava la letterina muta che si chiama così da sempre. Lei non riuscì a fare il compito così al momento della correzione le arrivò un ceffone in pieno volto, a nulla valse il tentativo della bambina di allora e mi pareva di vederla mentre gli occhi le si riempivano di lacrime come ora mentre lo racconta, di dire che non non c'era e che non poteva saperlo. Ha deglutito e con la mano si è toccata la gola di donna matura per dire che lo schiaffo è ancora lì che non va giù, che quell'ingiustizia rimane sospesa nel tempo ad arrugginire coi ricordi e probabilmente non verrà mai rimossa nè dimenticata. Ha aggiunto con ancora gli occhi gonfi di pianto, che cercava di trattenere di fronte a me, che la maestra aveva le sue preferite, soprattutto quelle che ogni tanto la omaggiavano dei frutti della terra.
Sono sprofondata nell'imbarazzo e un po' di voglia di piangere per quella bambina ancora ferma a quel ricordo è venuta anche a me. Però le ho sorriso dicendole che la scuola oggi non è più così e nonostante la cattiva fama è molto meglio di allora. I maestri e le maestre sono molto cambiati, nessuno più accetterebbe regali in cambio di magnanimità, nè nessun genitore li farebbe più. A tutti è dovuto il rispetto e l'ascolto. Ho salutato allegramente notando solo a quel punto che la figlia è rimasta la musona di quando veniva a scuola e non ha manco risposto al mio saluto appena entrata.
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