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Lo schizzato?

Creato il 24 gennaio 2014 da Manuel
IL DOPING LIBERO, IL DOPING DA GIOVANE, IL VIAGRA, LE CORSE VENDUTE, IL GIRO D’ITALIA, L’OMERTA’ PER TORNARE IN GRUPPO. PENTITO DI QUALCOSA?;“SI, DI ESSERE STATO TROVATO POSITIVO”. Lo schizzato?Qualche anno fa Ettore Torri (oggi pensionato) venne letteralmente dilaniato da ogni dove e da ogni esponente possibile del mondo ciclistico: ciclisti, organizzatori, dirigenti federali, Team Manager, giornalisti, proprietari di squadre, commentatori televisivi, e trattato come un vecchio e rincoglionito imbecille che non sapeva nemmeno cosa stesse dicendo. Danilo Di Luca (foto: Cicloweb.it) nella sua intervista tivù (probabilmente l’unica sincera che abbia mai fatto) mette lì una vecchia opinione di Francesco Moser – recordman dell’ora nel 1984 e seguito nell’impresa come un’ombra dal noto duo Conconi/Ferrari – dicendo che tanto vale liberalizzare il doping. Ma non solo questo. In Archivio Gazzetta trovate buona parte dell’intervista televisiva. Di Luca scarica tonnellate di puro letame addosso a tutto il mondo ciclistico, perché ormai la sua vita sportiva è andata in malora e se deve andare a fondo tanto vale aggrapparsi alle gambe di quelli che stanno cercando di galleggiare. Ovvio che le sue dichiarazioni hanno scosso molto l’ambiente. Definito “alla frutta” da Nibali, Di Luca spiffera cose ultrarisapute e poche novità. Ma siccome stavolta ad aprire bocca non è un Bertagnolli qualunque (per quanto la vecchia intervista di quest’ultimo resti ancora quella più dettaglia mai riportata dalla bocca di un ciclista italiano), le parole pesano il doppio. Fatto sta che tutto il movimento si mette in moto per rendere Di Luca un “Torri 2”, cioè uno che parla per rancore (probabile), che fa pena (non così tanta), che non potrà ricevere credito (una convinzione o una speranza?) perché ex-dopato. L’Assocorridori valuta se denunciarlo per lesione all’immagine del movimento, e nello stesso tempo i salottini ciclistici televisivi ne minimizzano le affermazioni con il; ”Non ha detto niente che non si sapeva già” Se le cose dette non sono niente che non si sapeva, l’Assocorridori cosa farà? Una denuncia verso una persona che dice cose risapute? E allora dove sta il danno? Lo schizzato?Di Luca deve essere ‘smontato’ in più possibile. Deve apparire come un pazzo ubriaco che, ballando al ritmo di “Vamos a la plaia” dei Righeira vestito da prete, non sa più riconoscere una bicicletta da un frigorifero, per impedire che l’appassionato possa, di suo, fare due più due. L’ascoltatore deve ascoltare, ma non ragionare troppo. Deve dimenticare che quel commentatore, quel direttore sportivo, quell’ex ciclista correva per squadre che ne hanno passate di cotte e di crude. Di certo c’è che se il ciclismo vuole ritrovare credibilità, non può farlo affidandosi a gente che ha corso nell’EPOca relativa all’ultimo ventennio di gare, o affidarsi alle parole di direttori sportivi che per esigenze di mantenimenti pubblicitari (sponsor) sulle maglie delle squadre per non chiudere baracca, hanno taciuto e al massimo raccontato la famosa storia intitolata; “Io non c’ero e se c’ero dormivo”. Bijarne Riis aveva confessato davanti al mondo di aver vinto il Tour usando l’EPO. Non ha mai avuto problemi a lavorare negli anni a venire nel ciclismo. Oggi si esalta la nuova generazione ciclistica, sana, pulita, onesta ecc. Peccato che ad aprir bocca con discorsi di questo tenore, sia gente che arriva dagli anni ciclistici che oggi stanno mandando a puttane tutto quanto. A proposito: Di Luca verrà convocato a fine mese dalla Procura Anti-doping del CONI. Sarà mica che gode ancora di un minimo credibilità da qualcuno, rispetto a chi affermava (o sperava) non potesse essere così?

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