A CASA SUA OGNUNO PUO’ FARE QUELLO CHE GLI PARE
In casa sua uno può fare quello che vuole, certamente, ma non è poi così vero. Se uno ammazza la moglie, va a finire in galera, anche se lo ha fatto in casa sua.
Ma forse questi estremi difensori dell’arcoriano intendono parlare di sesso libero, con minorenni, con belle ragazze, di festini, culi flaccidi, eccetera. Detta così sembra un’altra cosa e il tutto si ridurrebbe al fatto che: “Berlusconi è un gran puttaniere e niente più. Un riccone che si può permettere di pagare le belle ragazze ed un povero peccatore, come lui dice di essere”.
Ma esistono, in questo brutto affare, dei ma e dei però grandi come i suoi palazzi.
Il signore in questione, è anche Presidente del Consiglio, telefona in qualità di Presidente del Consiglio alla questura di Milano, affermando che la minorenne Ruby è la nipote di Mubarak. Telefona più volte e mette in subbuglio tutti i questurini i quali, alla fine, consegnano la ladra minorenne, Ruby, ad una consigliera della regione Lombardia. Che cosa c’è di privato in un’azione pubblica del Presidente del Consiglio, che telefona in qualità di Presidente del Consiglio, per evitare una guerra con l’Egitto?
La signora Minetti, consigliera regionale, va alla questura di Milano, prende in consegna la minorenne, ufficialmente nipote di Mubarak e la riconsegna alla prostituta brasiliana. Che cosa c’è di privato quando una persona pubblica qual è la consigliera regionale, su comando del Presidente del Consiglio, va a prendere la minorenne in questura? Come persona che riveste una carica pubblica ha una grande responsabilità in quello che sta facendo, perché lo sta facendo, sia su comando del Presidente del Consiglio, sia come consigliera della Regione Lombardia. E la consigliera, sapendo che è la nipote di Mubarak, sapendo che il Presidente del Consiglio gliel’ha raccomadata, la riconsegna alla prostituta brasiliana.
L’ufficio del pagamento delle prestazioni sessuali e degli affitti, e delle varie spese delle olgettine, è diretto da Giuseppe Spinelli. Sulla targhetta che ne indica l’ufficio, c’è scritto “Segreteria del Presidente del Consiglio”. Cosa c’è di privato in un ufficio pubblico del Presidente del Consiglio?.
Come si vede una storia questa del peccatore privato, non sta in piedi. Stanno cercando di voltare la frittata, di stravolgere una realtà conclamata: ridurre tutta la storia ad un semplice fatto privato di un povero peccatore.
Di qui la causa di Berlusconi contro lo Stato per danni morali. E di qui il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, per la presunta violazione della sua privacy.
Ma quale privay? Ma quale “golpe morale”? Ma quale “eversione politica”?
Ci viene da dire che Berlusconi ha dei cattivi consiglieri. I capi di Stato, o omunque le persone con importanti incarichi pubbici, che hanno fatto ricorso alla Corte di Strasburgo per la difesa dei loro diritti sono stati solo due, finora: Saddam Hussein e Milosevic. Sappiamo com’è finita.
Comprendiamo la satiriasi del vecchio maniaco di Arcore, ma non la sua schizofrenia di prenderci tutti per imbecilli, dandoci ad intendere che si tratta di un enorme abuso della magistratura di Milano, perchè il tutto si riduce ad un “peccato privato”. Lo andrà a dire al suo confessore, ma non ai cittadini italiani.