Tra le voci più forti e nitide del nostro sgangherato tempo moderno, quella di David Grossman è la più commovente e emotivamente razionale. Parla ai cuori, lo scrittore israeliano, in modo lucido, con una emotività drammatica ma piena di speranza. Lo sanno bene i suoi lettori e i fortunati che hanno avuto l’occasione di ascoltarlo di persona.
In questi giorni la sua patria , Israele, è scossa dalla protesta dei migranti africani che hanno riempito le piazze e presidiato il parlamento. La loro richiesta è semplice: vogliono essere riconosciuti per quelli che sono, rifugiati.
Ed è paradossale che nella terra dei rifugiati per eccellenza si neghi per legge tutela e protezione a chi terra non ha più.
A difesa del diritto universale d’asilo ai disperati si è levata la voce di Grossman che si è unito ai manifestati gridando la propria vergogna e offrendo la propria incondizionata solidarietà.
“Per me il nome Israele contiene in sè l’idea stessa di rifugiato, di gente che fugge da un tragico destino per cercare protezione e rifugio. Sono orgoglioso di essere qui con voi ma mi vergogno che tutto questo stia accadendo. Gli Israeliani dovrebbero ricordarsi di tutte le porte che sono state sbattute in faccia agli ebrei durante la persecuzione nazista e le poche che si sono aperte. Voi non siete criminali . Siete normali esseri umani intrappolati in una situazione che normale non è”. (“for me, the name ‘Israel,’ contains the idea of refugees, of people who escaped from a terrible destiny to find refuge and shelter.” He said he was “proud to be here [but] I’m ashamed that this event had to happen.” He said Israelis should “remember all the doors that were locked in the faces” of Jews seeking to escape the Nazis, and the few doors that were open. “You are not criminals,” he told the protesters. “You are ordinary human beings… trapped in a not ordinary situation.” Dal sito www.timesofirael.com).
Per ulteriori informazioni sulla protesta dei migranti in Israele:
Israeli parliament shuts its doors on protesting African refugees