Lo “sdoganamento” del nazismo mentre l’audience sta a guardare

Creato il 23 febbraio 2014 da Maria Carla Canta @mcc43_

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Il regista Krzysztof Kieslowski disse “All’industria televisiva non piace vedere la complessità del mondo . Predilige i report lineari  con idee semplici : questo è bianco , questo è nero, questo è buono, questo è cattivo ”. La medesima osservazione si applica oggi alla generalità dei media e ai social media.


Dalle dimostrazioni di Kiev la narrazione esclude tutto quello che esula dal “popolo vuole entrare in Europa”. Quasi rispondendo a un segnale di  ultrasuoni, i media hanno improvvisamente iniziato a parlare di regime  vs Europa-libertà, nonostante le trattative con la Ue  non riguardassero per nulla l’ingresso dell’Ucraina nella Comunità, ma il libero scambio commerciale.

Uno dei caratteri tipici del nazismo consiste nell’individuare “un” responsabile dei problemi di un paese, avviarne la demonizzazione, cancellarne la presenza. Lo fece Hitler con la colta classe ebraica della Germania, lo fa Al-Sisi con i Fratelli Musulmani, lo stesso avviene in Ucraina.

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La piazza è dominata da bande di estrema destra dichiaratamente  razziste. “Combatterò Ebrei e Russi fino alla morte” è il programma di  Aleksandr Muzychko, un ex combattente in Cecenia dalla parte dei terroristi, islamici e non, inviati dall’Occidente e dalle monarchie del Golfo.  Agitando il Kalashnikov  “Se domani questi bastardi [i poliziotti] a Kiev non si fermeranno, prenderemo le unità militari, ci impadroniremo dei carri armati, perchè sappiamo come farli funzionare, e la vittoria sarà nostra”.

Victoria Nuland: “Fuck Europe”

Non è stato necessario arrivare a tanto: gli inviati di Germania, Francia e Fondo Monetario accorsi in loco  - dopo la raffica di incontri di Victoria Nuland con gli uomini d’affari – hanno tenuto per mano l’Ucraina nel corso dell’ impeachment, della fulminea abrogazione del reato d’  abuso d’ufficio e conseguente scarcerazione di Julia Thymoshenko, aureolata reincarnazione di Evita Peron, secondo la mitologia da essa stessa proposta.
Dalla Spagna l’eco di una grande manifestazione in sostegno del “popolo ucraino” dei gruppi locali  neo-nazisti , in Italia il sito di Casapound rivendica  ed esulta per “Lo sforzo eroico del popolo ucraino, soprattutto dell’opposizione nazionalista, protagonista indiscussa della piazza negli ultimi giorni per riconquistare la propria sovranità, non può che far esultare chiunque abbia a cuore la causa dei popoli e delle nazioni”. 

Una comune tacita aspettativa accosta registi mondiali e gruppi neo-nazi locali: l’incapacità del pubblico di intravedere il modello sotteso.

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Il modello messo in atto dal FMI ovunque vi sia da sovvertire un paese per “ promuovere e mantenere la cooperazione monetaria internazionale, l’espansione e la crescita equilibrata del commercio internazionale, la stabilita’ dei tassi di cambio ed il sistema multilaterale dei pagamenti” ,  che in pratica comporta privatizzazioni e perdita del controllo nazionale sull’economia e lo sviluppo.

Aleksandr Ohrimenko, presidente del centro studi analitici ucraino:

“La crisi finirà appena gli oligarchi si saranno spartiti le cariche nel consiglio dei ministri e definito chi avrà il dominio su quale regione. La rivoluzione finirà il giorno dopo. La gente sulla Majdan non sta necessariamente lì “a stipendio”, però qualcosa in tasca se la mettono, gli attivisti bisogna pagarli, anche i mass-media hanno un costo salato…”

Il Manifesto, : Ucraina, è l’anteprima di una secessione.

Vik­tor Yanu­ko­vich — inca­pace, alla fine cri­mi­nale, con inte­ressi pri­vati, legato ad oli­gar­chi come tutti i par­titi ucraini, ma demo­cra­ti­ca­mente eletto anche secondo cer­ti­fi­ca­zione della stessa Ue, dell’Onu e dell’Osce.

 Julia Tymo­shenko. È la stra­ricca oli­garca ex pre­mier, con­dan­nata per abuso d’ufficio per un con­tratto di for­ni­tura di gas che favorì smac­ca­ta­mente gli inte­ressi di Mosca, e inol­tre già respon­sa­bile di una guerra inte­stina alla Rivo­lu­zione aran­cione del 2004, con­tro il lea­der di quel movi­mento, Vik­tor Yushenko.

L’accaduto è un round fra due oligarchi e  UE, USA e FMI hanno scelto il partito Rada e la Tymoshenko. Hanno scelto anche di fare della russofona  Crimea, sede della base navale russa di Sebastopoli, un focolaio di conflitto verso l’est.

Questo gesuitico tweet

accompagnato dall’imbeccata al giornalista polacco Radosław Sikorski

Spoke to @sikorskiradek about #Ukraine. Agreed international community needs to help Ukraine access vital financing for future stability

William Hague (@WilliamJHague) 22 Febbraio 2014


lo ratifica, stendendo una coltre sugli ordini impartiti da Victoria Nuland per la formazione del governo dell’Ucraina “liberata”. Una conversazione da ascoltare attentamente….

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La guerra è pace,
La libertà è schiavitù,
L’ignoranza è forza.

ben oltre il 1984 di George Orwell

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Quanto dista Roma da Kiev? Un Klyčko!


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