Un’installazione di 160 elementi verticali in ferro si moltiplicano grazie agli specchi deformanti disposti a semicerchio. Pinuccio Sciola rende omaggio a Gaudì nella splendida cornice della Basilica di San Saturnino. Fino al 23 settembre.
Non solo pietre per Pinuccio Sciola che, a sorpresa, si misura col ferro, più precisamente con vecchi tubi Innocenti, dismessi e arrugginiti, che impila a strutturare colonne infinite. Serviti alla costruzione di edifici ora fanno da protagonisti divenendo essi stessi architettura che ben si colloca in ambito neogotico. Disposti in un percorso concentrico che culmina con una pianta d’ulivo, simbolo di pace e sacralità, le strutture verticali s’innalzano solenni al di sotto della cupola di una delle più antiche chiese della Sardegna: la Basilica di San Saturnino.
Ispirata alle guglie della grande incompiuta Sagrada Famiglia, l’installazione - circondata da specchi deformanti che trasfigurano e animano gli elementi - è un omaggio a Gaudì, all’architettura organica e al conflittuale rapporto tra uomo e natura. Dadi e bulloni incastonati si accostano a croci e ingranaggi raccordati all’apice dei tubi ad assumere la parvenza d’armi micidiali o alberi maestri di qualche nave nuragica. In una atmosfera silenziosa carica di pathos e spiritualità.