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Lo spirito olimpico e lo spirito dell’Olimpico

Creato il 18 giugno 2012 da Federbernardini53 @FedeBernardini

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Quello italiano, più di altri, è un popolo fazioso. Lo è per tradizione inveterata che, col passare del tempo, ha assunto quasi i tratti di una vera e propria inclinazione naturale.

A qualunque gioco giochi, l’Italiano tende a rispettare una sola regola, quella di non rispettarne alcuna, e il suo fine è quello di vincere, vincere a tutti i costi.

Dico gioco attribuendo a questo termine la stessa accezione ad esso attribuita in “Homo Ludens” da Johan Huizinga che, da storico e da sociologo, individua in qualunque comportamento sociale i caratteri specifici dell’attività ludica. Ciò vale tanto per la religione e la politica, quanto per l’agonismo sportivo.

Se volessimo, fra i tanti, proporre un esempio paradigmatico di tale inclinazione, credo che il migliore sarebbe quello del Palio di Siena. Il Palio non è una corsa di cavalli qualunque, il suo spirito è ancora quello delle antiche contese fra Guelfi e Ghibellini, una sublimazione della violenza con la quale gli antenati degli odierni contradaioli abbattevano le case e le torri dei loro nemici, li uccidevano o li esiliavano, in attesa che quelli, riprese le forze e trovate nuove alleanze, li ripagassero con la stessa moneta.

La corruzione e la scorrettezza, con buona pace di tutti, sono nel Palio l’unica regola: il frustino non serve a incitare il cavallo alla corsa ma a colpire sul volto il fantino avversario, perché l’unica cosa che conti è vincere, vincere a tutti i costi e umiliare la contrada nemica.

Se ci pensiamo bene il Palio non presenta soltanto i tratti caratteristici dell’indole toscana ma, ancor meglio dello sport nazionale, il calcio, ci rivela con quale spirito l’intero popolo italiano affronta la competizione…e non solo quella di carattere sportivo.

Parlando di politica mi pare che il lessico usato per definire il Palio possa essere riproposto con pari efficacia. La politica, quella che dovrebbe essere la nobile arte di governare lo Stato e per mezzo della quale attingere il bene comune, con regole severe ed uguali per tutti e rispetto per ciascuno, a che cosa è ridotta?

Corruzione, scorrettezza, colpi proibiti, volontà di vincere a tutti i costi e umiliare l’avversario, in attesa che quello, riprese le forze e trovate nuove alleanze, faccia altrettanto.

E, tra le maglie di questa faziosità, si insinua anche il tarlo dell’egoismo, tipico di un popolo privo di senso civico e votato al “particolare”. Il principio che “Io sono io e voi non siete un cazzo” vale non solo per chi ci governa ma, se vogliamo esser sinceri, per la maggior parte di noi…ed è questo il vero problema.

Con questo spirito milioni di Italiani, tra meno di un anno, si recheranno alle urne e, qualunque sarà il risultato, stando così le cose, non farà gran differenza.

Federico Bernardini

Illustrazione: Famiglie guelfe e ghibelline ad Asti, fonte http://it.wikipedia.org/wiki/File:Guelfi_e_ghibellini.jpg


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