Magazine Salute e Benessere

Lo sport coach e le soluzioni trovate...altrove!!!

Creato il 16 luglio 2012 da Ekis Sport Coaching @Ekis_srl

Il mental coach trova soluzioni in ogni situazione.Parlando con altri colleghi Sport Coach mi sono reso conto che le problematiche che uno sportivo deve affrontare sulla strada del successo sono più o meno sempre le stesse.

Poca sicurezza nei propri mezzi, voci interiori demotivanti, scarsa gestione dello stato d’animo…ecc..ecc. E questo in una moltitudine di discipline diverse.

Questo vorrebbe dire che ci sono molte più affinità che differenze fra un pugile e un pattinatore?…Dal punto di vista mentale si!

Come possiamo analizzare questo fatto? Ma soprattutto, come lo possiamo sfruttare riguardo all’allenamento mentale?

Beh..analizzarlo è abbastanza semplice, considerato che i meccanismi che regnano nella nostra testa sono gli stessi, non ci dovremmo stupire che atleti di discipline diverse abbiano le stesse risorse, e vivano le stesse paure.

Pensate che un alpinista debba essere più determinato di un saltatore in lungo?

Oppure che un lottatore debba avere più cattiveria agonistica di una tennista? Assolutamente no!!

Possiamo affermare dunque che tutte le emozioni che si alternano dentro un atleta sono pressoché le stesse, e le tecniche di MentalCoaching che un Coach può applicare hanno la stessa valenza indipendentemente dallo sport praticato.

In un attimo le frecce al nostro arco sono magicamente aumentate a dismisura.

Un pilota potrebbe aver risolto un suo problema, che magari regna anche nel cuore di un fantino, e viceversa. Questo fatto per uno Sport Coach è fantastico.

Senza dimenticare che quello che vale per una persona non è detto che valga anche per un’altra, rimane il fatto che il nostro amante dei motori ha comunque risolto una sua problematica, e la soluzione trovata potrebbe essere estrapolata ed utilizzata con i dovuti adattamenti, ma non è nemmeno detto che questo debba essere necessario, in una situazione totalmente diversa.

Ho ancora nelle orecchie le parole che ho sentito dire per una vita da una miriade di allenatori poco illuminati, del tipo: “ Cosa ne vuoi sapere tu di quello che si prova, che non hai mai preso un pallone da Basket in mano…”, oppure “ Chissà cosa ne può sapere Panatta delle paure di uno che va sul dischetto prima di un calcio di rigore.”.

Cambiare punto di vista per ottimizzare l’approccio mentale.
Tutti discorsi che se estrapolati dalle questioni tecniche non hanno assolutamente senso. In tantissimi si sono trovati almeno una volta di fronte ad una grande prova da affrontare, e quindi sono venuti a conoscenza dei sentimenti che si manifestano in quei momenti. Potrebbe anche essere che abbiano trovato una strategia per superarli, e che questa possa  risultare utile anche a qualcun altro.

Qualche anno fa, beh..facciamo almeno una decina, mi sono imbattuto in una conversazione fra alpinisti in un rifugio di montagna. Quello che uno di loro stava raccontando, che al tempo mi sembrava abbastanza curioso, riguardava una situazione di grande difficoltà che aveva vissuto in una spedizione con altri alpinisti in Sud America, e come aveva risolto il problema che si era generato senza volerlo facendo pesca subacquea. Se al tempo fossi stato un Coach avrei sicuramente fatto varie domante per carpire i meccanismi mentali che lo avevano dominato.

Nella spedizione in questione erano stati sorpresi da un improvviso cambiamento climatico e si erano ritrovati isolati a più di 6000mt, perdendo ogni tipo di contatto con alcuni di loro per parecchie ore. Tutto si era risolto per il meglio grazie ai soccorsi locali, che nel giro di alcune ore era arrivato sul luogo e li aveva tratti tutti quanti in salvo. Ma l’esperienza vissuta aveva purtroppo lasciato uno strascico, il quale gli aveva precluso per un bel po’ di tempo le escursioni con altri alpinisti. Quello che gli capitava da allora ogni volta che si trovava in scalata era questo, nel momento che uno dei compagni usciva dalla sua visuale, lui entrava nel panico e si bloccava irrimediabilmente mettendo in pericolo sia se stesso che gli altri.

Era rimasto vittima di un Ancoraggio negativo potentissimo. Continuando nel racconto descrisse poi quello che lo aveva sbloccato. Praticamente, in una vacanza fatta in un villaggio turistico aveva iniziato a fare delle immersioni,  in una di queste gli capitò una cosa simile a quella avvenuta in montagna, la persona che aveva davanti seguendo velocemente un pesce era sparita dalla sua vista dietro ad una cresta del fondale e lui si era bloccato vinto dal panico. Cosa accadde a questo punto che non era mai avvenuto prima?

Raccontò che la paura di essere isolato in un posto a lui non famigliare e con pericoli che non avrebbe saputo come affrontare da solo, tipo uno squalo, lo sbloccò e si affrettò per raggiungere il più velocemente possibile il compagno che si era avvantaggiato. Come per magia  dopo questa nuova esperienza le cose in montagna erano tornate esattamente come prima della disavventura in Sud America.

Mental Coaching in ogni esperienza di vita.
In quegli anni non occupandomi di Mental Coaching non ne sapevo niente di ancore ed ancoraggi e quindi come lui non capivo come due cose totalmente opposte, alpinismo e pesca subacquea, potessero produrre le stesse problematiche. Allo stesso tempo non riuscivo a capire come la soluzione che aveva fatto si che si sbloccasse sott’acqua, avesse poi generato la stessa situazione in montagna, e come fosse possibile che da quel momento anche sulle scalate in gruppo non avesse più il problema.

Problemi simili dal punto di vista mentale avevano generato un blocco, l’ambiente diverso e non familiare aveva creato una paura maggiore di quella che lo immobilizzava facendo si che si affrettasse a raggiungere il compagno, questo nuovo comportamento aveva generato la soluzione al problema di origine!! Una seduta di Coaching involontaria in piena regola.

Il ricordo di questo racconto mi ha fatto pensare a tutte quelle soluzioni che si potrebbero trovare semplicemente cambiando contesto, oppure guidando l’atleta nello sperimentare qualcosa di diverso riproponendo l’identica difficoltà.

Naturalmente è soltanto un esempio delle numerose possibilità che abbiamo per risolvere i problemi dei nostri atleti.

A questo punto c’è una cosa da puntualizzare: non è detto che la disciplina che ha originato il blocco o la difficoltà sia quella che possa generare la soluzione.

Vi faccio un altro esempio di interscambio sportivo che ha migliorato il gesto tecnico di una intera squadra Nazionale. Il C.T. Mauro Berruto della Nazionale Italiana di Pallavolo Maschile ha massimizzato l’efficienza della battuta al salto dei suoi giocatori grazie alla sua grande apertura mentale, e facendosi aiutare da una delle allenatrici di Ginnastica Ritmica della Nazionale.

Questa gli fece notare che per essere il più precisi possibili nel lancio di una palla bisognava fare delle cose dal punto di vista tecnico molto diverse da quelle che i giocatori facevano abitualmente.

La battuta al salto è diventata negli ultimi tempi una delle armi in più della nostra squadra Nazionale.

Scambio fra discipline e apertura mentale.
Tutto quello che vi ho descritto finora ha lo scopo di farci riflettere su come una soluzione, indipendentemente da chi la ottiene o la propone, può essere utile a chiunque.

L’uscire dalle dinamiche e dagli stereotipi mentali di una determinata disciplina, magari osservandone un’altra o ancora meglio praticandola qualche volta, può farci solo che bene, distogliendoci di certo dal problema che spesso ci monopolizza l’attenzione e che non ci fa vedere la soluzione.

Lo Sport Coach secondo me deve spronare il proprio atleta a sperimentare altri modi di pensare, e se lo ritiene utile fargli fare delle esperienze sportive, anche antitetiche, che lo possano stimolare ad esplorare altre facce di se stesso.

Sono estremamente convinto che un campione di sofferenza e di determinazione come Lance Armstong, ha da insegnare ad un calciatore o ad un pallavolista quanto se no di più di un Maradona o di un Kiraly, allo stesso tempo la metodicità e la disciplina di un allenamento di Ginnastica artistica possano essere utili ad una squadra di Basket tanto quanto vedere filmati su filmati dei Chicago Bulls di Jordan e Pippen.

Soluzioni, soluzioni, soluzioni…….

Ricordate! Quello che funziona per qualcuno potrebbe funzionare anche per noi, nonostante la differenza di disciplina o di filosofia di allenamento. Fare delle esperienze sportive e di vita diverse da quelle che pratichiamo ogni giorno, ancor meglio se insieme a chi ci si dedica con passione da tempo, non possono che farci crescere e maturare massimizzando le nostre capacità e facendocene scoprire anche di altre.

William Fiorani
Di William Fiorani


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :