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Lo Sport Coaching e gli scacchi

Creato il 23 aprile 2013 da Ekis Sport Coaching @Ekis_srl

Scacco matto alle sconfitte col Mental TrainingScacchi? Si..si..proprio loro! E lo sapete perché? Nello Sport Coaching, come nella vita, bisogna fare come su una scacchiera…… Pensare tre mosse avanti!!!!

Se parlaste con un grande giocatore, lui vi spiegherebbe che questa è una cosa fondamentale, che viene prima di tutto. Soltanto dopo aver pensato, almeno alle tre probabili mosse successive, si procede con l’apertura.

Allo stesso modo un Coach, di quelli con la “c” maiuscola,non si dovrebbe mai sognare di iniziare un lavoro con un atleta o un allenatore, senza aver pensato a come operare nell’immediato futuro.

Dopo aver parlato con la persona con la quale lavorare, la preparazione del percorso da proporre è fondamentale, come lo è l’avere un eventuale “piano B”. Sembrerebbero cose scontate, ma se vengono ancora scritti libri e libri su questo argomento vuole dire che non lo sono.

Per quanto possa contare il mio parere, vi assicuro che il 70% dei percorsi di Coaching nello sport, sono purtroppoancorabasati sull’improvvisazione.

Una delle mie frasi preferite è propria di un giocatore di scacchi

”L’abilità di un giocoliere sta nel lancio.”

Che è un assoluto inno alla preparazione se ci pensate, e al guardare automaticamente avanti; in questo modo “la presa”, cioè il risultato finale, diventa soltanto una logica conseguenza.

La preparazione mentale fa la differenza….il Coach come un giocoliere.
Sempre utilizzando il parallelismo con scacchi vi voglio spiegare cosa intendo:

“Lo scacco matto dell’imbecille.” o più eufemisticamente,“Scacco matto dello stolto”, è il modo più veloce di perdere una partita (4 mosse), e avviene soltanto per un’apertura suicida del giocatore che muove per primo.

Stessa cosa è il fallimento di una collaborazione Coach-Atleta; avviene soltanto per una “apertura” sbagliata da parte del Coach.

Tutte e due queste situazioni sono figlie di una mancata preparazione, e di una grande superficialità.

L’atleta o l’allenatore che si avvale dell’aiuto di un professionista del Mental Training, per potersi fidare, e quindi affidare, deve poter leggere nel Coach la sicurezza di chi ha già visto qualcosa; di chi ha già le idee chiare per impostare un cammino.

Se non si sa cosa si vuole andare aproporre, oppure si fa qualcosa con superficialità, sperando che poi durante il “viaggio” ci possa venire in mente qualche buona idea, si andrà con molta probabilità verso un inevitabile “naufragio”.

Se al contrario si pone la giusta attenzione alla propria preparazione, si prendono tutte le dovute informazioni, e si stabilisce un buon “Rapport” col cliente, le probabilità che le cose vadano per il meglio sono molto più alte.

Poi sta alla bravura del Coach adattare la rotta, e le modalità del lavoro, a seconda di quello che accadrà, ma sempre guardando avanti di “almeno tre mosse”, e sempre con un “piano B” in tasca.

Naturalmente tutto questo avviene quando non si ha la fortuna di scegliere un MentalCoach che si rispetti, perché come diceva il grande scacchista Russo Gary Kasparov:

“Un Maestro di scacchi non cerca la mossa giusta: la vede!”.

Concetto che ho sentito argomentare più e più volte da uno dei migliori Mental Coach italiani, forse il migliore, Livio Sgarbi:

“Un bravo Coach vede già il cambiamento della persona con cui lavora.” Proprio così, non ha bisogno di cercarlo lo vede già.

Immaginate di essere uno scalatore e di trovarvi davanti ad una vetta da scalare, cosa pensate sia più facile:

1)   Pensare alla scalata partendo dalla base e andando su verso la vetta?

2)   Pensare di essere già sulla vetta, e vedere venendo in giù tutti i passi compiuti per arrivarci fino a giungere alla base?

La prima dote di uno Sport coach è vedere il cammino da intraprendere.
E’ evidente che è meglio il secondo modo.

Questo un Coach lo può fare soltanto se hal’immagine, in gergo tecnico se ha “allucinato” il cambiamento, il risultato finale, del proprio cliente.

Giacché mi avete sentito parlare di “piano B” più di una volta, vi voglio spiegare quello che intendo, e anche questa volta chiederò aiuto a un altro grande campione degli scacchi, nonché filosofo e matematico,EmanuelLasker:

“Quando vedi una buona mossa…aspetta. Cercane una migliore !”

Allo stesso modo, quando troviamo una buona “mossa” da proporre a un atleta per la sua crescita, aspettiamo e cerchiamone una migliore.

Il concetto è di non accontentarsi, pensiamo a qualcosa di ancora più efficace.

Se non la dovessimo trovare, o se avessimo la necessità di agire velocemente, potremmo a quel punto fare sempre affidamento a quella che avevamo trovato in precedenza.

Se invece la troviamo, non dobbiamo fare altro che attuarla.

Adesso, nell’ipotesi che non dovesse funzionare, avremmo sempre la possibilità di ricorrere a quella di prima; che nel frattempo è diventata il nostro “piano B”.

Vedete come in tutte le cose, la capacità e la voglia di essere flessibili, di puntare sempre a qualcosa di meglio, di arrivare preparati a un appuntamento, sia la base per l’eccellenza?

Vi lascio con un ultimo spunto, che secondo me è una vera e propria chicca.

Sulla scacchiera, come nello sport,e nella vita, tutti i “pezzi” sono importanti: Re, Regina, Cavalli o Pedoni che siano.

Non puoi mai sapere quale sarà la risorsa che ti permetterà di vincere una partita, perché non esistono risorse di serie A o di serieB.

Esistono soltanto quelle più o meno utili, a seconda del momento o della situazione.

“Chi pensa che per fare uno scacco matto si debba utilizzare per forza la Regina o un Alfiere, spesso perde la partita perché il suo Re resta in balia di un Pedone!!”


William Fiorani
DiWilliam Fiorani


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