Al bar sport, conversazione tra due ubriachi.
- La vedo male, grillino parlante.
- Mmm... Ma no, non condivido.
- Allora sono io che esagero?
Esagero io, è così evidente: intorno a me è tutta una risata. È risaputo: i giochi sono i sostituti delle guerre, per sfogare i bassi istinti umani.
Ieri a Roma c'è stato il Derby. Una legale e civilissima manifestazione popolare. In quelle ore il massimo dell'esercizio democratico in città è stato espresso da alcuni sindacati, che hanno indetto un opportuno sciopero dei trasporti pubblici.
Mi sa che è per l'effetto "occhio del ciclone": chi sta al centro non avverte il movimento vorticoso circostante, per questo noi qui a Roma siamo tanto tranquilli.
- Andiamo, confidati: cosa ti cruccia?
- Non so, prendiamo a esempio la questione delle commissioni parlamentari, che devono partire urgentemente. Ci sarebbero, come dire, quei "piccoli" problemi di fondo da risolvere che continuano a procurare solo danni.
- Vedi che siamo d'accordo?
- Mah, è indubbiamente lecito che il Senato decida di aspettare il varo del Governo ma è lecito pure che i M5S non ci stiano, e indicano una protesta a oltranza. Tutti sono nel giusto. Tutto è perfettamente lecito. Che poi, le fondamenta di ciò che oggi è considerato lecito e di ciò che non lo è sono antichissime: per secoli è stato indispensabile che i parlamentari godessero di speciali immunità, allo scopo di resistere alla "Corona"* e raggiungere quelle conquiste moderne delle quali hanno potuto godere tutti i cittadini di uno stato.
- Vedi quindi che è necessario lavorare attorno a una Costituzione nuova, che tenga conto della maturazione dei tempi, che spazzi via gli anacronismi che ormai coprono soltanto gli interessi di singoli e caste, ed è un intento del tutto legale e costituzionale?
- Vedi tu, però, che continua a mancare un Governo, e poi c'è tutta quella storia della prassi, sempre che abbia un senso. Senti, che devo dirti? Quella del Senato in fondo è una decisione legale e costituzionale.
- Noi non ci stiamo.
- Niente da obiettare, anche la vostra è una scelta legale e costituzionale. Fa un po' tiro alla fune, stiamo cadendo tutti culo a terra, ma fa lo stesso. Sempre meglio il gioco della guerra (civile), no?
E poi, qui nell'occhio del ciclone tutto sommato si sta bene, freschi e asciutti, a patto di star fermi. E chi lo sa perché mi sento ancora così scomoda, perché mi faccio domande? Per fortuna sono una che si informa, e scopro che davvero posso mettermi tranquilla, anche davanti a quell'ombra che oscura la candida verginità dei neoparlamentari:
- Devo rassegnarmi a prenderla sportivamente.
- Ma sì, quanto la fai lunga. L'importante è partecipare. A proposito, com'è andato il derby? Ieri sera non volava una mosca.
- Tutti fermi palla al centro: pareggio.
- Anche loro, come le istituzioni?
- E speriamo che il paragone si fermi qui. Tutto intorno è stata guerriglia urbana.
- Hic!
- Salute. Un altro giro?
§§§
*) Domenico Zanichelli , nel testo I privilegi parlamentari pubblicato sulla Rivista di diritto pubblico (1890) , notava qualche contraddizione della modernità, mettendo sotto la lente l' immunità parlamentare, un "rudere storico", che contraddice l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge " che è la prima garanzia della libertà civile e senza la quale è vana ogni altra garanzia ".
Lo stato feudale era un agglomerato di gruppi di influenza che ottenevano dal "Capo più potente" o al "Sovrano di diritto" la protezione, sotto forma di garanzie: salvacondotti per gli individui e immunità locali per le assemblee, che quando a carattere baronale, venivano estese ai loro membri.
[...] le garanzie rivolte a questo scopo assunsero col tempo carattere costituzionale, perché furono stipulate in forma contrattuale é come condizione sine qua non dell'accessione dei rappresentanti alle assemblee. Il Tocqueville acutamente osserva che il privilegio mentre è incomportabile in uno stato di avanzata civiltà, nelle età che escono dalla barbarie serve ad assicurare la libertà ed anche a preparare una condizione di cose che permetta gl' incrementi civili, e questo perché i privilegiati possono liberamente esplicare la loro attività e servire quindi di guide e maestri ai loro concittadini
[...]E tale è appunto il caso nostro; i rappresentanti mai avrebbero potuto lottare colla Corona nel terreno legale se non fossero stati protetti in modo speciale e questa protezione non avessero fatta valere quando la Corona, uscita dalle strette feudali, tentava di divenire assoluta.
[...]la storia Costituzionale delle nazioni europee [è piena di] lotte fra la Corona e i Parlamenti, e mezzo preferito dalla prima per piegare i secondi è sempre stato l'annullamento, o, quanto meno, la restrizione cavillosa delle guarentigie per la libertà dei rappresentanti. E la Corona riusciva con questo mezzo ogni volta che i Parlamenti si sentivano deboli, doveva ritirarsi e sconfessarlo ogni volta che i Parlamenti si sentivano forti[...]