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Lo Spread ai tempi dei Borbone, ovvero gli altri fanno i debiti e noi paghiamo!

Creato il 15 ottobre 2014 da Vesuviolive

Regno delle Due Sicilie

E’ dal Governo Monti che un termine è entrato nel quotidiano di ogni italiano, un po’ comme ‘a tazzulell ‘e cafe’ per un buon Napoletano: lo Spread. Un noto giornalista e conduttore televisivo, Piero Angela, per iniziare una puntata di Quark direbbe: “Lo Spread questo sconosciuto”.
Uno sconosciuto che poi tanto sconosciuto non è, dato che esiste nelle nostre vite già dai tempi del Regno delle due Sicilie.

Ma cos’è lo Spread? Esso non è altro che il cosddetto “debito pubblico”, ossia la capacità che ha uno Stato di restituire i prestiti in denaro ricevuti. Ad onor del vero vi è da dire che il Regno delle due Sicilie (1816-1861) godeva di una situazione economica florida e stabile. Basti pensare che nel 1861, il livello di industrializzazione della provincia di Napoli era superiore di circa una volta e mezza quello della provincia di Torino, e tutto ciò, ovviamente, invogliava gli investimenti da parte degli imprenditori esteri.

Lo stato più spendaccione era il Regno di Sardegna (1720-1861, Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Sardegna e parte della Lombardia… i Savoia, per intenderci), che aveva un debito pubblico di 1292 milioni di lire nel 1861 (corrispondenti a circa 5.800 miliardi di euro).
Nel 1861 nelle casse del Banco di Napoli vi erano 443 milioni di lire in lingotti d’oro, nelle casse del Banco di Torino solo 20 milioni di lire in banconote, in pratica noi avevamo un potere economico 60 volte superiore a quello dei piemontesi.

Ma tutto ciò non è bastato ad evitare che anche il Mezzogiorno sopportasse debiti mai contratti, in quanto nel 1861, il neonato Regno d’Italia con la legge n°174, decideva di cumulare in un unico debito nazionale tutti i debiti contratti dagli stati facenti parti il nuovo Regno d’Italia, insomma come chiedere oggi alla Germania, in virtù dell’appartenenza all’Unione Europea, di pagare i debiti dell’Italia.
Con questa legge i meridionali, ed in particolare noi Napoletani, amma pers’ a Filipp’ e ‘o panaro.”

Roberto Scolaro

Fonti:
Repaci F.A., La finanza pubblica italiana nel secolo 1861-1960.
Savarese G., Le finanze Napoletane e le finanze Piemontesi dal 1848 al 1860.


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