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Obama aveva paura che i risultati sull’Intelligence americana dessero un quadro preoccupante della situazione. E’ così è stato.
E’ stata costruita una nazione parallela nel segno della paura. Un impero cresciuto a dismisura che nessuno è in grado a rispondere a tre principali domande: Quanto costa? Quanta gente ci lavora? Quanto è efficace?
IL Washington Post che ha pubblicato migliaia di grafici sulle risorse e sui risultati dell’intelligence scrive “LA mancanza di focus , non la mancanza di risorse , sono al centro della strage di Fort Hood che ha fatto 13 morti. Così come dell’attentato di Natale: sventato dalle migliaia di analisti impiegati per trovare un terrorista solitario ma dall’allarme di un passeggero”.
Anche il capo del Pentagono si arrende “C’è stata così tanta crescita dopo l’11 settembre che cercare di tenere sotto controllo tutto è una sfida: non solo per il direttore della National Intelligence , ma per ogni operatore , per il direttore della Cia , per me stesso”.
L’intelligence Usa è un labirinto. Il problema principale è la duplicazione inefficiente di centinaia di agenzie. L’esempio è quello della strage di Fort Hood. L’esercito ha una sua intelligence : solo che invece di raccogliere le denunce sullo psichiatra Hasan che inneggiava alla jihad , raccoglieva informazioni su hezbollah , pasdaran e Al Qaeda che non aggiungevano niente a quello che già si sapeva.
Il problema secondario è la moltiplicazione dei dati. Ogni giorno 1,7 miliardi di email , telefonate e comunicazioni, sono raccolte dalla National Security.
Un mondo segreto fuori controllo. Bush chiese al Congresso 40 miliardi per combattere Al Qaeda. A colpire l’America in piena recessione è lo spreco. L’edificio da 3 miliardi e 400 milioni di dollari che il Department of the Homeland Security sta costruendo , dovrà gestire l’incoordinabile.
Tutta un’intelligence che non è riuscita a fermare un ragazzino nigeriano che voleva far esploderemadyur
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