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Lo statista ad ore

Creato il 14 gennaio 2010 da Lanternarossa
Lo statista ad ore Ringrazio Marta - mynameisblueMolti, ultimamente, ne hanno parlato e spesso lo hanno fatto a sproposito, scrivendo o dicendo fesserie. C'è chi vuole intitolare vie e chi minaccia querele. L'ultimo ad averne parlato a sproposito è stato il direttore del Tg1 Minzolini affermano sonore bugie e nascondendo diverse verità. Sto logicamente parlando di Bettino Craxi. Non mi schiero nè con i grandi detrattori nè con i grandi elogiatori. Ha scritto bene, oggi su Repubblica, Giorgio Ruffolo che ha conosciuto molto bene il leader socialista: un politico capace con alcuni pregi e alcuni difetti, non un genio della politica. Si può affermare che un leader che aveva il 12% dei consensi e non si oppose, giustificandolo, al sistema di corruzione dilagante di quegli anni, possa essere considerato uno statista? Si può scindere l'attività politica di Craxi dal suo silenzio-assenso verso il sistema di corruzione imperante in quegli anni? Possiamo ignorare la questione morale di fronte alla sua capacità politica? No, non possiamo.Negli anni in cui governò il debito pubblico passò da 234 a 522 miliardi di euro (dati valuta 2006) contribuendo a quella voragine che ancora oggi stiamo pagando. Non si possono negare alcune meriti in politica estera e la capacità di cogliere le crepe del blocco comunista anticipando il Pci stesso. Craxi venne condannato e con lui moltissimi altri politici. Il leader socialista scappò e divenne latitante. E' giusto giustificare il leader socialista affermando che in tutti i partiti c'era chi rubava? No. Si può dire che Craxi abbia pagato molto più di altri? No: lui scappò, altri pagarono con il carcere. Possiamo dire che fù semplicemente un delinquente? No: Craxi fù presidente del consiglio di questa Repubblica. Si può dire che fù l'artefice della corruzione in Italia? No: non possiamo renderlo capro espiatorio di una condizione della società e della politica italiana che agiva a prescindere da Craxi.
Eviterei sia la beatificazione che la damnatio memoriae. La storia, anche recente, ha dimostrato che il problema non era un uomo, o un gruppo di uomini, ma una cultura dell'illegalità che ancora oggi corrode la nostra poltica. Da allora, avremmo dovuto imparare che non si cambierà niente con le condanne se prima non si metterà in piedi una rivoluzione culturale che cambi in profondità la politica di questo Paese. La corruzione non è un problema individuale ma collettivo. Craxi non è stato un grande statista perché i grandi statisti cambiano in meglio il loro Paese; lui non solo non lo fece, ma avvallò le peggiori pratiche corruttive dell'amorale Italia di fine anni 80.

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