Lo stato di flow: peack performance

Creato il 17 novembre 2014 da Emanuele Zanella @emanuele755

Molti mi chiedono che cos’è questo stato di Flow, beh, ecco una spiegazione che spero ti sia utile.

La caratteristica principale del Flow è la sensazione di gioia spontanea, sicurezza, soddisfazione, stupore e addirittura di esaltazione, ed è per questo che durante lo stato di Flow l’individuo si sente estremamente bene e in pieno stato di fluidità inconscia.

Ti è mai successo di essere coinvolto talmente tanto emotivamente in qualcosa positivamente da perdere completamente la cognizione del tempo nel fare quella determinata cosa?

Farla talmente bene avendo la mente completamente libera, senza nessuna interferenza negativa esprimendo al meglio te stesso con minimo sforzo?

Una persona in stato di flow, assume il pieno controllo delle proprie azioni inconsapevolmente, si sente padrone di se stesso e riesce a sfruttare al massimo le proprie potenzialità senza capire come.

Prima di iniziare vorrei dirti una cosa importante che fa una grande differenza che dico sempre alle persone che seguo:
Il miglior modo per avere controllo, è perdere il controllo!

Eee si, hai letto bene non sono ubriaco, e ti consiglio di riflettere su quella frase perché è la crema dello stato di flow dal mio punto di vista.

Lo stato di Flow nella performance sportiva, consiste nel raggiungimento di uno stato mentale e di un livello ottimale di “attivazione” psico-fisiologica, utile ad esprimere il massimo delle proprie capacità senza averne la minima idea, quindi dimenticandosi completamente delle tecnica, lasciando che sia il proprio corpo a lavorare a proprio favore.

L’equilibrio che viene a formarsi favorisce l’insorgenza del flow, cioè quel flusso di coscienza che rappresenta il massimo del coinvolgimento emotivo della mente, delle emozioni e del corpo nell’attività che si sta facendo nel presente temporale.

In poche parole il pensiero è focalizzato solo ed esclusivamente nel presente, privo di dialogo interno o distrazioni temporanee o altro, quindi massima lucidità mentale.

È paradossale, ma nello stato di Flow, gli individui esprimono il massimo controllo su ciò che stanno facendo, le loro azioni e reazioni sono in armonia con i cambiamenti e le esigenze del momento, fino nei minimi dettagli.

I principali fattori che rendono possibile lo stato di flow sono:

  1) Per prima cosa bisogna avere sufficienti abilità per portare a termine un’attività competitiva.Lasciare che l’attività ti assorba completamente l’attenzione in modo da avvertire un senso di controllo su di sé e sulla situazione.

  2) Perdere il controllo e la consapevolezza del tempo e di quello che si sta facendo, staccando la mente razionale completamente lasciando libero l’inconscio di agire a proprio favore con massima fiducia.

  3) Lo stato di flow è quel tipo di esperienza che si prova quando si è totalmente assorbiti tanto da dimenticare il trascorrere del tempo, dove non vi è pensiero razionale negativo, ma solo azione pura istantanea positiva senza nessuna interferenza da parte del soggetto.

Lo stato di flow si può raggiungere quando l’atleta si percepisce altamente abile e competente sotto sfida.

Goleman ha considerato lo stato di flow la massima espressione dell’intelligenza emotiva.

Il Flow è un’esperienza piacevole, durante la quale si perde la cognizione del tempo e tutto ciò che non attiene al compito, cioè distrazioni sembrano svanire in modo fluido.

Durante il Flow, il cervello è tranquillo, il respiro è fluido, le stimolazioni e le inibizioni dei processi nervosi sono in concordanza con le necessità del momento in modo attivo e positivo.

Entrare in uno stato di flow vuol dire entrare in uno stato di leggera trance, poiché tutto avviene in modo naturale e le azioni e i gesti dell’atleta si susseguono secondo una logica interna (processo inconscio) che sembra non essere gestita dal pensiero cosciente.

Questo particolare stato mentale in cui attività fisica e coscienza, ha accesso a tutte le sue potenzialità, la sua concentrazione è totale e prova un forte senso di autoefficacia.

Nello stato di flow, l’atleta è gratificato dalla pratica dell’attività in sé oltre il comune concetto di gratificazione e ricompensa, quindi trovando soddisfazione e gratitudine nella performance trovando motivazione in ciò che fa.

Quest’ultima l’individuo la trova nella stimolante esperienza dello scoprire i limiti delle proprie capacità e nel migliorarsi per cercare di superarli.

Per entrare e potenziare lo stato di Flow, ci sono degli esercizi di coaching particolari che faccio con le persone che seguo, i quali hanno lo scopo di disattivare la mente razionale, equilibrare gli emisferi celebrali regolando le onde del cervello in modo da accedere in modo naturale in quello stato di flusso.
(in pratica bisogna allenare la mente per entrare in un determinato stato mentale)!

Ora come sarebbe poter affrontare le sfide più ardue e impegnative sapendo che tutte le tue risorse interiori, capacità tecniche, emozioni sono tutte coniugate insieme per far esprimere al massimo il Tuo potenziale?

Come sarebbe coniugare tutte le tue competenze nel momento presente senza capire di come sia avvenuto tale azione inconscia? Bello vero?

        ORA FAI MOLTA ATTENZIONE!

Purtroppo visto la società e l’ambiente che viviamo, entrare in questo stato senza una preparazione è impossibile perché siamo sommersi di melma continua, se non mi credi basta che apri facebook o accendi la tv. Non mi credi ancora? Pensa a quando sei sul ring e non riesci a tirare come vorresti e sai fare.

Sei li, non riesci a mettere quella semplice azione (1-2) fatta bene, e nella tua testa inizia a parlarti quella vocina tremenda che ti distrae.

Ci riprovi, prendi fiato, ma fai fatica, non ci arrivi perché non viene quel passetto in avanti per arrivare al viso del tuo avversario.

Ti distrai, e ti arriva in faccia un pugno perché persi la lucidità, ti sconnetti, provi a reagire, senti l urla del tuo maestro ma fai fatica a mettere in pratica quello che dice.

Il maestro urla, ti dice SX-SX-DX ma nulla, i colpi non partono più e nella tua mente si attivano dei processi negativi a catena che ti limitano.

Mentre perdi colpi, viene intaccato il tuo respiro e cominci a fare più fatica a combattere, e senti i colpi dell’avversario diventare più difficili da contrastare.

– Vai all’angolo, il tuo maestro ti dice cosa fare (incazzato), e si attiva LA PAURA DI PERDERE O DI DELUDERLO, rendendoti schiavo delle tue emozioni sempre di più.

FINE DEL MATCH  –   VERDETTO:   PERSO AI PUNTI!

Cosa ti resta dentro? Un cane che ti logora le viscere e ti fai un sacco di domande sbagliate influenzando e suggestionando ancora di più la tua mente in modo negativo e frustrante oltre che ai rimproveri del maestro.
Ti senti morire dentro perché hai perso con un avversario più debole che potevi vincere tranquillamente, ma le tue emozioni ti hanno fregato un’altra occasione.

Ora dimmi, ne vale la pena?

Quando ti sarai rotto veramente le palle di combattere in condizioni negative e farti guidare dalle tue emozioni perdendo le migliori occasioni, valuta attentamente la differenza da chi non fa nulla per usare la propria mente al massimo e rompere gli schemi oscuri che li limitano, a chi invece combatte sereno staccando la mente completamente lasciando che sia il suo corpo a combattere in modo libero accedendo a tutte le proprie competente tecniche con forza e lucidità facendosi guidare mentalmente.

Quando ti sarai deciso di cambiare, sai dove trovarmi!

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Emanuele Zanella.


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