Lo stile Marzotto

Creato il 05 novembre 2012 da Ilrattodellospazio
Da 175 anni il Gruppo Marzotto è sinonimo di competitività e capacità di innovazione.
Protagonista di rilevanza mondiale nell'industria del tessile grazie ad una visibilità totale che spazia dai filati ai tessuti.
Così si presenta Marzotto sul proprio sito. Al 170° anno (nel 2007) il Gruppo Marzotto, secondo la Guardia di Finanza, vende il marchio Valentino e ci lucra sopra una plusvalenza in nero da 65 milioni. Competitivo forse (col "nero", che poi si porta sempre e sta bene su tutto, si hanno più armi per battere la concorrenza), innovativo un po' meno. Anche lo strumento scelto, la solita finanziaria lussemburghese. E per ribadire quanto il marchio si "globale" la plusvalenza è finita in un conto alle Cayman. Lussemburgo. Cayman. Luoghi dove lo stile è essenziale, anzi: è tutto. E lo stile, nonostante i tempi cialtroni e fracassoni, è understatement (il rifiuto di palesare il proprio status mediate l'esibizione di oggetti costosi o comunque appariscenti, celando in maniera sobria e discreta la propria ricchezza). Completi scuri, agenzie di banca silenziose e discrete, passaggi di grosse somme senza inopportuni clamori, più che affari rapporti di feconda amicizia. E quando si parla di stile c'è poco da dire: o lo hai, oppure te ne devi fare una ragione. I Marzotto ce l'hanno. Basta scorrere la lista dei beni preventuivamente sequestrati. Una villa di 25 vani a Cortina d'Ampezzo (la regina delle Dolomiti, e vorrai pure avere un angolo dove sistemare una branda in caso di sempre ben accetti ospiti!), un castello di 50 stanze dalle parti di Vicenza (non proprio understatement, ma non si può cancellare la storia familiare), appartamenti a Milano e Roma. Lo stile non è acqua. E neppure l'evasione è acqua, ma scorre via che è una bellezza. 

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