Ero partita con il volo che prendono in tanti il venerdì sera, quasi tutti lavoratori pescaresi emigrati a Milano. Dopo una settimana di ore passate in redazione, corse per gestire i vari impegni, traffico. Stacco alle 19.00 e vado dritta a Orio al Serio a prendere l’aereo che mi riporterà a casa per passare il weekend con amici e famiglia. Ma una volta arrivata. Stop. Non riesco a uscire dal parcheggio.
A Pescara si può entrare in aeroporto con la macchina prendendo un ticket all’ingresso. Se resti meno di 20 minuti inserisci il biglietto all’uscita e via, sei libero senza pagare nulla. Fino a quando il meccanismo non si inceppa.
Ecco, a me è andata proprio così. Appena atterrata mi vengono a prendere delle amiche. Il tempo di mettere il trolley nel portabagagli e salire in macchina e ci dirigiamo verso l’uscita. Inseriamo il biglietto e si incastra. La sbarra non si alza. Premiamo il pulsante delle informazioni per chiedere assistenza e il citofono squilla a vuoto. Tutto tace, nessuna risposta. Nel frattempo anche l’uscita della fila di fianco si blocca. Anche lì, assistenza “desaparecida”, sono scomparsi tutti.
Morale: su quattro vie di fuga, due sono inutilizzabili, con inevitabili problemi per le altre macchine in coda che devono deviare verso altre direzioni e per eventuali nuovi avventori ignari del problema.
In ogni caso, noi, ormai senza più il ticket, torniamo dentro l’edificio in cerca di qualcuno che possa aiutarci. Dino Buzzati avrebbe visto un suo romanzo materializzarsi. Alle undici di sera l’aeroporto sembra “il deserto dei tartari” in versione moderna. Riusciamo a trovare solo una persona, un addetto al Pronto Soccorso.
“Scusi, si è incastrato il biglietto del parcheggio nella macchinetta, non possiamo uscire, sa a chi dobbiamo rivolgerci?” chiediamo gentilmente.
Risposta: “Io sono del Pronto Soccorso, chiedete alla Polizia” e ci indica un punto nel vuoto senza spiegarci dove effettivamente si trovino i poliziotti.
Non ci perdiamo d’animo e seguiamo la rotta immaginaria indicataci, in cerca di qualcuno. Ma il nostro unico compagno è il vuoto.
Finalmente, dietro una vetrata intravediamo un poliziotto, ci sbracciamo per attirare la sua attenzione e lui arriva. “Signorine dovete andare di là a quel bancone da Manolo (o forse un altro nome)”.
Andiamo in fondo al corridoio e raggiungiamo il presunto Manolo. “Scusi, si è incastrato il biglietto per uscire dal parcheggio”.
“Sono due euro”, ci dice il signore. “Ma noi siamo state meno di venti minuti, magari ora tra i vari problemi per il blocco saranno passati, ma se tutto fosse filato liscio saremmo uscite prima della scadenza”, rispondiamo.
“Io non posso fare niente, mi pagate il biglietto, lo inserite in un’altra uscita e poi se volete domani tornate con il ticket che vi restituisce la macchinetta e chiedete il risarcimento”, ci spiega l’operatore.
“Ma scusi non andate a controllare?”, un po’ perplesse chiediamo delucidazioni. Risposta: “Signorì, se qui ci mettiamo a smontare tutto non finiamo neanche a mezzanotte e mezza”. Replichiamo che non è per i due euro, alla fine non è una cifra eccessiva, ma se la regola è che entro venti minuti l’ingresso e l’uscita sono gratuiti, per un fatto di principio noi non dovremmo pagare. Spieghiamo che c’è un problema, qualcuno dovrebbe risolverlo e invece all’assistenza non c’è nessuno.
Niente, il signore risponde sempre con le stesse parole: “se volete uscire ora, pagate e poi nel caso domani tornate”. Sì certo, così per recuperare due euro ne spreco cinque di benzina. Nel frattempo arriva un altro signore che dice: “Si, ragazze , alle volte succede, è capitato anche a me, adesso se volete andare via l’unico modo è pagare”. Rinunciamo, tiriamo fuori la somma e fuggiamo in fretta per paura di restare bloccate di nuovo nella rivisitazione della “Fortezza Bastiani”.
Ora i dubbi.
Numero 1: se si blocca qualcosa all’aeroporto di Pescara, quindi, nessuno si attiva per far tornare le cose a posto?
Numero 2: io i due euro li pago, il ragazzo della fila di fianco alla mia li ha pagati, il tipo incontrato per caso li pagò a suo tempo quando ebbe lo stesso problema. A livello singolo non è un grosso dramma, ma sommato per tutte le persone che probabilmente si sono trovate nella mia stessa situazione la cifra a quanto ammonterà? E poi che razza di servizio è questo? C’è una regola e nessuno la rispetta? Hai una difficoltà in aeroporto e non c’è un addetto all’assistenza? Saranno anche state le undici di sera, ma se gli aerei continuano ad atterrare significa che l’edificio è ancora attivo.
Un mistero. Si potrebbe pensare a un tentativo velato di truffa. Forse però si tratta solo di cattiva organizzazione. Più probabilmente sarà stato un caso sfortunato. Anzi… tre.