Heterocephalus glaber
Vivendo sottoterra, l'eterocefalo glabro non necessita di una grande vista, e infatti gli occhi sono ridotti a 2 fessure di scarsa utilità. Dal momento che la temperatura del sottosuolo non subisce forti variazioni, l'eterocefalo riesce a vivere nonostante l'incapacità di raggiungere l'omeotermia, purché la temperatura esterna si aggiri sempre intorno ai 30°C; in alternativa, nei periodi più freddi, risolvono il problema stringendosi gli uni agli altri, in modo da farsi calore reciprocamente. Tuttavia, se questo non bastasse a renderlo un mammifero insolito, ci sono altre 2 cose ancora più sorprendenti che lo riguardano: è incapace di provare dolore e non si ammala mai di tumore, raggiungendo in alcuni casi la veneranda età di 30 anni. L'incapacità di provare dolore è legata all'assenza di recettori per la "Sostanza P", un neurotrasmettitore che nei mammiferi è implicato nella modulazione del dolore, e probabilmente questa caratteristica è connessa anche all'incapacità di regolare la propria temperatura corporea.Infine, l'eterocefalo glabro non si ammala mai di tumore. Su quest'ultima importante caratteristica gli studiosi, spinti dalla curiosità, hanno voluto andare a fondo e si sono accorti di questa peculiarità fisiologica quando hanno osservato che le cellule estratte dalla pelle dell'animale e messe in coltura proliferano a velocità di gran lunga inferiore a quella attesa, oltre a constatare che la matrice extracellulare è ricca di molecole di acido ialuronico di dimensioni e lunghezza 5 volte superiore a quelle prodotte dalla pelle di noi umani o dai loro parenti topi. Secondo la ricercatrice a capo della ricerca, Vera Gorbunova della University of Rochester negli Stati Uniti, le molecole di acido ialuronico a lunga catena dell'eterocefalo glabro, oltre a svolgere il compito principale di rendere la pelle dell'animale molto elastica e adatta a muoversi lungo gli stretti cunicoli sotterranei, formano una sorta di gabbia in grado di ostacolare la proliferazione tumorale di cellule potenzialmente cancerose. Se infatti si blocca la sintesi di acido ialuronico, le cellule allevate in coltura proliferano a velocità maggiore e diventano più facilmente cancerose formando tumori. Dal punto di vista evolutivo, si può pensare che la resistenza all'insorgenza di tumori negli eterocefali glabri sia intervenuta solo come un beneficio secondario, in quanto la natura avrebbe selezionato favorevolmente l'acido ialuronico a catena lunga innanzitutto perché utile ad agevolare i movimenti degli animali negli angusti cunicoli. Esso, inoltre, essendo presente nei tessuti connettivi di vari organi, eserciterebbe la sua azione antitumorale non solo a livello della pelle, ma anche degli altri organi interni. Dal punto di vista scientifico, staremo a vedere se questo studio, così affascinante in sé, possa un domani anche rivelarsi utile in qualche modo nella lotta ai tumori nostri.
Tian X, Azpurua J, Hine C, Vaidya A, Myakishev-Rempel M, Ablaeva J, Mao Z, Nevo E, Gorbunova V, & Seluanov A (2013). High-molecular-mass hyaluronan mediates the cancer resistance of the naked mole rat. Nature, 499 (7458), 346-9 PMID: 23783513