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Lo strano spamming inverso

Creato il 10 luglio 2011 da Giorgiofontana

Lo strano spamming inversoAttendere l’invito per Google plus è diventato uno degli ulteriori fattori di stress per milioni di persone nel mondo.Questo è lo stream #googleplus in Twitter, se ne può avere un’idea dai tweet di molti utenti, suddivisibili in 2 categorie

Quelli che cercano con tecniche di captatio benevolentiae per ottenere l’invito da chiunque possa, da dentro le mura, gettare la fune per entrare nel mondo dorato di Google+.
Qualcuno ha cercato di sfruttare questa drammatica situazione è s’è inventato il modo più fantasioso per ottenere dei google+1 in gran quantità e, al tempo stesso, scalare la SERP, avere subito un notevole numero di follower nel nuovo social network e avere traffico sul post che indica come ottenere gli inviti. Insomma uno spamming al contrario, dove un numero impressionante di persone stanno divulgando pubblicamente la loro mail per la gioia di tutti i cacciatori di indirizzi da rivendere alle aziende.
Infatti un risultato Google plus l’ha già ottenuto con la sua politica di chiusura per creare attesa, l’abbassamento delle più basilari difese dallo spam e in favore della propria identità digitale e privacy.
Proprio quando l’accento della nuova piattaforma è stato posto sulla sua maggiore efficacia nel gestire la riservatezza.
La situazione è paradossale: In Facebook ci sono moltissimi post in aree pubbliche, vale a dire visibili a chiunque, oppure in fan page dove l’accesso è libero, dove gli utenti svelano la propria mail in risposta ad annunci di possibili inviti da parte di gentili sconosciuti.
Pochi ottengono il risultato e molti si stressano, in compensano riceveranno nei prossimi giorni un incremento di posta indesiderata, temo.

L’altro atteggiamento è quello di sospetto sarcasmo nei confronti dell’evento di attesa.
Il sottolineare che non ci si metterà in lista di attesa o che non si viene toccati da questo rito di massa è un po’ come dire a tutti che ‘io non seguo il festival di Sanremo’ salvo poi venire colti a canticchiare il motivo della canzone ultima classificata.

Insomma Google plus è l’evento imprescindibile. Ne avevo già scritto qui.
Confesso di stare utilizzandolo da due giorni e lo canticchio già sotto la doccia.
Sto valutando alcune cose interessanti, specialmente la duttilità nel creare spazi tematici con i circles e la facilità, come in Twitter, di mettersi in relazione con chiunque.
La ragione è che adesso in Google plus ci sono quelli che già sono in Twitter e sono mentalmente abilitati alla logica del follower e non a quella dei friends.
Per queste ragioni credo che sarà Twitter a subire i contraccolpi peggiori dall’entrata in scena della nuova creatura.
La tipologia di utilizzatori sono coincidenti, la logica di streaming è tendenzialmente convergente, si parla di indicizzazione interna con a favore di Google plus il fatto di avere maggiore spazio per i contenuti arricchiti, i commenti e la definizione dei circles come areee tematiche ben definibili e soprattutto che l’indicizzazione dei contenuti è il core business di quella piattaforma.

Intanto di Diaspora, l’anti Facebook per Nerd, non se ne sente più parlare…


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