Del destino dei clandestini malati di cuore o colpiti da patologie che necessitano di cure urgenti non sarebbe importato molto ai massmedia. Un clandestino che muore d’infarto fa notizia? Un clandestino che non riceve soccorsi in tempo e rischia la vita fa notizia? Quali giornali sono stati disposti, prima delle incostituzionali innovazioni di Maroni e degli scontri con le istituzioni internazionali, a scrivere più di qualche riga per fatti del genere? Le assicurazioni arrivano a calcolare il valore economico di una vita, i giornali lo misurano a moduli, secondo lo spazio che concedono. Per la politica il clandestino è uno straniero, uno che non si conosce, un essere pericoloso, probabilmente un criminale. Per gli italiani però sono altri i princìpi che contano, al di là di tanti luoghi comuni.
Articolo 32 è una delle associazioni che dimostrano come il senso di civiltà delle persone che esercitano una professione non si misura con criteri quantitativi o la semplice applicazione delle leggi. C’è chi agisce in silenzio, di nascosto e si muove secondo un principio etico che non vuole assolutamente violare. Anche molti medici leghisti hanno deciso di non rispettare quella strana norma sulla clandestinità, che toglieva il servizio sanitario nazionale ai non residenti. Il giuramento di Ippocrate impone di curare, la coscienza civile chiede di essere pronti a soccorrere un malato, grave o non grave.
Così l’associazione che prende il nome dall’Articolo 32 della Costituzione italiana, di cui questo blog ha parlato qui, ha aperto tre ambulatori a Cremona e ora, da qualche mese, uno anche a Soresina. Un gruppo di medici e infermieri si sono accordati sui turni e forniscono assistenza gratuita e volontaria a chi non ne ha diritto. Dunque anche a persone senza fissa dimora, italiani o no, a stranieri comunitari ma senza residenza, a clandestini extracomunitari.
Ieri l’associazione, presieduta da Carlo Giordano (sociologo, non medico), ha presentato l’iniziativa a Soresina, dove governa il centrodestra e l’assessore ai servizi sociali è proprio un leghista. Per una volta, compaiono nella stessa foto del giornale La Provincia il sindaco Giuseppe Monfrini e il parroco don Angelo Piccinelli.
Ma ancora una volta il volontariato della parrocchia di San Siro e la passione civile di un gruppo di medici volontari hanno fatto un passo oltre i limiti della politica e hanno dimostrato la forza del senso di civiltà e di responsabilità di fronte agli altri e ai loro diritti cui a volte lo Stato non risponde. Miracoli piccoli e grandi che si fanno in silenzio e che spiegano che cos’è una città, un’idea di convivenza civile, abbattendo muri e ostacoli di ogni genere.