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Lo studio e l'orgoglio

Creato il 13 maggio 2015 da Phoebe1976 @phoebe1976

Lo studio e l'orgoglio

Mia nonna Spina, nata in un paesino dimenticato tra le colline umbre alla fine degli anni venti, si vantava con le comari con cui andava a prendere il fresco l'estate sotto casa. Ancor di più si vantava del defunto marito che, pace all'anima sua, con sforzi e sacrifici da uomo fatto e rifinito era riuscito a prendere la licenza media alle scuole serali.

Mia nonna ne era orgogliosa, ma ancor più lo era di me, studentessa universitaria in lotta contro i professoroni per il titolo di  dottoressa. Lo era tanto che quando le altre comari raccontavano delle proprie nipoti affermando "La mia si sposa", "Mia nipote s'è fidanzata" o simili, rispondeva sempre "La mia si laurea", gelando le altre accolite intente a sventolarsi per alleggerire la calura estiva.

Mia nonna non aveva studiato, ma si vantava di saper leggere e fare di conto meglio di tanti altri, nonché di sapere a memoria tutti i nomi dei protagonisti delle ultime venti telenovelas appena uscite (sebbene coi nomi riadattati in dialetto perugino per l'occasione). Il suo era un bagaglio culturale che oggi potrebbe sembrarci da poco, ma che ai suoi tempi ed in u mondo che non c'è più non lo era affatto. E l'averlo costruito da sola era per lei fonte di grande orgoglio.
Ed è questa una delle mille cose chemi ha insegnato, l'essere orgogliosa di me e della mia voglia di sapere. 

Ed è per questo che la simpatica dichiarazione di qualche giorno fa dell'ottimo Salvini mi ha fatto saltare immediatamente il sangue al cervello.
Ovviamente le risposte possibili da dargi erano molteplici, e tutte alquanto simpatiche:
1) E invece valutare qualcuno dall'etnia è simpatico?
2) Certo, meglio il diploma che la laurea comprata del Trota
3) La volpe e l'uva.
Ovviamente ogni mio commento è stato accuratamente ripulito dal galoppino del simpatico Matteo, che h pensato bene di lasciare (come sempre) solo i commenti positivi ed illetterati 

In realtà vantarsi dell'ignoranza in genere non è mai una bella cosa, come non lo è vantarsi di un'arida laurea presa magari a zampatoni e che non fa di te un genio, mi pare lapalissiano.

Ma mentre posso capire meglio il vantarsi del più, il farsi bello del meno mi sconvolge. Non leggo libri, non vedo film, non ascolto musica. Ah, e non sono laureato. Ma sono intelliggggente, fidatevi. Certo, ovviamente. E la gente applaude, il popolino soprattutto. Quello fatto di gente che rischia l'analfabetismo di ritorno e che non riesce più a leggere nemmeno Chi dal parrucchiere. Quella che crede alle scie kimike su internet e che scrive in unitaliano talmente approssimativo che la tontale mancanza di punteggiatura risulta essere il problema minore. 
Quella gente che va alla messa, allo stadio, a passeggio col cane, alle poste accanto a me e che poi riversa il proprio livore anche contro una bambina di due anni morta in maniera atroce, ma rea di essere rom (se non siete dotati di Maalox a portata di mano non leggete i commenti, potreste veder riacutizzata la vostra gastrite come è successo a me).

Gente che pensa che la kultura sia anche un po' comunista, che leggere sia da sfigati e che al cinema ci si vada solo a vedere Zalone e che visitare un museo sia una noia micidiale. Anzi, una noglia. Gnete che crede che internet dica solo la verità, e si ingozza di bufale confezionate alla bell'e meglio, senza nemmeno lo stile sarcastico di lercio.it.
Gente che procrea, ahimé, mettendo al mondo una generazione ancora più illivorita e arrabbiata per la mancanza di quelli che non sono diritti quesiti, ma montagne da conquistare ogni giorno. Gente che vota e che alimenta sempre di più la mia sfiducia nel suffragio universale.


Vorrei scappare, emigrare da questo paese che ha perso l'amore di sé e l'empatia verso il prossimo, vorrei scappare lasciandomi alle spalle un paese devastato dall'odio e dal particolarismo, dalla logica di paese che vuole l'erba del vicino sempre più verde della propria.

Ma mia nonna Spina che direbbe? 
 


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